11:29 —A lezione di scacchi “Giocare con torri e re aiuta in matematica”

 

 

 

 

 

 

 

CRONACA
A lezione di scacchi “Giocare con torri e re aiuta in matematica”
Il ministero si mobilita per introdurre la disciplina a scuola Esperimento in 350 medie. Con una piattaforma online
CORRADO ZUNINO


ROMA.
Gli scacchi aprono la mente e consolidano il carattere, consentono di prevedere un risultato in un tempo definito e insegnano a riconoscere la sconfitta. Poi, va detto, i ragazzi che li praticano migliorano il rendimento (del 17 per cento, dicono gli studi), soprattutto in matematica. Dopo lunga fatica e molte esperienze comparate — l’Armenia che nel 2011 ha trasformato lo sport olimpico in materia curriculare, l’Unione europea con una dichiarazione a favore degli scacchi a scuola quasi unanimemente votata, la Spagna che l’ha fatta sua di recente — il nostro ministero dell’Istruzione ha preso atto che una letteratura consolidata considera gli scacchi zucchero per la mente dei ragazzi. Lo dicono anche otto ricerche italiane. Su questa scorta, il Miur ha deciso di promuovere un progetto pubblico- privato per far entrare gradualmente nelle aule la virtuosa disciplina.
La “circolare scacchi” è stata inviata ieri dalla direzione generale degli studenti alle periferie del ministero, le direzioni provinciali: a breve sarà girata alle scuole. L’atto ministeriale introduce, ed è la prima volta, un percorso omogeneo per far crescere gli scacchi e gli scacchisti in aula. Fino a ieri le esperienze erano state singole: il liceo scientifico sportivo Carlo Jucci di Rieti ha introdotto la materia “scacchi”, per esempio, nell’orario settimanale. Il nuovo progetto stima 350 scuole medie coinvolte in questo anno scolastico — bisogna trovare i docenti adatti e gli studenti intenzionati — , ma nell’arco di due stagioni «il nostro esperimento diventerà un riferimento in tutto il mondo». Ne è convinto Carlo Stellati, Ceo di Premium Chess, la società di giochi online che a giugno ha presentato l’idea insieme alla Federazione scacchistica italiana.
Il progetto “Scacchi a scuola” prevede che ogni studente minorenne possa collegarsi — previa autorizzazione dell’istituto di riferimento e dei genitori — a una piattaforma online e iniziare a sfidare compagni di banco o sconosciuti coetanei lontani. L’accesso è gratuito, ci si potrà sfidare la mattina in classe — se nel Progetto formativo della singola scuola è previsto — o il pomeriggio da casa. I docenti che daranno la loro disponibilità potranno diventare formatori o più semplicemente certificare il grado di crescita dei ragazzi scacchisti. Avranno crediti formativi per questo. Solo in una seconda fase i minorenni più appassionati e capaci potranno essere presi in consegna dai formatori professionisti della Federazione. «La ragione del fallimento dei precedenti tentativi», spiegano alla Fis, «sta tutta nell’impossibilità di seguire masse di studenti». Nel 2014 la Federazione ha formato 700 nuovi allenatori, insufficienti per i numeri della scuola italiana. «Abbiamo pensato, allora, di aprire subito il gioco a tutti gli alunni e costruire un percorso più selettivo e impegnativo in un secondo tempo». Chi dimostrerà passione otterrà l’allenatore specializzato. A partire dalla stagione 2016-2017 saranno coinvolte le scuole elementari e successivamente le superiori. «Gli scacchi, è provato, aiutano gli studenti medi, molto più di quelli già bravi ».
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