ROBERTO RODODENDRO, LA ” REIETTA” BALLATA N° 8 —ILLUSTRAZIONI (scelte) DI BARDELLI

 

Tom Waits, Hold on

 

 

Mi è capitato per caso sotto il naso un commento di Donatella sulla “ballata n° 4” che improvvisamente m’ha ricordato, ahivoi! , che mancava la ballata n° 8. La considero sempre reietta, forse non voluta, un po’ come un bambino casuale nato da un atto sessuale incauto. Però , alla fin fine, è sempre lì, ed un po’ d’affetto se lo tira, povera bastarda. E quindi; eccola:

 

 

Ballata n. 8
Via delle carrozze

 

Era un tramonto rosso
quasi orientale

In via delle Carrozze ci siamo sfiorati
noi banali passeggeri
svagati
di questo tempo

ci siamo sfiorati e neanche.
Neanche ci siamo riconosciuti

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tu altera gli occhiali scuri
i capelli neri – sempre neri –
lunghi e sottili
le caviglie nervose
le gambe snelle

Io per l’appunto svagato
in questo mai cambiato
perdevo ciocche bianche di capelli
non più riconosciuto
neppure da me stesso

Il sole rosso quasi orientale
dieci passi più in là
mi trasferì la tua immagine
come un’aurora boreale
e una nebbia vaga nel ricordo
mi riportò i tuoi occhi verdi senza sole
le tue labbra ladre come gazze
le tue mani vivaci come rondini
i tuoi pensieri come corvi
rapaci e scuri

Allora mi sono fermato
e mi sono anche girato
ho fatto per chiamarti
ma
il tuo nome strozzava la gola
(il tuo nome amato dimenticato)

Tu hai udito un grido silenzioso
tu hai sentito il mio sguardo
così anche tu ti sei fermata
e se questa fosse una fiaba direi
improvvisamente folgorata

Hai voltato solo il capo
e mi hai guardato
o così a me è sembrato
ma non hai sorriso alla mia bocca
– fauci spalancate in un viso ebete –
una bocca della verità sdentata
senza neanche la forza
per mordere le menzogne d’un bambino

così incredibile
così inutile da apparire un ghigno

Ma ti giuro che no
era un tentativo di sorriso
così lacerato
così inconsistente
così poco convincente

Non ho fatto un gesto perchè
un banale movimento del braccio
pesante e doloroso lungo il fianco
avrebbe spezzato il mio incerto equilibrio

non ho fatto un gesto
una sorpresa
un riconoscimento improvviso
un inusuale saluto quasi un grido
– ma sei tu?
Sei proprio tu!
se ricordo, dici?
Suvvia! Ci ricordiamo di noi? –
Come si grida tra amici
come si mormora tra amanti
come si sussurrano due sconosciuti
che spesso si sono incontrati
che a volte si sono amati
senza volerlo
soltanto perchè erano lì
e lì non c’era nessun altro
ma proprio nessuno

Non ho fatto un gesto
mentre Roma in un ritorno di fiamma
in un brivido rosso d’allegria
inondava di sole
un sole quasi orientale
le facciate fatiscenti delle case
il selciato martoriato
da miliardi di piedi nudi
calzati
ticchettanti come i tuoi

I nostri corpi
– Gli anni sono passati – pensai –
– nome sconosciuto dolce viso –
Dolce viso?
da quale intrico della memoria
affiora l’immagine
Eppure è lì e così m’appare

Gli anni sono passati e tu
mi guardi e mi scruti
Vagamente e senza impegno
t’interroghi su un volto forse noto
neppure del tutto girata

Non sei cambiata in questo
né nel tuo viso attento
senza ombra di sorriso
per te sono passati solo giorni
ma un giorno ti basta per dimenticare
perché un giorno cambia sempre da un altro

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Il sole ha un guizzo
un carminio violento
l’ultimo prima del buio
e ti colpisce sugli occhi verdi
sugli occhiali scuri

Hai un gesto infastidito
ti rivolti e vai

Roma Roma
traballiamo insieme sul selciato sconnesso
sulle tue buche storiche mi sorreggi
Vecchia signora in via d’estinzione
dimentica i tuoi improvvisi tramonti
macchiati da un sole quasi orientale

non giocare più
come io ho dimenticato il suo nome
come lei ha dimenticato il mio volto.

 

 

Dimenticavo: cosa me l’ha ricordata? Dice Donatella sulla ballata n° 4: “Roma in certi momenti della giornata ha quei colori preziosi, il rosso e l’oro, una regina orientale e maliziosa.”
Esatto, Donatella! Roma è quella ai tramonti.

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4 risposte a ROBERTO RODODENDRO, LA ” REIETTA” BALLATA N° 8 —ILLUSTRAZIONI (scelte) DI BARDELLI

  1. Chiara Salvini scrive:

    chiara: evviva le ballate neglette! A me, che non me ne intendo, questa ballata piace più di altre…ha anche un tono ironico, che diventa quasi comico, nel modo in cui hai di descrivere il tuo ” LUI”…
    specie se ci leggiamo qualcosa di te – reso grottesco dall’entusiasmo con cui ci dai dentro al denegrimento. Allora, quando l’hai scritta eri giovane e poteva farlo, oggi, quando noi la leggiamo, siamo già vecchietti, e l’idea di una ” bocca della verità” sdentata, ci appare proprio carina…drole, si dovrebbe dire…Questo incontro “negato” è più affascinante di altri che hai descritto come avvenuti, è senza parole, ma l’incontro c’è stato eccome. Forse mi sembra più spensierata di altre e dove ti sei preso meno sul serio…fermo restando la costante rossa della tua ” svagatezza”…sarrebbe simpatico chiamarle: ” ballate della mia svagatezza “, alla fine un personaggio che rimane dentro di noi, sollecitato e solidificato da stimoli costanti ripetuti…ben otto volte… se solo sapessi, saprei disegnarti, ciao: un grosso abbraccio ma abbraccio un vento assai sventato, chiara

  2. Donatella scrive:

    Bella la ballata svagata: la svagatezza produce pensieri svagati, appunto, più leggeri che aiutano a volare nel cielo dorato, solenne e tenero di Roma . Molto belli i disegni di Mario.

  3. roberto rododendro scrive:

    si, come al solito: belli i disegni di mario, e … di chi è stata l’idea della musica? Me ne sono accorto solo ora: splendido pezzo e bellissima idea.

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