DOMENICO MARIA T. —IN QUATTRO PUNTATE… noi lo ringraziamo per l’importante contributo specialmente sui problemi del nostro sud, chiara per il blog

 

Risultati immagini per CON I PIEDI NEL FANGO

 

I.  COMMENTO AL LIBRO::

 

Ho letto il libro-intervista : Con i piedi nel fango e l’ho trovato, pur nella sua essenzialità, attento nell’analisi della situazione politica, realista nella proposta per uscire dalla crisi acuta che attanaglia la società italiana, a più livelli, non ultimo quello etico-civile.

Pubblicato nel febbraio di quest’anno non poteva presagire che con la sconfitta delle sinistra nelle sue varie articolazioni, la situazione si è ulteriormente aggravata regalandoci il governo legastellato che, a mio avviso, segna il punto più basso della democrazia e della storia italiana.

La terapia suggerita da Carofiglio ha ancora una sua validità, quando parla-mutuandola da Fromm, di Rivoluzione della Speranza. Compito della sinistra, qui ed ora, è rifondarsi nel linguaggio riscoprendo e praticando la cultura della giustizia sociale, del lavoro, della solidarietà concreta, troppo sacrificata o del tutto dimenticata per aver fatto propria l’ideologia neoliberista.

Ricominciare a parlare con il popolo e capirne i reali bisogni, dismettere le pratiche deleterie del settarismo, del liderismo, del dogmatismo che hanno dato continue delusioni. Uscire dal fango in cui ci troviamo-sono d’accordo con l’autore-occorrono contemporaneamente lucidità, pragmatismo, ma dato che per costruirsi come alternativa per la sinistra si tratta di un lavoro di lunga lena, non devono mai venir meno il principio speranza, il senso dell’utopia che il cambiamento è possibile.

 

II. LA POLONIA E L’EUROPA

 

La Polonia ha una storia tormentata, vittima sacrificale nei secoli di potenze europee. Dopo la seconda guerra mondiale è stata sottomessa dalla Russia di Stalin e non ha respirato minimamente un clima di libertà durante il periodo della guerra fredda.Prima del crollo del comunismo con il movimento di Solidarnosch ha raggiunto la sua totale indipendenza schierandosi con determinazione con l’Occidente. Il clima di repressione descritto dal giornalista Bartosz Wielinski preoccupa non poco i convinti europeisti.Il clima repressivo verso chi manifesta a sostegno dell’Ue esemplifica lo status di crisi politica acuta in cui versa. L’alleanza del gruppo dirigente con i Paesi di Visegrad evidenzia le forti divisioni interne e l’assenza di leader illuminati. Per la Polonia non c’è futuro fuori dall’Ue, né si possono accampare diritti, quando non si assolvono i doveri fondamentali. Il rifiuto pregiudiziale ad accogliere i migranti non è degno di un popolo cattolico. C’è da sperare che le forze politiche e culturali di orientamento europeista abbiano ragione dei sovranisti e populisti dell’ultima ora. Come sesto Paese, la Polonia è importante per l’Ue, unica entità politica ed economica che, solo unita, può competere con la Russia, gli Stati Uniti e le altre potenze emergenti.

 

 

III.  IL NUOVO VOLTO DELL’EUROPA

 

L’Ue dei burocrati e tecnocrati ha fallito; non convincono d’altronde minimamente gli antieuropeisti che non vogliono fare i conti con la Storia, arroccati a difendere i nazionalismi del passato recente e lontano. L’Ue va radicalmente cambiata: vanno messi al centro i bisogni e i diritti dei popoli, anche di quelli di altri Continenti, a partire dai migranti su cui il vecchio Continente ha dimostrato il top della fragilità e della divisione; finora essa ha privilegiato gli interessi della grande finanza e delle banche e l’euro è stata la sua vera, unica fede. Andando avanti con gli egoismi nazionali non andremo da nessuna parte. Il disegno di cui sopra esprime al meglio lo status dell’attuale Unione Europea. Alle elezioni del prossimo anno bisogna preparasi nel migliore dei modi per premiare quelle forze che vogliono cambiarla radicalmente, che presentano politici competenti e colti. Battere gli euroscettici come Salvini e Di Maio, per restare in Italia, si può, bisogna crederci . Solo un’UE unita politicamente, con una leadership autorevole ed illuminata, potrà essere all’altezza del mondo globalizzato, competere con le vecchie e nuove potenze planetarie. Sarebbe ora che la lezione della storia venisse interiorizzata: la Brexit si è rivelata un errore, come constatiamo tutti, la dice lunga sulla necessità storica dell’Unità Europea, a tutti i livelli.

 

IV. IL DRAMMA DEI MIGRANTI / LA QUESTIONE MERIDIONALE

 

Si parla giustamente del dramma dei migranti che vengono dall’Asia e dall’Africa verso cui gli egoisti e gli xenofobi invocano i respingimenti, i muri, mentre le merci viaggiano per tutte le latitudini. Da che mondo è mondo esistono le migrazioni di popoli. Non si fa cenno minimamente alla riemergenza dell’emigrazione dal nostro Meridione verso il Nord e verso altri Paesi dell’Europa. Negli ultimi venti anni circa due milioni di giovani, per lo più diplomati e laureati, hanno lasciato le regioni del Sud: un capitale umano ed intellettuale che emigrando impoverisce ulteriormente il Mezzogiorno. Nell’agenda dell’attuale governo giallo-verde, al di là delle rituali promesse, non si parla di misure concrete, di investimenti per il lavoro e le imprese, per modernizzare le infrastrutture,  mettere in sicurezza il territorio. I due vicepresidenti Salvini e Di Maio, per ragioni elettorali,  si preoccupano di realizzare “riforme impossibili”: Flat tax, reddito di cittadinanza….Ben altro approccio,ben altri provvedimenti ci si aspettavano dal ministro dello sviluppo alla sempre aperta questione meridionale.

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *