FRANCO BORIO ( GENOVA, 1955 ), ” L’INVENZIONE DELLA FOTOGRAFIA IN FRAMMENTI ” —PhotoFactory ART, VICO SAN MATTEO 10/R — GENOVA — deve essere abbastanza vicina a Satura Gallery – Mario Napoli, art director

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Franco Borio

Nato a Genova nel ’55, eredita dal padre la passione per lo scatto e per le magie della camera oscura.

Nel ‘73, dopo il diploma al “Liceo Artistico Nicolò Barabino”, si occupa di arredamento e, dagli anni ’80, collabora a progetti di vari studi di architettura, seguendo anche rilievi per restauri storico-monumentali.

 

 

 

 

Le opere di Franco Borio sono disponibili presso lo spazio espositivo di PhotoFactory Art in Vico di San Matteo, 10/R.
Per informazioni si prega di contattare lo staff in orario di negozio o sulla pagina facebook:  PhotoFactory Art Genova.

 

per vedere dove si trova questa Galleria, guarda il video di poco più di un minuto::

 

 

 

PhotoFactory ART

 

Una folta schiera di giovani talenti campeggia sulle pareti del punto vendita di Vico di San Matteo, al centro della zona culturalmente più viva della città, a pochi minuti da Piazza De Ferrari, da Via San Lorenzo e dal Porto Antico.

PHOTOFACTORY Vico di San Matteo 10/R · 16123 GE · Tel. +39.0108602512

 

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photofactoryvart.com

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Intervista a Franco Borio e i frammenti fotografici che affascinano Genova

FRANCO BORIO E I FRAMMENTI FOTOGRAFICI CHE AFFASCINANO GENOVA

a cura di Martina Massarenti 

 

 

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  1. Franco per quale motivo hai scelto di fotografare per “frammenti”, c’è una ragione particolare in questo sguardo?
    Credo che le motivazioni siano da ricercare nella mia professione, forse si tratta quasi di una deformazione professionale in quanto facendo il disegnatore per studi di architettura, ho sviluppato una certa cura del particolare e del dettaglio. Mi piace molto lavorare sugli aspetti legati al dettaglio, sono affascinato da luoghi e oggetti nei quali si fondono profondità diverse; quando le trovo cerco sempre di equilibrare le due cose valorizzandole allo stesso modo. Inoltre sono attratto dalla possibilità offerta dalla fotografia di mescolare i generi; potrei fotografare una chiesa e un monumento accanto a un cartellone pubblicitario perché mi piace mettere in risalto il contrasto di significato che si crea. È una passione.

 

Franco Borio PhotoFactory

 

 

2. Quanto ha influito sul tuo modo di vedere con la fotografia la tua esperienza artistica e formativa?

Ho avuto la fortuna, subito dopo il liceo artistico, di occuparmi di generi attinenti a quello che ho studiato. Ho iniziato occupandomi di arredamenti e dopo una decina d’anni, qui a Genova, ho iniziato a lavorare con uno degli studi più affermati dell’epoca: lo Studio Gambacciani. Grazie all’architetto Piero Gambacciani ho avviato una bella attività lavorativa che mi ha insegnato moltissimo soprattutto sullo sviluppo del gusto estetico, per porlo nella maniera giusta cercando sempre di mantenere un equilibrio tra forme e oggetti.

 

 

3. Come è nato il lavoro delle cupole?
Il lavoro sulle cupole è nato quasi per caso, ho iniziato banalmente mettendo la macchina per terra sotto alle cupole delle chiese e ho visto che l’effetto ottenuto mi piaceva. A quel punto ho pensato che la foto, così come era, appena scattata, non aveva nulla di particolarmente originale, nel senso che in molti fotografi professionisti avrebbero potuto farle esattamente allo stesso modo, forse anche meglio di me! Così ho cercato di restituire nelle immagini un punto di vista personale facendo risaltare le forme e le volumetrie con l’utilizzo di Photoshop (aumentando la saturazione e i contrasti). Dopo le prime prove ho iniziato questa serie producendo una dozzina di fotografie con le quali sono riuscito a rendere un particolare effetto tattile. Ciò che mi interessava era il fatto di poter quasi toccare cose che nella realtà sono spazialmente lontane sia alla vista che (soprattutto) al tatto delle persone.

 

 

 

4. E i disegni in Autocad? Sempre per frammenti… Ce ne potresti parlare?

Anche se le occasioni (purtroppo!) sono state poche, sempre grazie al mio lavoro mi sono occupato di rilievi storico-monumentali. Quando ho iniziato a pensare che i disegni potessero essere una soluzione espressiva della mia personale ricerca, avevo appena concluso l’ultimo lavoro per una chiesa di Chiavari. Una volta consegnato il lavoro alla committenza, mi è venuta l’idea di rielaborarne i tratti principali e ho lavorato sugli spessori, su alcune caratteristiche che non erano presenti nella versione data alla committenza. Successivamente, i disegni sono stati caricati su Photoshop cambiando il colore del fondale e le tonalità dei pennini così da ottenere un precisissimo lavoro di tipo tecnico che esprimeva una forte componente estetica e di bellezza compositiva. Di questi disegni esistono versioni su fondale bianco, ma i miei preferiti sono le versioni con il fondale nero, perché qui emerge un disegno molto decorativo e ornamentale che mi ha molto soddisfatto e che piace alle persone perché restituisce un effetto molto gradevole.

 

 

 

 

 

 

 

 

5. Hai qualche progetto futuro del quale ti fa piacere darci qualche anticipazione?

Ho fatto molte fotografie in Sardegna, non di tipo turistico o naturalistico, si tratta di fotografie in analogico e di diapositive con le quali ho cercato di realizzare quelli che mi piace chiamare gli “scatti dell’anima”. Sono fotografie molto interiori, che ho meditato a lungo e sulle quali tutt’ora sto studiando per costruire un discorso narrativo aperto a più interpretazioni possibili, senza focalizzarmi troppo sulla realtà, quanto su ciò che sento. Probabilmente sono stato spinto a fare queste fotografie dalle mie radici sarde che ho felicemente riscoperto. La Sardegna è una terra meravigliosa, da circa vent’anni ci vado spesso e ho scoperto qualcosa di incredibile che non conoscevo affatto. I paesaggi così desolati e silenziosi mi hanno trasmesso una pace interiore che rare volte ho provato nella vita e ho voluto provare a trasmettere questa sensazione attraverso la fotografia. Si tratta tuttavia di un lavoro ancora da costruire e prima o poi mi piacerebbe realizzarlo in mostra o, perché no, in forma di libro.

 

 

torre san giovanni, alghero.2019 — a Alghero.

dal suo facebook :: Franco Borio

 

 

 

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  1. Donatella scrive:

    Bellissime e davvero originali le foto. Mi piace molto, come oggetto, quella ceramica che penso raffiguri un pesce.

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