23:22 SE VOLETE, PROPRIO CESARE MUSATTI (” IL PADRE DELLA PSICOANALISI ITALIANA “) CI RACCONTA QUALCOSA DELLA VITA DI FREUD—

 

 

 

 

 

Sigmund Freud è nato il 6 maggio 1856 a Freiberg in Moravia in una famiglia ebraica. Il padre Jacob, di origine galiziana, aveva allora quarantun anni. Da un precedente matrimonio aveva avuto due figli, Emanuel e Philipp. Rimasto vedovo aveva sposato Amalie Nathanson, la madre di Freud. Questa aveva circa la stessa età dei propri figliastri, i quali vivevano con la famiglia paterna; Emanuel aveva a sua volta moglie e un figlio John, di un anno maggiore di Sigmund, a cui seguì più tardi una bambina, Pauline. Nacquero in seguito pure cinque sorelle e due fratelli di Sigmund, cosicché la famiglia era assai numerosa e complicata nei rapporti familiari. Malgrado ciò la vita era semplice e priva di elementi di rilievo.Non avrebbe senso riferire gli aspetti di questa vita, così eguale a quella di tante altre simili famiglie ebree di piccoli commercianti dell’Europa centrale, se non fosse accaduto che Freud, accingendosi molti anni più tardi, nel 1897, a sottoporsi a un’autoanalisi, si sia soffermato su alcuni particolari della propria infanzia, tratti dall’oblio durante l’analisi o interpretati: i quali perciò si sono rivelati significativi per lo sviluppo della sua personalità.Effettivamente non si può fare la biografia di un uomo come Freud, anche nei ridottissimi termini di questi cenni inseriti in una introduzione riguardante le opere, al modo stesso come questo si fa in genere per un autore qualsiasi. In quanto la storia personale di Freud acquista significati particolari e non può non essere per così dire essa stessa, almeno in parte, una storia in termini psicoanalitici.Rilievo ha avuto nei primi anni di vita di Freud la sua posizione presso la madre di figlio maschio primogenito. Come spesso accade in famiglie di modeste condizioni economiche e conducenti una difficile esistenza, il figlio maschio primogenito appare alla madre destinato a grandi cose, e questa aspettazione si proietta nella costruzione di certi miti familiari. Anche nella famiglia di Freud divenne tradizionale la leggenda di profezie che varie persone avrebbero pronunciato di fronte alla madre, annunciando che lui, Sigmund, sarebbe divenuto nella vita un grand’uomo.Una certa posizione di privilegio fu sempre conservata a Freud in famiglia. Nei tempi duri a Vienna, quando egli era studente, sia per la organizzazione della famiglia nei ristretti locali della abitazione, sia per le spese dei suoi studi, Sigmund godette rispetto ai fratelli di un trattamento fortemente privilegiato.Accanto alla figura materna ebbe per Freud nei primi anni importanza quella di una domestica boema, Nannie: che dovette esercitare funzioni educativo-repressive sul bambinetto. A un certo momento Nannie scomparve: era stata accusata di furto e allontanata. Per Freud allora la cosa fu misteriosa, e lasciò traccia in un “ricordo di copertura”, che più tardi raccontò.Il padre di Freud non era particolarmente anziano, ma per il fatto che la moglie era di vent’anni più giovane e che in casa vivevano anche i figli di primo letto, si presentava a Freud come se un’altra generazione intermedia fosse inserita fra lui e il padre. Quando Freud era già adulto, suo fratello Emanuel gli fece osservare questa situazione, e che cioè il padre più che padre avrebbe dovuto essere nonno per lui; e Freud si rese conto che così egli aveva percepito la figura paterna. Ebbe sul piano cosciente affetto e devozione per il proprio genitore, anche se dovette subire una forte delusione quando questi gli raccontò che una volta gli era capitato di essere affrontato da un gruppo di antisemiti, che gli avevano buttato il cappello per terra nel fango dicendogli: “sporco ebreo”, e che poi lo avevano costretto a raccattare lo stesso cappello. Freud fu profondamente colpito dal fatto che il padre non si fosse ribellato, ma avesse subito in silenzio la umiliazione. Quando a lui stesso accadde una volta in treno un episodio, meno grave ma pur simile, reagì con estrema violenza.Nel corso della propria autoanalisi, all’epoca della morte del proprio padre, Freud ritrovò in sé sentimenti inconsci fortemente aggressivi verso di lui.Un notevole spirito di ribellione fu sempre presente in Freud. Durante il periodo scolastico si identificava con Annibale, un eroe semita dunque, che aveva minacciato il potere di Roma, e con il generale Masséna, ritenuto ebreo, e che era nato lo stesso suo giorno di nascita (con un secolo di differenza). Egli faceva risalire questi elementi militaristici della sua adolescenza alle lotte che da bambino aveva dovuto sostenere col proprio nipote coetaneo John. Questi era un poco più grande di lui, e Freud doveva difendersi dalle sue prepotenze.Ai rapporti con questo nipote coetaneo, che fu il suo primo amico-nemico, Freud faceva anche risalire una certa sua ambivalenza affettiva verso i propri amici. Sta di fatto che Freud ebbe amicizie assai profonde, ma che per lo più queste amicizie comprendevano anche elementi di viva ostilità, cosicché a un certo momento erano destinate a risolversi in clamorose definitive rotture.Quando Freud non aveva ancora compiuto l’anno, nacque il primo dei suoi fratelli, Julius, che morì dopo otto mesi. In una lettera a Fliess del 3 ottobre 1897, e cioè all’epoca dell’autoanalisi, egli parla della propria gelosia verso questo fratellino, dell’aggressività verso di lui (come verso il nipote coetaneo) e dei sentimenti di colpa che vi erano collegati. Nella stessa lettera parla pure dell’eccitazione provata, verso i due anni o i due anni e mezzo, alla vista della madre nuda.

Freiberg era un piccolo centro di 5000 abitanti. Gli ebrei erano assai pochi, un centinaio circa. Conformemente all’uso vigente, specialmente in quell’epoca, per gli ambienti ebraici dell’Europa centrale, gli ebrei facevano molto vita in comune. Anche in seguito del resto, a Vienna, quando Freud era già adulto, i suoi rapporti di amicizia, e anche quelli di collaborazione scientifica e di attività professionale, si svolsero per lungo tempo prevalentemente in ambiente ebraico.Fra le famiglie amiche a Freiberg, era quella dei Fluss. Una bambina di questa famiglia, Gisela, fu sua compagna di giochi. Il ricordo di questa bambina lasciò una traccia in Freud. All’età di sedici anni, quando da tempo la famiglia era stabilita a Vienna, egli ritornò in periodo di vacanza al paese natale e ritrovò Gisela di cui si innamorò segretamente. Poté però vedere per pochissimo tempo la ragazza, perché essa partì dopo pochi giorni per un altro luogo dove studiava. Freud si abbandonò allora a fantasie nostalgiche: se la sua famiglia non avesse abbandonato Freiberg, quando egli era bambino, avrebbe potuto amare questa ragazza e sposarla.Queste fantasie amorose si mescolavano ad altre dello stesso periodo che egli fece nei confronti della propria nipote Pauline (figlia di Emanuel e sorella di John). Emanuel con la propria famiglia era emigrato in Inghilterra, a Manchester; e Freud ebbe in un certo periodo l’impressione che il padre, per motivi economici, avesse progettato di distoglierlo dagli studi per farlo andare a Manchester, dove avrebbe potuto lavorare col fratello, sposandone la figlia Pauline. La fantasia di un simile progetto doveva collegarsi al ricordo di giochi sessuali, a base di violenza, effettuati (insieme a John) sopra Pauline, all’epoca di Freiberg. Questo ricordo era tale da suscitare un’eccitazione mista a sentimenti di colpa. Quando però, a diciannove anni, egli si recò effettivamente a Manchester in visita alla famiglia del fratello, la ragazza lo lasciò indifferente.Freud ha raccontato questo insieme di cose, attribuendole a un paziente, nel suo articolo Ricordi di copertura del 1899, che è riportato nel secondo volume di questa edizione.Quando Freud ebbe tre anni, il padre Jacob, di fronte alle aumentate difficoltà nella sua modesta attività nel commercio della lana, dovette pensare a mutare residenza. La famiglia si spostò prima a Lipsia, dove rimase un anno, e poi a Vienna. I fratelli maggiori di Freud emigrarono invece, come si è detto, in Inghilterra.Anche a Vienna la vita fu molto difficile. Freud ricevette la prima istruzione dalla madre, e poi dal padre. Frequentò quindi una scuola tenuta da Samuel Hammerschlag, che rimase poi sempre amico della famiglia. A nove anni superò l’esame per l’ammissione allo “Sperl Gymnasium”. Fece brillantemente il ginnasio, ed aiutò in questo periodo le sorelle minori nei loro studi.La famiglia di Freud non era particolarmente religiosa; tuttavia Freud fu allevato nella osservanza delle più importanti tradizioni ebraiche, e comprendeva l’ebraico, che aveva studiato con Hammerschlag. Oltre al tedesco e all’ebraico apprese perfettamente il francese e l’inglese, conosceva inoltre il greco e il latino studiati a scuola, e lo spagnolo e l’italiano appresi per proprio conto, senza l’aiuto di alcuno.A diciassette anni Freud si diplomò ottenendo la menzione summa cum laude.Il padre gli aveva promesso per tale occasione un viaggio in Inghilterra, che però dovette essere rimandato.

 

(CESARE MUSATTI, DALL’INTRODUZIONE ALL’OPERA COMPLETA —PRIMO VOLUME—se vi interessa, possiamo andare avanti–Il Prof. Musatti mi è sempre sembrato molto chiaro–Avrei una storiellina da raccontare, ma la lascerei per altri tempi, quando saranno…ciao, mi vedete? Mah! )

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *