ore 20:48 —Stasera facciamo compagnia a Nemo e alla sua produzione intellett-morale —IAN BURUMA —IL DIVIETO DI OPINIONE

 

 

 

Ian Buruma: ” Il divieto d’ opinione “

04
MAR
2015
22:52 – NEMONEMO – SOCIETÀ (clic qui e andate al blog di nemo)

“””… < Gli atti di terrore causano danni terribili. Tuttavia non possono distruggere una società aperta. Solo chi governa le nostre democrazie può farlo, limitando le nostre libertà nel nome della libertà. […] Ma è davvero una buona idea quella di ricorrere alla legge per mettere al bando delle opinioni ? È improbabile che tali leggi possano ridurre il rischio di atti terroristici. Proibire la libera espressione delle opinioni non basterà a farle svanire. Queste infatti sopravviveranno, ammantate magari nella segretezza e rese quindi persino più tossiche. E il fondamento sociale e politico del terrorismo, in Medio Oriente ma non solo, non verrà certo meno solo grazie al divieto di tenere discorsi xenofobi. Ricorrere alla legge per vigilare su ciò che la gente pensa comporta inoltre il rischio di reprimere il dibattito pubblico. Secondo un’ interpretazione alternativa dell’ incitazione all’ odio attualmente in vigore negli Stati Uniti, le opinioni, per quanto riprovevoli, devono poter essere liberamente espresse così da consentire la libera manifestazione del dissenso. Ritenere che gli estremisti religiosi o politici siano interessati a uno scambio di opinioni sarebbe, naturalmente, da sciocchi. Ecco perché anche negli USA l’ incitazione alla violenza è vietata dalla legge. […] Nell’ attuale clima di paura può essere utile ricordare un celebre caso di esortazione all’ odio che si verificò nel 1977 a Skokie, un sobborgo di Chicago che contava una larga popolazione ebrea e dove il partito nazionalista americano aveva organizzato una manifestazione. Di fronte a un’ opinione pubblica turbata e spaventata, un tribunale locale stabilì, con un ragionamento plausibile, che l’ esibizione di svastiche, la distribuzione di volantini e l’ ostentazione di uniformi naziste andassero vietate in quanto offensive per una comunità che contava tra i propri membri dei sopravvissuti dell’ Olocausto.  L’ Aclu, l’ unione americana per le libertà civili, si oppose a quel divieto, ritenendolo una violazione del primo emendamento, quello che tutela la libertà di espressione. La posizione dell’ Aclu, i cui avvocati erano nella maggior parte dei casi ebrei liberali, non nasceva certo da un senso di tolleranza nei confronti dei simboli o delle opinioni naziste, bensì dalla convinzione che se permettiamo al governo di vietare delle opinioni che detestiamo o disprezziamo mettiamo a rischio il nostro stesso diritto di opporci quando quello stesso divieto viene imposto su opinioni che ci trovano d’ accordo. >. …”””

 

( da Lettere Commenti & Idee , la Repubblica di Sabato 28 Febbraio 2015 )

 

 

IAN BURUMA (1951 – fu educato sia in Olanda che in Giappone, paese nel quale studiò storia, letteratura cinese e cinema giapponese–) Photo Copyright Michael Childers

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2 risposte a ore 20:48 —Stasera facciamo compagnia a Nemo e alla sua produzione intellett-morale —IAN BURUMA —IL DIVIETO DI OPINIONE

  1. nemo scrive:

    Nemo ti ringrazia di cuore, cara Chiara. ( così aumentano di qualche unità i visitatori del suo blogghetto …. )

    • Chiara Salvini scrive:

      ma dai! “blogghetto”! La cultura va a peso?! non che sia importante, hai visto la nota di chiara a Galimberti, con calma, non ha nessuna importanza…ciao a tutti, notte notte.

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