www. resistenza veneto.i / profili partigiane materiali / profilo Ena Viatto, pdf
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Ena Viatto all’età di 22 anni. Foto riprodotta all’Archivio Centrale dello Stato.
RICCARDO LOMBARDI
ENA VIATTO (1906-1986)
«Ci hanno dipinti come stravaganti e spregiudicati. Tali eravamo perché insofferenti di violenze, prevaricazioni, allergici a convenzioni e ipocrisie»
Prima del film Una vita difficile: Riccardo Lombardi colto all’uscita del cinema con la moglie 1961. Foto Archivio storico Luce.
Ena(Hena) Viatto nasce a Mogliano Veneto (Treviso) il 25 dicembre 1906. Insegnante, nota alla Polizia politica fin da ragazza ( in ACS, CPC, Fascicolo Li Causi, busta 2783) quando a Venezia conosce Girolamo Li Causi e si lega a lui. Il fratello di lei, Aldo, comunista, è arrestato il 21 novembre 1927, 22 enne, in seguito ad una perquisizione avvenuta nella casa della madre a Milano , dove risultano trasferiti dal 1924.
Per intervento di Li Causi diventa funzionaria del Pci con il compito di portare la stampa clandestina alle mondine nel vercellese. In seguito tiene collegamenti tra il centro interno e il mondo dell’emigrazione in Francia e in Svizzera. Nella redazione dell’Unità traduce articoli della Correspondance Internationale.
Nel ’27 raggiunge Li Causi a Parigi dove entra in contatto con Secchia, Teresa Noce, Camilla Ravera. Entrata nella clandestinità, munita di un falso passaporto elvetico, Ena si occupa della diffusione di materiale a stampa e di messaggi dall’Italia alla Svizzera (le donne che hanno questo ruolo sono note in gergo con il nome di fenicotteri).
Ha modo così di conoscere dall’interno la vita del partito, di avere rapporti con i principali dirigenti comunisti – in particolare con Tasca, Grieco, Roveda e Germanetto – e di incontrare lo stesso Togliatti.
Nel maggio 1928, a Marina di Pisa, Ena e Li Causi vengono arrestati. Giovanni De Luna tratteggia brevemente nel suo libro Donne in Oggetto, l’episodio dell’arresto di Ena, e gli oggetti che aveva con sè: “Una bottiglia con cipria, una spazzola per i capelli, uno spazzolino per i denti, la limetta per le unghie, uno specchietto, un pacchetto di shampo in polvere, delle forbicette, un tubetto di Kaloderma”.
Lei l’8 maggio viene trasferita alle Carceri Nuove di Torino. Ottengono di sposarsi nel carcere di Portolongone (isola d’Elba) un anno dopo, nell’aprile del ’29. Deferita al Tribunale Speciale, dopo alcuni mesi è prosciolta in istruttoria per insufficienza di prove. Con sentenza 12 febbraio 1930 il Pretore di Como ordina il doversi procedere per amnistia per contravvenzione di espatrio clandestino; nello stesso anno con sentenza del 27 febbraio è condannata a 30 giorni di reclusione per uso di passaporto falso col beneficio della non iscrizione nel Casellario penale.
Li Causi invece è condannato a venti anni e nove mesi di reclusione. Nello studio dell’avvocato Giovanni Ariis che l’aveva aiutata a uscire dal carcere, il 28 dicembre 1928 Ena ha conosciuto l’ingegnere Riccardo Lombardi (1901-1984).
Ecco come rievocherà questo primo incontro : «Scopro un modo di vivere per me inedito: senza il minimo complesso penso, parlo, polemizzo, ascolto. Abbiamo in comune spietatissimo il sense of humour».
Il primo agosto 1930 sono arrestati entrambi. Dopo un duro interrogatorio, in cui Lombardi subisce dure percosse, Ena è rilasciata, mentre Lombardi resta in carcere per 20 giorni.
In una memoria stesa più di cinquanta anni dopo e destinata ai nipoti, Ena racconta l’esperienza del carcere, l’inizio della storia d’amore con Lombardi e il loro arresto.
Nel ’36 ottiene il passaporto per recarsi in Svizzera per iniziare la procedura di divorzio da Li Causi, che è sempre in carcere a Civitavecchia. Dopo il matrimonio con Lombardi, Ena trova impiego presso la rappresentanza commerciale dell’Unione sovietica a Milano. La loro abitazione in via Calamata diventa uno dei maggiori centri organizzativi del Partito d’Azione di cui Lombardi è tra i fondatori.
E’ lei per conto di lui, gravemente malato dopo le percosse in carcere, a tenere i collegamenti con il PdA. Lo affianca per tutto il periodo della Resistenza di cui lui fu tra i massimi dirigenti come membro del CLNAI. Hanno avuto due figli: Lionello e Claudio.
Fonti:
Girolamo Li Causi, Il lungo cammino. Autobiografia 1906 – 1944, Roma, Editori Riuniti, 1974
Ena Viatto, Lettera ai miei nipoti [1985], dattiloscritto, in parte ripreso in Stefano Caretti (a cura di), Per Riccardo Lombardi, in “Quaderni del Circolo Rosselli”, IX, 4,Milano, Angeli, 1989 , pp 221- 224
Antonio Banfi, Ricordo di Ena Lombardi, in Per Riccardo Lombardi, pp.225-226 Giovanni De Luna, Donne in Oggetto. L’antifascismo nella società italiana 1922- 1939, Bollati Boringhieri 1995
Patrizia Gabrielli, Fenicotteri in volo. Donne comuniste nel ventennio fascista, Roma, Carocci, 1999
Carlo Patrignani, Io, il fenicottero di Riccardo, in “Left”, 13 ottobre 2006
Carlo Patrignani, Lombardi e il Fenicottero, L’Asino d’oro, Roma 2009
Luca Bufarale, La giovinezza politica di Riccardo Lombardi (1919 – 1949), tesi Dottorato Università di Padova, 2008
Un pensiero commosso di Nemo per Riccardo Lombardi, persona e socialista (azionista) straordinario. Sicuramente un uomo ‘eccezionale’ per tempi eccezionali. Compagno e maestro di vita, indimenticabile, di tanti giovani socialisti d’un tempo…. E la moglie Ena non da meno ! A conferma che non c’è uomo di grandi qualità che non abbia a fianco una donna di altrettante, spesso superiori, qualità.
VOLEVO RINGRAZIARVI PER LA LETTERA DI GRANDE ACCOGLIENZA CHE AVETE MANDATO A MARIO BARDELLI IN VISTA DI UNA SUA DESIDERATA MOSTRA AL VOSTRO SPAZIO DI BORDIGHERA. SIETE QUELLE RARISSIME PERSONE CUI CI SI PUO’ AFFIDARE QUANDO SE NE HA BISOGNO, RADIOSA GRATITUDINE – CHE SPERIAMO DI FESTEGGIARE INSIEME VEDENDOCI, CIAO, NOTTE BELLA, MIEI PEYNET, CHIARA— GRAZIE PER LA TESTIMONIANZA PERSONALE DI RICCARDO LOMBARDI, VALE DI PIU’ DI TANTI SCRITTI DEGLI STORICI NATURALMENTE