Carlo Carra. 33 tavole
Longhi Roberto
Nel 1937, dedicandogli una breve ma autorevole monografia [fig. 1] edita da Giovanni. Scheiwiller per le edizioni milanesi Ulrico Hoepli…
EDITO DA SCHEIWILLER -DISTRIBUITO DA HOEPLI
Carlo Carrà. Catalogo della mostra (Milano, 4 ottobre 2018-3 febbraio 2019). Ediz. illustrata. Con CD-Audio
Carlo Dalmazio Carrà (Quargnento, Alessandria 1881 – Milano, 1966)–è stato un pittore italiano che aderì al futurismo e poi alla corrente metafisica. Erede della tradizione ottocentesca prende parte a tutte le vicende del rinnovamento artistico dell’epoca nuova, dal Futurismo alla metafisica, dal Novecento, ai Valori Plastici.
carlo carra’, la strada di casa, 1900
« Fuori dalle case mi volsi a guardare il paese, che era chiaro nel biancheggiare dell’alba, e un singhiozzo mi fece un groppo alla gola. Sentivo confusamente che lo lasciavo proprio per sempre ». ( C. Carrà, La mia vita, Milano, 1943 )
ROBERTO LONGHI GIOCA A BOCCE CON CARLO CARRA’ A VIAREGGIO NEL 1935
PERIODO FUTURISTA
Nel 1910 Carlo Carrà firma il Manifesto dei Pittori Futuristi di Marinetti, insieme a Umberto Boccioni e Russolo. All’appello rispondono Balla e Severini: da qui nasce il futurismo italiano che esprime l’amore per la velocità, la tecnologia e la violenza.
PERIODO METAFISICO
Carlo Carrà, Solitudine, 1917, crediti Studio fotografico Carlo Carrà, Milano
Mentre matura in lui la crisi del futurismo, l’artista entra in un periodo di riflessione e di studio dei classici come Giotto e Paolo Uccello, realizzando nello stesso tempo i suoi primi quadri metafisici. Chiamato alle armi, Carrà viene ricoverato nell’ospedale militare di Ferrara dove incontra i pittori metafisici Savinio, Govoni, De Pisis e De Chirico con il quale inizia una lunga corrispondenza, dando vita con loro alla “Scuola” della pittura metafisica.
PERIODO DEL REALISMO LIRICO
Carlo Carrà
L’attesa, 1926
olio su tela, cm. 95×100
Nel 1921, “L’Ambrosiano”, l’importante quotidiano milanese, gli affida l’incarico di critico d’arte, una posizione influente che Carrà manterrà per diciassette anni. Nello stesso anno inizia la terza stagione della ricerca artistica, di Carlo Carrà, il cosiddetto “realismo lirico”, considerata dai contemporanei la stagione della maturità artistica del pittore, “dopo gli errori di gioventù del futurismo e della metafisica”. È il periodo naturalista di Carlo Carrà: i paesaggi diventano il suo soggetto prediletto da ritrarre e, dal 1921 al 1925, dipinge marine in Liguria, laghi e campagne in Lombardia, poi nel 1926 in Versilia, rimane folgorato dai paesaggi luminosi e solitari, le spiagge deserte, i monti sul mare della Toscana ed i capanni abbandonati. Forte dei Marmi, dove giunge nel 1926, diventa la sua seconda patria, vi abita a lungo, ritraendo una Versilia che non esiste più.
Nel 1933 Carrà sottoscrive il Manifesto della pittura murale di Sironi e nel 1941, in riconoscimento della sua arte, viene nominato professore di pittura all’Accademia di Brera. Nel 1962, quattro anni prima della sua morte, al Palazzo Reale di Milano viene allestita una mostra antologica della sua opera. In seguito ad una malattia fulminante, Carrà muore il 13 aprile del 1966.
MUSEO DI FERRARA