MAZARA DEL VALLO, TRAPANI, MUSEO DEL SATIRO DANZANTE, STATUA GRECA PROBABILMENTE DEL PERIODO ELLENISTICO, III / II SECOLO A. C.

 

 

Satiro danzante – Grecia, periodo ellenistico – III-II sec. a.C. – Museo del Satiro, Chiesa di Sant’Egidio, Mazara del Vallo –

Mappa di: Provincia di Trapani

 

 

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Mazara del Vallo ( Trapani)

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Il Satiro danzante di Mazara del Vallo

 

 

 

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l Satiro Danzante illuminato da iGuzzini. IL NUOVO PROGETTO del museo di Mazara del Vallo …

 

 

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Il Satiro Danzante a Mazara del Vallo

Satiro danzante è una statua bronzea, prodotto originale dell’arte greca di epoca classica o ellenistica.

La scultura rappresenta un satiro, essere mitologico facente parte del corteo orgiastico del dio greco Dioniso.

L’opera, di dimensioni superiori al vero, pari ad un modello in posizione stante di circa 2.5 metri di altezza, è attualmente ospitata presso l’omonimo museo di Mazara del Vallo, nella Sicilia occidentale.

 

 

 

Il Satiro Danzante

 

 

La storia del ritrovamento della statua inizia nel luglio 1997, quando il peschereccio “Capitan Ciccio”, appartenente alla flotta marinara di Mazara del Vallo e comandato dal capitano Francesco Adragna, forse casualmente, ripesca dai fondali del Canale di Sicilia una gamba di una scultura bronzea. Nella notte fra il 4 e il 5 marzo 1998 lo stesso peschereccio riporta a galla, da 500 metri sotto il livello del mare in cui era adagiata, gran parte del resto della scultura, perdendo nel recupero un braccio[2]. Inizialmente si individua la statua bronzea con Eolo. Il reperto viene acquisito dalla Regione Siciliana ed esposto in deposito temporaneo, a cura dell’assessorato regionale ai beni culturali, in una vasca d’acqua dolce deionizzata nell’ex chiesa di San Egidio a Mazara del Vallo[3]. La visita in città dell’allora ministro dei beni culturali Walter Veltroni, a ventiquattr’ore dal recupero, su richiesta del sindaco della città Giovanni D’Alfio, è testimonianza dell’eccezionalità del ritrovamento.[4]

Nel settembre 1998 l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma prende in consegna i due frammenti della statua, per effettuarvi i necessari interventi di restauro.

 

Il Satiro esposto poco dopo il suo recupero—Angelo.romano – Opera propria

 

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La datazione

Secondo Sebastiano Tusa (soprintendente del mare della Regione Siciliana) la nave che lo trasportava fece naufragio nell’area di mare tra Pantelleria e Capo Bon in Tunisia tra il III e il II secolo a.C.[5].

Una datazione dell’opera al IV secolo a.C. è stata invece proposta da Paolo Moreno (Università di Roma Tre). Secondo essa la statua dovrebbe essere identificata con il “satiro periboetos“, citato da Plinio quale opera del celebre scultore Prassitele[6]. Al termine periboetos, normalmente interpretato come “di cui si parla molto”, ossia “famoso”, “celebre”, viene invece attribuito il significato di “colui che grida freneticamente”, in base ad un passo di Platone, in cui lo troviamo come epiteto riferito al dio Ares.

Tale datazione sarebbe confermata da un confronto con un satiro danzante davanti al dio Dioniso seduto raffigurato su un vaso attico datato al IV secolo a.C.

Eugenio La Rocca (all’epoca sovraintendente ai beni culturali del comune di Roma), ritiene invece che l’irruenza del movimento della figura del satiro, che spezza l’armonia classica, sia meglio inquadrabile in epoca più avanzata, nel III-II secolo a.C., come sembrano confermare numerosi confronti con le raffigurazioni di satiri presenti in quest’epoca su gemme, rilievi e statuette[7].

 

Ex chiesa di S. Egidio

 

Satiro danzante

Il Museo del Satiro, a Mazara del Vallo, raffigura l’emblema della cultura mediterranea esponendo, oltre la preziosa statua,  il  patrimonio sommerso  recuperato nel canale di Sicilia rappresentato da alcuni ritrovamenti marini che narrano la lunga via delle emigrazioni, argomento di grande attualità alla luce dei continui esodi migratori che percorrono il mediterraneo e dei commerci che tanto hanno contribuito a costruire il mosaico della nostra cultura.
Il ritrovamento del Satiro ha sensibilizzato alla tutela di quel patrimonio “di tutti” ma a  rischio di dispersione  perché  poco conosciuto, e ha portato alla conclusione che soltanto dalla conoscenza si può attivare la tutela e contestualmente si può avviare  una collaborazione tra i popoli che si affacciano sul Mediterraneo in grado di cooperare per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio comune. Il Mediterraneo rappresenta lo scrigno della nostra memoria e il recupero della nostra storia e della nostra identità, è nostro dovere tutelarlo evidenziando le flebili tracce ancora leggibili delle imprese che lo hanno attraversato.

 

Satiro danzante

Il Satiro è colto nel momento dell’estasi della danza orgiastica, ruotava sulla gamba destra impugnando i simboli del culto, nella sinistra il kantharos (calice per il vino)e nella destra la
canna del tirso ornata da un nastro e coronata da una pigna, portava sulla spalla una pelle di pantera.  L’abbandono del capo, la chioma fluente, le labbra socchiuse, la torsione del busto fanno pensare al delirio della danza vorticosa, sommata all’eccitazione del bere, in cui il danzatore andava in trance, fissando la pigna sul tirso e ruotando intorno a sé stesso fino alla perdita dei sensi. L’analisi stilistica della statua bronzea la fa attribuire ad un’opera di ambiente greco databile sul finire del IV secolo a.C. ed attribuibile alla scuola di un grande artista, Prassitele.

 

Il Museo del Satiro espone reperti provenienti dalle acque del canale di Sicilia, fra cui il frammento bronzeo di zampa di elefante di epoca punico-ellenistica, un calderone bronzeo di epoca medievale, una selezione di anfore da trasporto di epoca arcaica, classica, ellenistica, punica, romana e medievale.AnforeSono esposti anche due cannoni in ferro provenienti da Torretta Granitola, da cui provengono alcuni capitelli corinzi e ionici anch’essi esposti.

 

http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/museopepoli/MuseodelSatiro.html

 

 

 

Satiro danzante – Grecia, periodo ellenistico – III-II sec. a.C. – Museo del Satiro, Chiesa di Sant’Egidio, Mazara del Vallo – photo Scala, Firenze

 

Satiro danzante – Grecia, periodo ellenistico – III-II sec. a.C. – Museo del Satiro, Chiesa di Sant’Egidio, Mazara del Vallo – photo Scala, Firenze

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1 risposta a MAZARA DEL VALLO, TRAPANI, MUSEO DEL SATIRO DANZANTE, STATUA GRECA PROBABILMENTE DEL PERIODO ELLENISTICO, III / II SECOLO A. C.

  1. Donatella scrive:

    Il Satiro Danzante, con il viso perso nell’estasi, fa pensare ad una felicità tutta fisica, un’immersione nella parte istintiva di noi, una gioia di vivere e di immedesimazione con quanto di più antico e sommerso che c’è nel nostro essere umani. Un capolavoro di movimento e di acquiescenza insieme che parla di noi.

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