il comune di CHIUSDINO dove si trovano l’Eremo di Siepi e L’abbazia di San Galgano
Eremo di Montesiepi—anche ” Rotonda di Montesiepi ”
Eremo di Montesiepi (Siena) visto dall’abbazia di San Galgano— – Opera propria
Opera propria
–INTERNO
Interno—cisko66
Interno verso l’ingresso— – Opera propria
Interno della cupola— – Opera propria
Abside e altare— – Opera propria
Cappella trecentesca— – Opera propria
Spada di san Galgano— – Opera propria
Ambrogio Lorenzetti – Storie di San Galgano – affreschi – Eremo di Montesiepi, Chusdino
Maestà e storie di San Galgano affreschi strappati dalla chiesa di San Galgano a Montesiepi (Chusdino). AMBROGIO E PIETRO LORENZETTI
Si deve ad un’intuizione di Frederick Mason Parkins la rivalutazione della decorazione pittorica della cappella di San Galgano a Montesiepi, da lui portata all’attenzione della critica nel 1904 e giustamente avvicinata alle opere certe del catalogo di Ambrogio Lorenzetti. Il ciclo, oggi assai deteriorato, orna la cappella annessa alla chiesa romanica di San Galgano. Un edificio quest’ultimo, di forma circolare, poco distante dalla celebre abbazia cistercense, costruito per commemorare il luogo della conversione del santo: dove cioè, egli infisse nella roccia la spada dall’elsa a forma di croce. Gli affreschi superstiti si distribuiscono sulle volte e su tre delle quattro pareti dell’ambiente. Su ognuna di esse la figurazione doveva trovare posto all’interno della lunetta e nel registro mediano, sviluppandosi ai lati delle finestre fortemente strombate disposte nella parte centrale dei muri. La fascia inferiore è concepita come una balza a finto marmo. Nella parete dietro l’altare, la lunetta presenta una straordinaria, originalissima Maestà. La Vergine, in trono, è affiancata da due gruppi di angeli che le offrono vassoi con rose e gigli: i più tipici attributi mariani, come a Siena aveva stabilito Simone Martini nella sua Maestà del Palazzo Pubblico. Attorno alla Regina del cielo sono disposte due schiere di santi; ai suoi piedi giace una languida Eva avvolta in una morbidissima tunica bianca, con le spalle coperte da una pelle di capra (simbolo della lussuria). La progenitrice regge in una mano un ramo di fico (evidente richiamo al peccato) e nell’altra un cartiglio in cui, rivolgendosi all’osservatore in prima persona spiega il significato teologico del suo ruolo e di quello della Madre del Salvatore (“ Fei peccato perché passione sofferse Cristo che questa reina portò nel ventre a nostra redentione”).
L’area sottostante è occupata dai protagonisti di un’Annunciazione di pregevoli fattezze. In occasione dei restauri del 1966, sotto l’intonaco di questa scena fu rinvenuta una sinopia che ha rivelato in maniera lampante quale fosse stata l’originaria soluzione per rappresentare la Vergine: si mostrava spaventatissima aggrappandosi ad una colonna. L’insolita iconografia adottata da Ambrogio, probabilmente giudicata troppo ardita, fu ben presto fatta modificare da un altro pittore, affinché definisse l’immagine di una Maria ‘normalizzata’, che devotamente piega la testa alle parole dell’annuncio e tiene le mani conserte sul petto.
A rendere più difficile l’interpretazione delle pitture di Montesiepi sono le loro assai precarie condizioni conservative. Ora staccati, nel laboratorio di Santa Maria della Scala, troveranno forza di recupero e una più approfondita rilettura storico-iconografica.
Ambrogio Lorenzetti, affreschi dell’eremo di Montesiepi
San Michele e san Galgano, dagli affreschi di Montesiepi
LE DUE IMMAGINI SOPRA VENGONO DALLA GRANDE MOSTRA SU AMBROGIO LORENZETTI A SIENA DELL’OTTOBRE 2017 — forse erano già stati restaurati
Interno dell’abbazia di San Galgano— – Opera propria
L’abbazia di San Galgano è un’abbazia cistercense, sita ad una trentina di chilometri da Siena, nel comune di Chiusdino.
Il sito è costituito dall’eremo (detto “Rotonda di Montesiepi“) e dalla grande abbazia, ora completamente in rovina e ridotta alle sole mura, meta di flusso turistico.
Di san Galgano, titolare del luogo che si festeggia il 3 dicembre, si sa che morì nel 1181 e che, convertitosi dopo una giovinezza disordinata, si ritirò a vita eremitica per darsi alla penitenza, con la stessa intensità con cui si era prima dato alla dissolutezza.
Il momento culminante della conversione, avvenne nel giorno di Natale del 1180[1], quando Galgano, giunto sul colle di Montesiepi, infisse nel terreno la sua spada, allo scopo di trasformare l’arma in una croce; in effetti nella Rotonda c’è un masso dalle cui fessure spuntano un’elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglas. L’evidente eco del mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della Tavola Rotonda e la storia del santo chiusdinese
wikipedia — continua:: di qui anche le foto che seguono
https://it.wikipedia.org/wiki/Abbazia_di_San_Galgano
Esterno dell’abside— – Opera propria
Veduta aerea— – Opera propria
L’abbazia vista dal lato destro— – Opera propria
Il rosone sovrastato dall’oculo— – Opera propria
La sezione ricostruita del chiostro— – Opera propria
Interno dello Scriptorium—- – Opera propria
DUE BELLE FOTO DELL’ABBAZIA DA :: https://www.architetti.com/san-galgano-abbazia-valorizzazione.html
San Galgano: l’Abbazia, passata dallo Stato al Comune, sarà valorizzata con un progetto pluriennale
VISITARE L’ABBAZIA:::
Attualmente, è possibile visitare l’Abbazia di San Galgano tutti i giorni, dalla mattina fino al tramonto, con orari che variano a seconda delle stagioni:
- da novembre a marzo dalle 9:00 alle 17:30
- in aprile, maggio ed ottobre dalle 9:00 alle 18:00
- in giugno e settembre dalle 9:00 alle 19:00
- in luglio e agosto dalle 9:00 alle 20:00
Il biglietto d’ingresso costa 3,50 euro (qui tutte le informazioni).
articolo di gloria alberti