DONATELLA D’IMPORZANO
Maggie Gyllenhaal è una donna frustrata dalla mediocrità, che vuole proteggere poesia e talento.
Lontano da qui, la ricerca della bellezza in un film delicato e affascinante…
“Lontano da qui” di Sara Colangelo, una regista statunitense di ascendenze italiane.
NELLE FOTO SOPRA :: LA REGISTA SARA COLANGELO
Il film, del 2018, ha vinto il premio per la miglior regia al “Sundance”.
Lisa, la protagonista, è una maestra d’asilo, molto sensibile e brava con i suoi piccoli allievi. Ha un’età tra i quaranta e cinquanta, un marito e due figli adolescenti in conflitto continuo con lei. Si è iscritta ad un corso di poesia, che è la sua vera passione. Scopre tra i suoi giovanissimi alunni il talento poetico di Jimmy, capace di comporre con incredibile disinvoltura le poesie che lei desidererebbe scrivere. Alla scuola di scrittura poetica che frequenta le spaccia come sue e nota l’ammirazione del maestro e degli altri per quei versi. Il bambino è accompagnato a scuola da una tata, ha una famiglia che si occupa poco di lui e che è assolutamente estranea alle inclinazioni naturali del piccolo. Il padre, con cui Lisa riesce dopo molti tentativi a parlare, la considera un pericolo, perché lui vuole per il figlio una vita fatta di carriera e di soldi.
Lisa non demorde: riesce, con un sotterfugio, a fare partecipare il bambino ad un reading di poesia. Alla fine della manifestazione i presenti scoprono che le poesie, a suo tempo lette da Lisa come sue, sono invece del bambino, che del resto non sa ancora scrivere. Il maestro della scuola di scrittura poetica, che l’aveva ammirata e con cui c’era stato anche un incontro più intimo, reagisce male e l’accusa di essere un’imbrogliona, vietandole di seguire ancora la scuola.
Il padre di Jimmy fa cambiare asilo al figlio, ma Lisa non si arrende. Con uno stratagemma lo prende con se’e si allontana per una località sperduta con il piccolo. Jimmy per un po’ accetta la situazione, ma poi, spaventato, chiude Lisa nel bagno della camera d’albergo e chiama la polizia ( il numero glielo suggerisce la stessa Lisa attraverso la porta).
Finalmente aperta la porta, la donna, che stava facendosi la doccia, si riveste per essere presentabile all’arrivo delle forze dell’ordine e l’unica cosa che dirà a Jimmy è” Così diventerai una nullità come loro”.
La storia si conclude con il bambino che si allontana sulla macchina della polizia.
E’ una storia che mette in contrasto due mondi che non riescono a parlarsi: il mondo della realtà chiuso, crudele, convinto della sua superiorità e il mondo di Lisa che, per non cadere nell’irrealtà avrebbe bisogno di essere maggiormente capito da chi le sta intorno, forse semplicemente un po’ più di attenzione e di tenerezza.
Ovviamente vince spietatamente il mondo di fuori, ma lascia allo spettatore molti pensieri sul “mondo lontano da qui”.
Bravissima la principale interprete, Maggie Gyllenhaal, che riesce a trasmettere lo spaesamento di una donna di mezza età, che vorrebbe attuare le sue aspirazioni per mezzo di un bambino dotato di un talento che lei non ha. La vera ingenua è lei, che non riesce a distinguere ciò che è possibile da ciò che è proibito. Chi vince alla fine è la società, ciò che è “importante” da ciò che è trascurabile per il senso comune. Insomma, una storia profondamente tragica, che apre uno sguardo sui tanti muri invalicabili attorno a noi.