DONATELLA D’IMPORZANO, RUBRICA ” NONCENTRANIENTISSIMO”::: GABRIELE NISSIM, IL BENE POSSIBILE, ESSERE GIUSTI NEL PROPRIO TEMPO, UTET 2018

 

 

per chi mai volesse… anche qui trova notizie su Gabrile Nissim…con una magnifica fotografia!

DONATELLA D’IMPORZANO, DALLA RUBRICA MONDIALE: ” NON C’ENTRA NIENTE! “, I BUONI CHE SALVANO IL MONDO—+ SALVATORE PERRONE DA GARIWO, LA FORESTA DEI GIUSTI+++ PARTE 1 DEL DOCUMENTARIO DI EMANUELA AUDISIO E GABRIELE NISSIM :: IL GIUDICE DEI GIUSTI

 

Sempre per il “Noncentranientissimo” segnalo un libro che vale la pena di leggere, almeno secondo me, che non c’entro assolutamente e anche meno, come si diceva una volta.

 

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Il libro è ” Il bene possibile”, di Gabriele Nissim, edizione Utet 2018.

 

Sviluppa l’argomento secondo il quale non è necessario essere eroi per agire bene ( infatti il sottotitolo è: ” Essere giusti nel proprio tempo”). Alterna insegnamenti di grandi personaggi alla descrizione di azioni coraggiose ed eroiche compiute da persone del tutto normali che, di fronte a scelte estreme, hanno preferito rimanere umani, trovando dentro se stessi il coraggio per farlo.
Gabriele Nissim, saggista e scrittore, è fondatore e presidente di Gariwo, la onlus che si occupa della ricerca di figure esemplari dei Giusti e della loro divulgazione, soprattutto tra i giovani.Nel 2003 ha promosso a Milano la costruzione del Giardino dei Giusti di tutto il mondo e in seguito la campagna che ha portato alla proclamazione della Giornata europea dei Giusti il 6 marzo, istituita dal Parlamento europeo nel 2012 e all’approvazione da parte del Parlamento italiano, nel dicembre 2017, della legge che istituisce la Giornata dei Giusti dell’umanità.

 

PRESENTAZIONE DELL’EDITORE:

Nel flusso incessante di crimini e ingiustizie che ogni giorno ci raggiunge attraverso mass media e social network, ci capita spesso di aderire a passeggeri moti di indignazione collettivi; in fondo è facile, e non ci costa nulla. Ben più difficile sembra invece schierarsi davvero, prendere posizione con il rischio di rimetterci in prima persona, riconoscere le scelte e le azioni giuste da opporre agli abusi che vengono compiuti davanti ai nostri occhi. Che cosa può fare, allora, chi vuole concretamente cambiare le cose? Secondo il Talmud ogni generazione conosce trentasei zaddiqim nistarim , i “giusti nascosti” che impediscono la distruzione del mondo. Con la memoria dei fatti del Novecento e lo sguardo rivolto al nostro presente, possiamo dire che per fortuna sono molti di più: non solo chi si oppose all’Olocausto, ma anche il colonnello sovietico Stanislav Petrov, che scongiurò una guerra atomica con gli Stati Uniti a costo di inimicarsi il suo stesso paese, o Hamadi ben Abdesslem, la guida tunisina che nel 2015, durante un attacco terroristico, ha scortato verso l’uscita del Museo del Bardo quarantacinque turisti italiani. Gabriele Nissim ci racconta queste e molte altre storie esemplari, con sapienza affabulatoria e persino una punta di ironia: «Perché i santi e gli eroi esistono solo nella nostra fantasia, mentre è stimolante scoprire che uomini normali, con gli stessi nostri difetti, sono stati capaci di compiere atti di coraggio in modo sorprendente e inaspettato». Alternando alle storie gli insegnamenti di Socrate, Marco Aurelio, Hannah Arendt, Etty Hillesum, Willliam Shakespeare o Baruch Spinoza, Il bene possibile ci mostra come l’esercizio del pensiero, della capacità critica e dell’empatia siano condizioni necessarie e sufficienti non soltanto per dirci umani, ma per restarlo nei momenti più difficili. E che la scelta non è tra un presunto Bene superiore e le piccole convenienze personali, né tra l’eroismo e l’accettazione passiva degli eventi. In verità, il giusto è semplicemente chi agisce per salvare una vita, anche se non ha nessuna possibilità di salvare il mondo intero. Lo fa comunque, perché è giusto farlo. «Dobbiamo abituarci a pensare che può diventare un uomo giusto chi è un imbroglione nella vita, chi ha abbracciato l’ideologia più assurda, chi aiuta gli altri senza mai volere rinunciare ai suoi piccoli vizi, chi vive nel modo più disordinato, chi apparentemente si presenta come il peggiore egoista. Non importa quello che faceva prima, ma come si è trasformato. Non esiste sulla faccia della terra un bene puro, ma sempre un bene fragile e contraddittorio.» «Il bene possibile di Gabriele Nissim è un viaggio nella luce della storia occidentale» – Fiona Diwan, “Il Foglio”

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