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http://cinelibri.iobloggo.com/1708/massimo-recalcati–l-arte-che-guarisce-la-nostra-ferita-
Massimo Recalcati: ” L’arte che guarisce la nostra ferita “
“””…< […] Il colmo del dolore non ha immagine, né suono e nemmeno può tradursi in parole; la sua esistenza è sempre nell’ordine dell’irrapresentabile. Il trauma non si decifra simbolicamente come fosse una metafora ma tende a ripetersi silenziosamente. […] Ciascuno di noi porta con sé le le cicatrici dei suoi dolori, dei suoi morti e delle sue molteplici separazioni. Camminiamo nel mondo sempre circondati dalle assenze che hanno segnato la nostra vita e che continuano a essere presenti tra noi. Il lavoro del lutto non ci libera da queste assenze sempre presenti, ma ci permette di continuare a vivere, di resistere alla tentazione di scomparire insieme a chi abbiamo perduto. Se il dolore, come la morte, è senza immagine, senza suono e senza nome, la pratica dell’arte sorge come un possibile lavoro intorno a questo suo carattere inesprimibile …. è questa altresì la lezione di tutta la grande arte: l’aspirazione alla forma sorge sempre da un confronto serrato con l’informe. Ogni artista, come accade nel testo biblico di Giobbe, lotta nella sua notte con un nemico mortale che non è altro che quella parte dell’esistenza che non può essere governata dall’ordine della ragione. Ogni artista si deve misurare col vuoto, con ciò che non ha forma, non ha limite, non ha un argine stabilito […]. …”””
(da Le idee Terza Pagina de la Repubblica di Sabato 12 Maggio 2018)