UKIYO (yo, mondo / uky, fluttuante, il cui senso deve essere l’opposto di dolore, cioe’ picere “fluttuante, come è fluttuante ogni cosa.
Il mondo fluttuante
“Vivere momento per momento, volgersi interamente alla luna, alla neve, ai fiori di ciliegio e alle foglie rosse degli aceri, cantare canzoni, bere sake, consolarsi dimenticando la realtà, non preoccuparsi della miseria che ci sta di fronte, non farsi scoraggiare, essere come una zucca vuota che galleggia sulla corrente dell’acqua: questo, io chiamo ukiyo”
Scriveva nel 1662 Asai Ryoi i nei suoi Racconti del mondo fluttuante (Ukiyo monogatari); ed esprimeva così il gusto e i costumi imperanti nella nuova capitale governativa di Edo, divenuta poi Tokyo, che si stavano diffondendo nella società giapponese del tempo.
Il termine ukiyo, di derivazione buddista, in epoca medievale
indicava la condizione d’impermanenza generata dalla vita quotidiana coi suoi attaccamenti. Saggio era il non farsene prendere perché fonte di dolore costante: ukiyo indicava quindi
il mondo (yo) della sofferenza (uki). Ma nel Seicento il senso si era rovesciato e un’identica parola, con il carattere per “sofferenza” mutato in quello di “fluttuante”, ma pronunciato anch’esso uki, valorizzava proprio quei piaceri fuggevoli delle feste, della moda, del mondo dello spettacolo, dell’amore mercenario, della passione clandestina, dell’effimero, in una parola degli attaccamenti, da cui la dottrina buddista metteva in guardia dal lasciarsi prendere.
Tutte le immagini, quadri, manifesti, antiche stampe, i libri illustrati e i racconti ci narrano di quella profonda trasformazione che avvenne nella societa’ e nella cultura giapponese nel Seicento e nel Settecento e che si prolungo’ fino alla prima meta’ dell’Ottocento.
Questa lunga crisi significo’ innanzi tutto la crisi dell’aristocrazia feudale e del suo mondo; e molto gradualmente il passaggio da questa “cultura” a quella delle classi borghesi che attraverso vari modi o stimoli multiformi, facevano sentire il loro peso nella storia.
Di derivazione buddhista, come abbiamo visto, il termine ukiyo indicava un senso di fugacità provocato dall’attaccamento ai beni terreni e quotidiani a cui il saggio doveva e voleva rifuggire, un significato completamente trasformato poi nel Seicento per valorizzare e desiderare proprio quei piaceri effimeri e fuggevoli, in poche parole “fluttuanti”, in cui la nuova società amava perdersi e rinnovarsi.
Le feste, la moda, il mondo dello spettacolo, dell’amore mercenario, la passione clandestina si sviluppavano ruotando intorno al teatro popolare kabuki e alle “città senza notte”. Sono i quartieri di piacere come il famosoYoshiwara, dove le grandi cortigiane creavano nuovi gesti e comportamenti e un’eleganza vistosa e opulenta, basata sull’intrattenimento, sull’essere alla moda, sull’attrarre e respingere al tempo stesso. Queste case di piacere oltre ad essere ritrovo di gaudenti in cerca di divertimenti e amori fugaci, erano veri e propri salotti dove si incontravano ricchi mercanti, attori, letterati, artisti, editori e aristocratici che in segreto cercavano di liberarsi da quel rigore formale che l’esistenza quotidiana imponeva loro. I portatori di questa nuova visione estetica sopravvissuta per oltre due secoli, sono sommi artisti come artisti come Moronobu, Harunobu, Utamaro, Hokusai, Hiroshige, Kuniyoshi e molti altri.
L’arte piu’ importante per la diffusione della nuova cultura del mondo fluttuante fu il Teatro. Tanti dipinti e stampe erano dedicate al nuovo e popolare teatro kabuki, un genere più vicino ai nuovi ceti sociali, coinvolgente perché rifletteva i sentimenti e le passioni del nuovo pubblico. Fiorirono stampe e dipinti che raccontavano le scene teatrali, il mondo che vi ruotava intorno ma soprattutto riscuotevano grande successo le rappresentazioni grafiche dedicate agli attori più famosi, che dalla metà del Seicento divennero delle vere e proprie star riconosciute e ricercate. L’arte più diffusa era quella della cartellonistica, delle stampe singole, degli album e dei libri illustrati che raccontavano le gesta dei nuovi eroi. La scuola degli artisti Torii acquisì proprio da questo genere, dalla produzione dei manifesti e dei cartelloni per passare poi alle immagini descrittive, il proprio potere e un successo indiscusso.
una rappresentazione del teatro kabuki
Il Giappone e i suoi abitanti non abbandonavano e convivevano comunque con la propria Tradizione e gli antichi miti, gelosamente conservati, venivano reinterpretati e adattati alle nuove esigenze culturali. Questa sezione raccoglie i melodrammi, i romanzi, le stampe e dipinti in cui eroi della letteratura, della religione, personaggi leggendari, poeti della tradizione classica, mostri e spiriti dei fiumi e delle montagne, divengono i protagonisti del mondo fluttuante.
DONNA CON PIOVRA DI HOKUSAI, COME SAPETE IL PIU’ IMPORTANTE PITTORE DELL’EPOCA (CHE ARRIVA FINO AL SETTECENTO) : FORSE I GRANDI, VERAMENTE GRANDI SONO MENO INFLUENZATI DALL’ATMOSFERA O, ANCHE, IDEOLOGIA DELL’EPOCA PERCHE’ HANNO UN LORO DA ESPRIMERE CHE E’ PIU’ FORTE DELL’AMBIENTE.
QUESTO DIPINTO, NEI VARI TESTI SU “IL MONDO FLUTTUANTE” CHE SI TROVANO SU INTERNET, VIENE USATO COME ESEMPLIFICAZIONE DEI VALORI DI QUESTO MONDO.
PERSONALMENTE RITENGO QUESTO DIPINTO TRAGICO E ANGOSCIOSO DA PANICO, DI UN PITTORE CHE SCAVA IN PROFONDITA’ E TUTTO VUOLE MENO CHE FARE UNA “PITTURA DELL’EFFIMERO”