DARIO PAPPALARDO, ” Grazie al #Metoo il mondo scopre il genio di Artemisia “—REPUBBLICA DEL 22-12-2018, pag. 34

 

 

REPUBBLICA DEL 22-12-2018 pag. 34

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Artemisia Gentileschi: Autoritratto come Santa Caterina d’Alessandria

 

 

CULTURA

Il caso

Grazie al #Metoo il mondo scopre il genio di Artemisia

DARIO PAPPALARDO

Contemporanea di Caravaggio e figlia di Orazio Gentileschi che di Merisi era amico. Denunciò il suo stupratore e visse una vita libera ed emancipata.  Ecco come, dagli Uffizi a Londra a Madrid si riscatta un’artista dimenticata

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C’è un fantasma che si aggira nei musei e nelle case d’asta europee, chiedendo vendetta. È quello di Artemisia Gentileschi. La sola pittrice donna del Seicento (1593-1654) passata realmente alla storia si sta prendendo la sua rivincita. Se c’è qualcuno che, nel 2019, rischia di oscurare l’anniversario di Leonardo e la popolarità di Caravaggio, è sicuramente lei.

Le premesse ci sono tutte. Il 19 dicembre scorso la National Gallery di Londra ha dato il benvenuto in collezione all’Autoritratto come Santa Caterina d’Alessandria.

Acquistato a luglio dagli antiquari Voena e Moretti per 4,7 milioni di dollari (attuale record dell’artista), restaurato in diretta social con filmati molto condivisi, colma una lacuna nelle sale del primo museo d’Inghilterra. «Da tempo inseguivamo l’opportunità di avere un’Artemisia», ha detto il direttore Gabriele Finaldi. «È un regalo alla nazione giusto in tempo per Natale». Per tesaurizzare l’acquisto e mettere a tacere le voci contrarie all’operazione per ragioni di budget, la National Gallery, che nelle sue raccolte conta appena 23 opere firmate da signore, ha in programma di investire concretamente su Gentileschi. Dalla primavera il quadro viaggerà per la Gran Bretagna. La prima tappa, il 6 marzo, è la Women’s Library di Glasgow, dove la tela sarà esposta in occasione della festa della donna. Tanto per accrescere il culto e alimentare il feticismo verso un’artista che conserva un potenziale pop tuttora inespresso. La tournée sarà la preparazione al grande evento: tra aprile e luglio 2020, il museo di Trafalgar Square ospiterà la prima mostra britannica dedicata ad Artemisia con oltre 35 dipinti in arrivo.

Stavolta, più che alla storia dell’arte – al leggendario Roberto Longhi, autore del fondamentale saggio Gentileschi padre e figlia (1916), e ad Anna Banti, autrice del romanzo del 1947 – la riscoperta di Artemisia si deve ad Asia Argento e ad Harvey Weinstein. Perché la Giuditta che taglia la testa di Oloferne, ritwittata fino allo stremo, è diventata l’icona digitale del #MeToo, attribuendo nuovamente alla pittrice il ruolo di femminista ante litteram. Se Caravaggio è rilanciato nell’immaginario collettivo come il pittore maledetto, Artemisia, nata a Roma vent’anni dopo di lui e per di più figlia di Orazio, artista amico di Merisi, è l’eroina che denuncia il suo stupratore: Agostino Tassi, portato a processo nel 1612.

Se le geniali invenzioni di Caravaggio incontrano il gusto contemporaneo per la violenza e il voyeurismo, concedendoci l’illusione di ritrovare sulla tela le vere reliquie di una vita maledetta, le opere di Gentileschi si candidano a fare altrettanto.

Così nella decapitazione di Oloferne si può leggere quella metaforica di Tassi. E il gesto di Giuditta che uccide il nemico diventa quello di Artemisia che vendica la violenza subita. Ce n’è abbastanza perché il nostro bisogno di non fiction venga appagato un’altra volta e trasformi Artemisia in un nuovo oggetto del desiderio.

 

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Nacimiento de San Juan Bautista (Artemisia Gentileschi)—Museo del Prado info pic

 

 

 

Il risultato è che i dipinti dell’artista stanno uscendo dal dimenticatoio.

Dall’inizio di dicembre il Prado di Madrid ha esposto nella sala 7 La nascita del Battista: il quadro, quasi sempre relegato nei depositi (dal 1999 a oggi è stato visibile per appena 26 mesi) figura finalmente tra le opere di prima fila del barocco. «Lo presteremo un’altra volta e poi basta: proprio per la mostra di Londra del 2020», ha annunciato il direttore Miguel Falomir. La riqualificazione di Artemisia passa anche attraverso gli Uffizi. La Giuditta, per molto tempo in ombra, dalla primavera scorsa occupa la stessa stanza del Sacrificio d’Isacco di Caravaggio: dalla porta si vede anche la Medusa. «È ora di tirare fuori le artiste dai depositi» spiega Eike Schmidt, il direttore delle Gallerie fiorentine che dal 2016 organizzano mostre con protagoniste donne. «Nel successo di Artemisia la componente biografica è molto importante: il suo caso somiglia molto a quello di Frida Kahlo. Questo, però, non deve togliere nulla alla sua arte. Ci sono tante pittrici del passato che meritano di essere scoperte dal grande pubblico: penso a Plautilla Nelli, Beatrice Siries o a Elisabetta Sirani, che era molto più produttiva dei maschi della sua famiglia. Con altre istituzioni dobbiamo mettere insieme le tessere per comporre un mosaico di storie dimenticate».

Intanto, questo è il “momento Gentileschi”, a costo di semplificazioni. «Se Artemisia dipinge Giuditta che decapita Oloferne non lo fa pensando al suo stupratore, ma perché riprende modelli pittorici del tempo, a partire da Caravaggio», precisa la storica dell’arte Francesca Cappelletti. «La sua vicenda va al di là di quanto le accade a Roma nel 1611. È una personalità interessantissima: è la prima donna a essere ammessa all’Accademia del disegno di Firenze, dipinge un affresco a Casa Buonarroti, diventa imprenditrice di se stessa, è in contatto con Galileo, viaggia da sola da Napoli a Londra nell’Europa del 1638. Il ritratto delle eroine storiche diventa il suo specifico: i collezionisti del Seicento finiscono per voler collezionare lei più che le sue opere».

Artemisia Gentileschi (1593 - 1653) Lucretia, oil on canvas, 133 x 106 cm, estimate €500,000 - 700,000

Artemisia Gentileschi (1593 – 1653) Lucretia, oil on canvas, 133 x 106 cm

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Vienna | Palais Dorotheum

 

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INTERNO

 

Il mercato si sta risvegliando adesso. A ottobre, da Dorotheum, a Vienna, una Lucrezia è stata aggiudicata per 2,1 milioni di dollari ed è entrata in una raccolta australiana. Confermando un interesse in crescita sin dal 2014, quando da Sotheby’s, a Parigi, una Maddalena è stata venduta a 1,1 milione di dollari partendo da una stima di circa 200 mila. Dopo il tour inglese e la mostra della National Gallery, si attendono quotazioni in ascesa. Tante Artemisia – o presunte tali – sono pronte a invadere l’art market: il catalogo delle opere certe (una cinquantina) è ancora da approfondire e sistemare. La corsa verso il record è lunga. Perché avrà anche decapitato Oloferne, ma Artemisia Gentileschi, almeno sul mercato, non è ancora riuscita a “uccidere” il padre. La Danae di Orazio, acquistata dal Getty nel 2016, vale 30,4 milioni di dollari.

Orazio Gentileschi, c, c. 1623, oil on canvas, 63 ½ by 89 ¼ in (161.3 by 226.7 cm.)–The Getty Center, Object 133975 

 

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