PAOLO GRISERI::: 200.000 (quasi) A ROMA IN PIAZZA CON I SINDACATI —RICHIESTE AL GOVERNO CHE, IN MOLTI, FORSE, HANNO VOTATO–REPUBBLICA DEL 10 FEBBRAIO 2019

 

Risultati immagini per manifestazione dei sindacati a roma ieri immagine?

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REPUBBLICA DEL 10 FEBBRAIO 2019 -pag. 

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Il corteo a Roma

In 200mila in piazza con i sindacati ” Il governo esca dalla realtà virtuale”

Dopo quasi sei anni Cgil, Cisl e Uil tornano a sfilare insieme. Ma tra i manifestanti c’è anche chi ha votato Lega L’esordio di Landini da segretario generale della confederazione: ” Non contro qualcuno ma per l’occupazione”

Paolo Griseri,

 roma

 

Lo striscione si fa strada davanti alla stazione Termini. È un lenzuolo bianco con una scritta nera. Arriva da Foggia, lo portano i lavoratori del Cara di Borgo Mezzanone: «Siamo in 70 e rischiamo il posto » . Effetti indiretti del decreto sicurezza di Salvini. La scritta spiega: «Sì a immigrazione controllata, no a perdita di posti di lavoro » . Colpisce lo slalom che i dipendenti del Cara sull’orlo della chiusura sono costretti a fare, in bilico tra le due italie, quella solidale e quella razzista. Immigrazione sì ma controllata dunque. È solo una delle tante facce di un corteo sorprendente per adesione. Sorprendente anche per la presenza, ed è una prima volta, di imprenditori. Una delegazione di aziende della Romagna entra nel corteo chiedendo al governo di « investire sul gas naturale italiano » . E dunque no al decreto che blocca le trivelle in Adriatico. « Se siamo qui – spiega uno dei titolari delle imprese – è perché la situazione è davvero grave » . Operai e padroni uniti nella lotta.

È una prima volta anche per Maurizio Landini, la prima da segretario generale della Cgil. Compare in via Amendola e subito viene assalito dalle telecamere: « Non sono abituato, devo ancora rendermi conto » , confessa. Non sarà certo la prima manifestazione cui partecipa..: « Ma da segretario generale è davvero una cosa diversa». L’effetto- Landini si vede subito nelle continue richieste di selfie e interviste. «La nostra non è una manifestazione contro qualcuno ma per il lavoro » , sintetizza lui. Accortezza, quella di non attaccare direttamente il governo, che si spiega con la composizione stessa della piazza. Lo racconta bene Gianfranco Refosco, che guida una foltissima delegazione della Cisl veneta: « Siamo arrivati con 40 pullman. Non abbiamo avuto difficoltà a riempirli. Anche se penso che molti di coloro che hanno fatto il viaggio con noi abbia votato per la Lega » . E allora perché venire a Roma a protestare? «Perché questa non è una manifestazione contro il governo. È un corteo per avere le infrastrutture, per portare la Pedemontana oltre Brescia, per dare alle nostre imprese il sistema logistico necessario per farle competere. Perché solo così si garantisce il lavoro » . Il senso di questa protesta è in uno striscione della Uil: « No Tav, No Triv, No Tap = No Lav » . Dove naturalmente «Lav» sta per lavoro.

La piazza si riempie in fretta e molta parte del corteo si ferma nelle vie laterali. È la prima volta da quasi 6 anni, dal 22 giugno 2013, che Cgil, Cisl e Uil non organizzavano una manifestazione unitaria. Era appena nato il governo Letta. Anche allora si chiedeva «una politica che incentivi investimenti e dunque posti di lavoro » . Che cosa è successo in questi anni? Nessuno dei tre segretari generali di allora guida oggi una delle tre organizzazioni. Ma sul palco ci sono molti protagonisti del passato. «Sarebbe un grave errore dare un valore partitico a questa piazza», dice Sergio D’Antoni. E ricorda che « già nel ‘ 94, alla manifestazione contro i provvedimenti di Berlusconi, molti avevano votato Forza Italia». «Anche qui – immagina Luigi Angeletti – ci saranno molti pentiti di aver scelto i partiti di governo».

L’importante è non buttarla in politica: «Abbiamo richieste di merito su pensioni e fisco e per questo chiediamo di essere ascoltati. Siamo un sindacato, non un partito » , precisa Carmelo Barbagallo, leader della Uil. Ecco, sarebbe un grave errore immaginare che questa piazza immensa possa diventare partito. Anche perché non è priva di contraddizioni. Grande successo riscuote Anthony, rider a Milano: « Ho deciso di iscrivermi al sindacato una sera che tornando a casa ho visto il motorino di un collega a terra e l’ambulanza che stava arrivando. Ho pensato che nessuno di noi aveva tutele in caso di incidenti. Quel cubo per terra mi ha spinto a darmi da fare».

Anna Maria Furlan è la leader che attacca più direttamente il governo: «Esca dalla realtà virtuale e sblocchi i cantieri. Avevamo rialzato la testa e ora siamo di nuovo in recessione » . Di Maio replicherà più tardi: «Hanno avallato per anni le politiche di austerity, sono loro che vivevano nella realtà virtuale». Quanti sono in piazza? Quasi 200 mila. Ma nessuno dal palco fa cifre: « In quel Paese qui – dice Landini prendendosi in giro – c’è già troppa gente che dà i numeri. Noi non lo faremo». La piazza ride.

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