Iraq.
Lo scopo di Isis è di ridurre il livello del fiume, per sfruttarlo a fini militari.
-Redazione- E’ allarme umanitario nella regione di Anbar confinante con la capitale Baghdad dopo che i miliziani dello Stato islamico hanno deciso di chiudere le condotte delladiga di Ramadi, sull’Eufrate, limitando così l’accesso all’acqua in alcune località ad est della città. A riferirlo l’emittente televisiva panaraba, Al-Arabiya.
La drammatica conferma arriva dal governatore di Anbar, Sabah Karhut, secondo cui l’abbassamento del livello dell’Eufrate nei pressi di Habbaniya e Khaldiya, centri minori sulla strada per Baghdad e assediati dall’Isis, è evidente.
“Si rischia la tragedia umanitaria”, ha detto, citato dalla tv, Rafea Fahdawi, leader di una tribù locale in lotta contro l’Isis.
Aoun Dhiyab, ex capo del dipartimento iracheno per le risorse idriche, ha sottolineato che “l’obiettivo dell’Is non è tagliare l’acqua, ma ridurre il livello del fiume, per sfruttarlo a fini militari. Quando il livello dell’acqua è ridotto, consente loro di infiltrarsi da Ramadi a Khaldiyah e poi raggiungere facilmente le altre zone”.
Secondo il quotidiano al Hayat, i jihadisti intendono attaccare Khaldiya e Habbaniya dopo aver costretto gli abitanti e le forze locali ad arrendersi perché senza più acqua potabile.
La diga di Ramadi è sotto il controllo di Isis dal 17 maggio scorso, l’interruzione della fornitura di acqua potabile è riconducibile alla parte est della città, quella ancora in mano all’esercito iracheno. Secondo un generale iracheno, Aziz Khalaf al-Tarmouz, questa mossa potrebbe spingere la popolazione a un esodo di massa.
Lo scopo di Isis è di ridurre il livello del fiume, per sfruttarlo a fini militari.
-Redazione- E’ allarme umanitario nella regione di Anbar confinante con la capitale Baghdad dopo che i miliziani dello Stato islamico hanno deciso di chiudere le condotte della diga di Ramadi, sull’Eufrate, limitando così l’accesso all’acqua in alcune località ad est della città. A riferirlo l’emittente televisiva panaraba, Al-Arabiya.
La drammatica conferma arriva dal governatore di Anbar, Sabah Karhut, secondo cui l’abbassamento del livello dell’Eufrate nei pressi di Habbaniya e Khaldiya, centri minori sulla strada per Baghdad e assediati dall’Isis, è evidente.
“Si rischia la tragedia umanitaria”, ha detto, citato dalla tv, Rafea Fahdawi, leader di una tribù locale in lotta contro l’Isis.
Aoun Dhiyab, ex capo del dipartimento iracheno per le risorse idriche, ha sottolineato che “l’obiettivo dell’Is non è tagliare l’acqua, ma ridurre il livello del fiume, per sfruttarlo a fini militari. Quando il livello dell’acqua è ridotto, consente loro di infiltrarsi da Ramadi a Khaldiyah e poi raggiungere facilmente le altre zone”.
Secondo il quotidiano al Hayat, i jihadisti intendono attaccare Khaldiya e Habbaniya dopo aver costretto gli abitanti e le forze locali ad arrendersi perché senza più acqua potabile.
La diga di Ramadi è sotto il controllo di Isis dal 17 maggio scorso, l’interruzione della fornitura di acqua potabile è riconducibile alla parte est della città, quella ancora in mano all’esercito iracheno. Secondo un generale iracheno, Aziz Khalaf al-Tarmouz, questa mossa potrebbe spingere la popolazione a un esodo di massa.