limes online, LO STRILLONE DI BEIRUT, 22-11-2018
L’ergastolo a un ricercatore britannico non mette in discussione
l’alleanza tra Londra
e gli Emirati
LO STRILLONE DI BEIRUT
Dettaglio di una carta di Laura Canali.
22/11/2018
Dopo il caso Khashoggi c’è la vicenda di Matthew Hedges,
condannato ad Abu Dhabi: le petromonarchie del Golfo
sanno che le potenze anglosassoni non le abbandoneranno.
di Lorenzo Trombetta
Il presidente americano Donald Trump ha ringraziato
l’Arabia Saudita per aver calibrato nuovamente al
ribasso il prezzo del petrolio e nel suo messaggio a Riyad
non ha ovviamente menzionato il caso di Jamal Khashoggi,
il giornalista saudita ucciso il 2 ottobre nel consolato saudita
di Istanbul per l’omicidio del quale la Cia accusa il principe
ereditario Muhammad bin Salman, uomo forte di Riyad.
Nelle stesse ore, il ricercatore britannico Matthew Hedges,
31 anni, veniva condannato in primo grado negli Emirati
Arabi Uniti all’ergastolo (25 anni di detenzione secondo
l’ordinamento emiratino) perché riconosciuto colpevole di
spionaggio a favore dei servizi di intelligence di Sua Maestà.
Solo dieci giorni fa, il ministro degli Esteri britannico
Jeremy Hunt si era recato in visita ad Abu Dhabi per parlare,
prima di tutto, del caso del giovane ricercatore. Nelle dichiarazioni
seguite alla condanna in primo grado, Hunt afferma di essere rimasto
sbigottito. Ad Abu Dhabi aveva ricevuto rassicurazioni e non minacce, evidentemente.
La potenza energetica saudita, la posizione geopolitica
dei due paesi del Golfo, la loro forza negli investimenti
e la graduale espansione economica-commerciale degli
Emirati ben oltre l’Oceano Indiano fanno sì che gli Stati Uniti e
la Gran Bretagna si trovino a dover subire le decisioni di Riyad e
Abu Dhabi. Corsi e ricorsi della storia: prima Londra, in epoca modernae
fino alla Seconda guerra mondiale, poi Washington, dopo il secondo confitto
mondiale, hanno svolto un ruolo di potenze coloniali nei confronti dei regimi
arabi del Golfo. Le élite di questi due paesi si sono formate prima
di tutto nelle accademie militari e politiche della sfera anglosassone.
L’alleanza di Usa e Gran Bretagna con Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti è strategica. Nel lungo termine. Per questo l’omicidio di Khashoggi e la vicenda di Hedges non potranno metterla in discussione. Il primo è stato forse usato da Washington in maniera tattica per tentare di esercitare pressioni su Riyad: sulla Siria (pagamento di una parcella saudita per finanziare l’egemonia americana tra Eufrate e Tigri) e sullo Yemen (decisione Usa di interrompere il rifornimento in aria dei jet della Coalizione araba anti-Huthi; richiesta a Riyad di sospendere l’offensiva di terra su Hudayda). Il secondo può essere usato invece da Abu Dhabi per imporre la sua agenda economia e commerciale alla Gran Bretagna, ex potenza imperiale marittima con interessi non solo nel Corno D’Africa e al largo di Aden, ma anche nel Mediterraneo orientale, a Cipro, dove gli Emirati puntano a stabilirsi.
Intanto, mentre il mediatore Onu Martin Griffiths è giunto a Sanaa (capitale controllata dagli huthi) per preparare i colloqui inter-yemeniti di dicembre in Svezia, sono ripresi intensi gli scontri a Hudayda, sul Mar Rosso, tra forze lealiste filo-Riyad e filo-Abu Dhabi e insorti huthi. Sono ripresi i lanci di missili balistici da parte degli insorti contro obiettivi in Arabia Saudita (nella regione di Asir, al confine con lo Yemen). Così come sono ripresi i raid aerei della Coalizione contro territori yemeniti in mano agli Huthi.
Di certo, il rispetto dei diritti umani e le accuse di spionaggiosono nuovamente usati in maniera strumentale e temporanea. La posta in gioco è ben altro.
Yemen senza pace
La rassegna dal e sul Medio Oriente. Oggi: l’accordo annunciato da John Kerry tra le parti belligeranti in Yemen è stato smentito dal governo filo-saudita; sempre in Yemen, Riyad marginalizza il ruolo degli Emirati Arabi; in Siria è cominciata la vasta operazione aerea lealista “Tempesta del nord 2”.
L’Arabia Saudita perde terreno
Notizie dal e sul Medio Oriente.
Oggi: l’Arabia Saudita perde terreno nei confronti dell’Iran e si deve guardare anche dagli Emirati. Erdoğan preme su Israele ed Egitto usando la carta del Sinai. A Riyad molti tra coloro messi agli arresti al Ritz patteggiano e tornano liberi.
Il fronte saudita-emiratino si spacca in Yemen
Le notizie dal e sul Medio Oriente.
Oggi: Gli scontri tra secessionisti yemeniti sostenuti dagli Emirati e il governo di Hadi sostenuto dall’Arabia Saudita segnano una crepa nell’intesa tra Abu Dhabi e Riyad.
Iniziano a Sochi i negoziati sulla Siria patrocinati dalla Russia. Crescono gli appelli egiziani per boicottare le elezioni presidenziali.
ISRAELE-ARABIA SAUDITA-EMIRATI, STRANO TRIANGOLO ALL’OMBRA DI TRUMP
Su impulso dei leader effettivi di Riyad e Abu Dhabi, Muḥammad bin Salmān e Muḥammad bin Zāyid, si sta formando un rapporto tattico con Israele. Ma le mosse precipitose della Casa Bianca e la reazione di re Salmān potrebbero incrinarlo. L’‘accordo del secolo’.
Eurobilancio, Yemen, Ucraina in armi: il mondo oggi
Il viaggio di re Salman, l’assalto a Hudayda, la tensione sull’Eufrate: 7 giorni in Medio Oriente
L’ergastolo a un ricercatore britannico non mette in discussione l’alleanza tra Londra e gli Emirati
L’ergastolo a un ricercatore britannico non mette in discussione l’alleanza tra Londra e gli Emirati
Trump all’assalto della Cina
L’ergastolo a un ricercatore britannico non mette in discussione l’alleanza tra Londra e gli Emirati
L’ergastolo a un ricercatore britannico non mette in discussione l’alleanza tra Londra e gli Emirati
Airbnb e i confini di Israele