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TERESA SARTI, COMPAGNA DI GINO STRADA– (Sesto San Giovanni, 28 marzo 1946 – Milano, 1º settembre 2009)
Emergency ha una nuova sede a Milano, ‘Casa Emergency’, in via Santa Croce 19, aperta anche ai cittadini negli spazi di una ex scuola in disuso di proprietà del Comune, riassegnati con bando pubblico. La sede sarà inaugurata con una tre giorni di eventi, dal 15 al 17 settembre. “Sarà un momento di pratica dei diritti umani – ha commentato Gino Strada – l’occasione per discutere e affrontare temi che spesso vengono ignorati o ridotti a quattro battute nei talk show televisivi”. Diversi gli eventi e le mostre in programma anche nei prossimi mesi ( Repubblica, 5 settembre 2017 — LEGGI L’ARTICOLO )
IL MANIFESTO DEL 15 MAGGIO 2019
https://ilmanifesto.it/emergency-un-quarto-di-secolo-in-mostra-a-milano/
ITALIA
Emergency, un quarto di secolo in mostra a Milano
Eventi. Venticinque anni di storia nella mostra fotografica di Giulio Piscitelli, “Ferite. La guerra a casa”
Quest’anno Emergency, l’associazione fondata da Gino Strada, compie 25 anni. Per festeggiarli sono previste tante iniziative. La prima oggi: a Milano si inaugura la mostra fotografica «Zakhem/Ferite/Wounds. La guerra a casa» di Giulio Piscitelli.
La mostra, realizzata da Emergency con il supporto di Contrasto, si apre proprio nel 25esimo compleanno dell’associazione: appuntamento alle 19 a Casa Emergency in Via Santa Croce 19, Milano. All’opening saranno presenti Giulio Piscitelli, autore delle fotografie; Gino Strada; Rossella Miccio, presidente dell’associazione; e Giulia Tornari, curatrice della mostra. Modera Fabrizio Foschini, analista dell’Afghanistan Analysts Network.
Kabul, Afghanistan. Haki Mullaha, 10 anni, ferito dall’esplosione di un vecchio proiettile gettato nel fuoco. La cartuccia, raccolta in un campo vicino a casa, gli ha perforato la spalla e diversi organi interni.
Il lavoro che sarà presentato è stato realizzato nel 2018 nei Centri chirurgici per vittime di guerra di Kabul e Lashkar-gah in Afghanistan, dove l’associazione ha cominciato a lavorare nel 1999 e dove, da allora, ha curato quasi sei milioni di vittime di guerra.
Kabul, Afghanistan. Anahita, 18 anni, colpita da un proiettile del fucile di suo marito, che stava pulendo l’arma. La giovane donna ha rischiato di perdere la gamba destra, a causa della rottura del femore
Ancora in attesa di un “cessate il fuoco” il fuoco in Afghanistan, mentre gli Stati Uniti e gli alleati discutono il ritiro delle truppe dal Paese e le elezioni presidenziali vengono continuamente posticipate, la guerra continua a ferire, uccidere e distruggere. E sul terreno c’è ancora l’eredità delle guerre precedenti: mine antiuomo e ordigni inesplosi continuano a mutilare bambini e adulti, soprattutto civili.
Giulio Piscitelli ha voluto incontrare le vittime di una guerra che continua da oltre 18 anni nell’indifferenza dell’opinione pubblica. Ha dato loro un volto, un nome, ha scoperto le loro storie. Storie che parlano di una violenza che irrompe nella vita quotidiana, senza preavviso. Storie che mostrano la ferita – zakhem, si dice in dari – provocata dalla guerra.
«Le ferite vengono messe al centro del racconto fotografico, perché la guerra, in fin dei conti, parte da lì – spiega Emergency – Si vedono, però, anche le ferite più profonde: la paura e l’esasperazione che non ti abbandonano mai, ma che devi imparare a controllare, mentre il resto del mondo sembra all’oscuro di tutto». La mostra sarà visitabile fino al 9 giugno. Info su eventi.emergency.it.