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dal facebook ” Visit Lazio ”
Canale Monterano si sviluppa in un territorio ricco di valli profonde, di numerosi corsi d’acqua, il principale dei quali è il torrente del fiume Mignone che va dai Monti Sabatini e al mare di Tarquinia.
Il paese si caratterizza per i resti di una delle città abbandonate più belle del Lazio, l’antica Monterano, dove sono ancora visibili i resti di un castello, di una chiesa e di uno straordinario acquedotto romano ad arcate.
Gian Lorenzo Bernini è l’artefice dei monumenti in arte barocca presenti nell’antica città abbandonata.
A Monterano è presente il complesso termale delle terme di stigliano, acque conosciute sin dall’epoca etrusca, ma furono i romani a comprenderne gli effettivi benefici.
Di natura salso-iodico-sulfurea, con una temperatura che varia dai 36 gradi della fonte di Bellezza ai 58 gradi del Bagnarello le acque possiedono numerose proprietà curative.
L’Eremo di Montevirginio, convento in stile rinascimentale integrato armonicamente con l’ambiente naturale circostante, presenta all’interno un ampio chiostro con giardino e una grande vasca nel mezzo e ricorda le tipiche strutture conventuali dell’epoca.
Oggi la struttura è luogo di silenzio ed accoglienza per giovani gruppi e per ritiri spirituali.
La cucina tradizionale di Monterano, e quella tipica della maremma laziale, immancabili le pappardelle ai funghi o al sugo di cacciagione, molto buone le carni degli allevamenti bovini diffusi nel territorio, ma anche di lepre e cinghiale.
L’olio è un condimento che in tavola non manca mai come anche il pane di Monterano, l’ottimo vino delle colline spesso accompagna i gustosi formaggi caprini degli allevamenti bradi.
https://www.visitlazio.com/web/luoghi/canale-monterano/
Monterano (anche conosciuta come Antica Monterano o Monterano Vecchia; in latino quasi certamente Manturianum poi corrotto in Manturanum) è una città fantasma in Italia, situata nella provincia di Roma, nel territorio di Canale Monterano. Arroccata sulla spianata sommitale di un’altura tufacea, è attualmente inclusa nella Riserva naturale regionale Monterano. Le rovine dell’antico borgo, per la loro bellezza e la relativa vicinanza a Roma, sono state utilizzate come set per numerosi film sia italiani che stranieri.
La collina tufacea su cui sorge Monterano è lambita dal fiume Mignone a nord e a ovest e dal fosso del Bicione a sud. L’area sommitale occupa uno spazio di 5,3 ettari. Alla base della collina in direzione nord e sud-est si trovano le solfatare, seguite poco oltre dalla cascata della Diosilla. Il territorio circostante è scandito da sorgenti di acqua termale, tra cui le terme di Stigliano, attrezzate per la ricezione turistica, circa 3 km a sud-ovest.
Il territorio di Manziana e di Canale Monterano era consacrato dagli Etruschi al dio dell’oltretomba Manth (in latino Mantus): da questo prendeva il nome la silva Mantiana, grande area boscosa che dominava le colline ad occidente del Lago di Bracciano di cui sopravvive un settore oggi denominato Bosco Macchia Grande, a Sud-Ovest di Manziana; lo stesso abitato di Manziana deriva quasi certamente il nome dalla foresta che lo cingeva; al dio Manth rimanda anche il toponimo di Manturianum/Manturanum, con il quale ormai di norma si identifica il sito di Monterano. Essendo il nome formato dalla radice Mantur- cui è aggiunto il comune suffisso aggettivale -ianum/-anum, derivato presumibilmente dall’associazione con il termine neutro castrum presente nelle fonti altomedievali, se ne può dedurre che il nome etrusco dell’abitato potesse essere Manthuria o Manthura, divenuto castrum Manturianum in età tardo-antica per la presenza di una fortificazione, poi corrotto in Manturanum da cui in italiano Monterano.
Un gentilizio derivato dal toponimo, come in altri casi, sembra riscontrabile nell’attestazione di un Larth Manthureie su un dolio rinvenuto a poche decine di chilometri da Monterano. L’associazione tra il bosco ed il dio degli Inferi Manth derivò probabilmente dall’aspetto tetro ed impenetrabile della foresta e dalla presenza diffusa di polle di acqua sulfurea, anticamente considerate un’emanazione del mondo sotterraneo.
Età antica:
Età medievale
Età moderna
https://it.wikipedia.org/wiki/Monterano
La chiesa di San Bonaventura
Dal 1799 gli edifici di Monterano giacciono in uno stato di rovina che conferisce al luogo un grande fascino.
- L’acquedotto, recentemente restaurato dalla Provincia di Roma, attraversava le colline ad est del borgo con un canale sotterraneo che emergeva in superficie nel tratto finale, valicando la valletta ai piedi del palazzo ducale con un’imponente struttura a doppie arcate ancora in ottimo stato di conservazione[7].
- Il circuito murario. Ad est era la porta Romana, oggi poco visibile, che costituiva la via più rapida per entrare nell’abitato per chi proveniva dalla via Clodia e dunque da Roma; era protetta dalla mole del castello. A sud si apre la porta Gradella o Cretella ancora in buono stato di conservazione; da essa prende il via una strada pedonale lastricata con basoli romani probabilmente di spoglio utilizzata come via di comunicazione verso il fosso del Bicione e le miniere di zolfo. La porta di San Bonaventura ad ovest metteva in comunicazione l’abitato con il convento omonimo sito sul pianoro, subito all’esterno delle mura, ed era usata come porta principale del borgo, raggiungibile dalle due strade che cingevano a ferro di cavallo la rocca.
- La cattedrale di Santa Maria Assunta, sembra fondata nel XII secolo in sostituzione della più antica omonima cattedrale, posta nel sito poi occupato dal castello. Sopravvive il grande campanile.
- Il palazzo ducale o castello Orsini-Altieri è l’edificio più imponente del borgo, eretto in posizione dominante nella parte settentrionale dell’abitato. Nel sito del palazzo le recenti indagini ed analisi architettoniche hanno supposto la presenza dell’originaria Cattedrale di Santa Maria Assunta (un’aula di 18×12 m) con murature e arredi risalenti all’età carolingia. Nel XII secolo fu realizzata un’alta torre in muratura a pianta quadrangolare con funzione difensiva. Nel XIII secolo a questa struttura si saldò un recinto, probabilmente la prima rocca del sito. Alla fine del Quattrocento la cortina muraria fu rifatta e furono aggiunte delle belle torri cilindriche, che si devono presumibilmente alle ristrutturazioni avviate dalla famiglia Orsini (notevole la somiglianza con quelle nel castello di Bracciano, degli stessi proprietari)[8]. Nel 1672 furono avviati i lavori per la trasformazione del castello rinascimentale in una dimora signorile, affidati inizialmente a Carlo Fontana. Nel 1679, per volere del principe Altieri, Gian Lorenzo Bernini riprogettò la Fortezza Monteranese, trasformandola in un palazzo ducale, decorando la parete esterna su Piazza Lunga con una fontana, sulla quale domina la statua di un leone che con le zampe percuote la roccia facendo zampillare l’acqua, da cui il nome di Fontana del Leone[9]. Bernini modificò anche la facciata principale del palazzo raccordando con un loggiato a sei arcate (imitante una rovina medievale) le due torri preesistenti, quadrata e medievale quella di sinistra (il mastio del castello, del XII secolo), circolare e quattrocentesca quella di destra (probabilmente pertinente alla ristrutturazione avviata dagli Orsini). Una rappresentazione del palazzo è in un dipinto del 1781 di G. Barbieri nel palazzo Altieri di Oriolo.
- La chiesa di San Rocco, affacciata su piazza Lunga e adiacente al palazzo ducale, risale verosimilmente al XV secolo. L’interno a navata unica conserva l’abside con l’altare. Ai fianchi della navata si aprono due piccole cappelle.
- La chiesa di San Bonaventura con l’annesso convento furono costruiti tra il 1677 ed il 1679 su impulso della famiglia Altieri e affidati inizialmente agli Agostiniani Scalzi, poi a preti secolari e dal 1719 agli eremiti servi di Maria di Monte Senario. L’elegante architettura fu progettata da Gian Lorenzo Bernini e innalzata al di fuori del borgo, in asse con la porta di San Bonaventura. La chiesa è a navata unica con due cappelle laterali, con cupola estradossata (non conservata) munita di lanterna. La facciata era inquadrata da due campanili. Alle spalle si apriva un grande chiostro a tre lati su cui affacciavano le celle del convento, opera di Mattia de Rossi su progetto del Bernini. Nello spazio antistante la facciata il piazzale è abbellito da una fontana ottagonale[10]. Una rappresentazione della chiesa è in un dipinto del 1781 di G. Barbieri nel palazzo Altieri di Oriolo Romano[11].
- Il cavone è una tagliata viaria etrusca scavata a mezzacosta lungo le pendici meridionali della collina, attualmente non percorribile a causa della caduta di massi dall’alto; la larghezza ridotta permetteva il solo transito di pedoni. Il sentiero che la attraversa proviene dalla Porta Gradella e scende fino alla valle sottostante solcata dal Fosso del Bicione.
Acquedotto del XVII secolo.
In primo piano, la chiesa di San Rocco e, in secondo piano, il castello con la fontana del Leone del Bernini.
Livioandronico2013 – Opera propria
L’abitato di Monterano nella pianta di Cingolani del 1692. Si nota il convento di San Bonaventura in primo piano subito all’esterno del borgo
Set cinematografico
Monterano è stato set di quasi un centinaio[di film a partire dagli anni cinquanta, e ancora oggi arrivano le richieste d’uso, che vengono vagliate dall’ente gestore della Riserva.
- Guardie e ladri (1951), di Mario Monicelli e Steno
- Ben-Hur (1959)
- La cintura di castità (1967), di Pasquale Festa Campanile
- Brancaleone alle crociate (1970), di Mario Monicelli
- Il marchese del Grillo (1981) di Mario Monicelli
- Dèmoni (1985) di Lamberto Bava
- Ladyhawke (1985) di Richard Donner
- La visione del sabba (1988) di Marco Bellocchio
- I misteri della città eterna (Mad Production, Luglio 2005)
- Il figlio (cortometraggio a cura del Centro sperimentale di cinematografia, luglio 2005)
- Arrivederci amore, ciao (Studio Urania dicembre 2005),
- La freccia nera (miniserie televisiva 2006) (Tevere film, gennaio 2006)
- Joe Petrosino (Clemi cinematografica, marzo 2006)
- Blueray (programma pilota di divulgazione scientifica-CICAP Italia, maggio 2006)
- Sulle ali della pace (Ass.ne culturale la tribù dell’arte, giugno 2006)
- Le tre rose di Eva 3 (RTI 2014).
- Epilogo di Cony Ray (short film, genere drammatico), una produzione indipendente (Italia, 2016)
- Puoi baciare lo sposo (2018)
- Luna nera (2020)
La fontana ottagonale di fronte alla chiesa di San Bonaventura
Resti del campanile della chiesa di S. Maria Assunta
Livioandronico2013 – Opera propria
Chiesa di S. Rocco
Livioandronico2013 – Opera propria
Fontana del Leone di Gian Lorenzo Bernini
Livioandronico2013 – Opera propria
Porta Cretella
Dino Michelini – Opera propria
Arrivando a Monterano da Caere o Blera per accedere all’abitato si varcava la Porta Cretella
La tagliata etrusca per Caere detta “Il Cavone”
Dino Michelini – Opera propria
Tagliata etrusca del “Cavone”
Carlomorino – Opera propria
Miniera di zolfo interno
Dino Michelini – Opera propria
foto dal facebook ” Visit Lazio ”
foto ” Visit Lazio ”
Cascata di Diosilla ( Riserva di Monterano )
Patafisik – Opera propria