21:05 ” Viviamo, Lesbia mia, ed amiamoci, e i brontolii dei vecchi austeri valutiamoli, tutti insieme, due soldi. ” UN GRANDISSIMO ! come sapete tutti!

 

ANTONIO VOLTOLINI
di CATULLO (Gaio Valerio Catullo)
CARMINA – Carmi
5
Vivamus, mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis !
….
Viviamo, Lesbia mia, ed amiamoci,
e i brontolii dei vecchi austeri
valutiamoli, tutti insieme, due soldi.
Il sole può tramontare e tornare,
ma noi, quand’ è tramontata la nostra breve luce,
dobbiamo dormire una sola notte, perpetua.
Dammi mille baci, e poi cento,
poi altri mille e altri cento,
poi ancora altri mille e altri cento.
Quando ne avremo fatti molte migliaia,
li confonderemo per non sapere più il loro numero,
e che nessuno possa farci il malocchio,
sapendo un numero così enorme di baci.
(da Poesia Latina – a cura di Donatella Puliga
– Biblioteca di Repubblica – 2004)

[Nato a Verona, apparteneva ad una agiata famiglia cisalpina. La sua vita è breve e intensa, e si svolge prima a Verona , poi a Roma, in un periodo di dissesto economico e sociale. La sua poesia dominata dalla passione per una donna, chiamata Lesbia nei carmina ( in realtà Clodia, sorella del tribuno filocesariano Publio Clodio, sposa di Quinto Cecilio Metello).
I carmina toccano vari aspetti e momenti dell’ esistenza: l’ amicizia, le relazioni sociali, la maldicenza, la passione amorosa (elemento prevalente).
Distaccato dagli interessi e dai valori tipici del cittadino romano, CATULLO si coinvolge in una esperienza , in cui la componente erotica è sttrettamente intrecciata con quella affettiva. La centralità dell’ eros, in precedenza tenuto ai margini dalla letteratura, è la principale novità della poesia catulliana, che si riallaccia alla poesia lirica greca arcaica e esplicitamente a SAFFO, con una vasta gamma di modalità espressive.]
.

 

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1 risposta a 21:05 ” Viviamo, Lesbia mia, ed amiamoci, e i brontolii dei vecchi austeri valutiamoli, tutti insieme, due soldi. ” UN GRANDISSIMO ! come sapete tutti!

  1. Donatella scrive:

    Catullo e , prima di lui Saffo, sono stati i poeti amati della letteratura classica negli anni del “nostro” liceo. Erano come degli squarci caldi di luce in un cielo grigio.

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