di Martino Iannone
La pandemia ha accelerato il fenomeno, ora è allarme tra gli esperti. Il demone dell’alcol, sempre più donne sempre più giovani
foto : MASSIMO PERCOSSI
Le storie di Annalisa e Daniela. Combattono contando i giorni di sobrietà dopo anni di schiavitù dalla bottiglia. I Club territoriali di ascolto sono un aiuto. Il libro bianco del Ministero della Salute
Bere fino ad annullarsi, costantemente, senza un domani. Il demone dell’alcol colpisce sempre più le donne e sempre più le giovani e le giovanissime. Un disagio, certo, ma soprattutto un comportamento, uno stile di vita da cui è complesso venirne fuori. E la pandemia ha accelerato il fenomeno, ora definito dagli esperti “preoccupante”.
I dati relativi al 2020 (gli ultimi ufficiali disponibili) del ‘Libro bianco’ pubblicato a fine ottobre 2022 dal Ministero della Salute, in Italia i 56,2% delle donne di età superiore a 11 anni hanno consumato almeno una bevanda alcolica nel corso dell’anno per un totale di oltre 15.700.000 persone e nel corso degli ultimi anni il dato è aumentato, sebbene non si riscontrino variazioni significative rispetto all’anno precedente. Il 6,4% delle donne ha inoltre consumato alcol in modalità abituale eccedentaria, il 22,4% lontano dai pasti, il 3,9% in modalità binge drinking (abbuffata di alcolici o bere fino a ubriacarsi) e il 9,4% delle donne ha consumato alcol in modalità a rischio per la loro salute, pari a circa 2.600.000 persone.
L’analisi degli indicatori relativa ai comportamenti a rischio mostra che nel corso degli ultimi dieci anni la prevalenza delle consumatrici di vino o alcolici fuori pasto è cresciuta costantemente. La prevalenza delle consumatrici a rischio è diminuita rispetto al 2010 ma nel corso del 2020 è aumentata del +5,3%.
La foto di copertina è di Massimo Percossi / ANSA
TESTO CHE SEGUE E’ TRATTO DAL :
LIBRO BIANCO
“Informare, educare, curare: verso un modello
partecipativo ed integrato dell’alcologia italiana”-
MINISTERO DELLA SALUTE — pp. 21-22
16 novembre 2022 – PUBBLICAZIONE
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3274_allegato.pdf
La pandemia da SARS-CoV-2 ha reso ancor più problematico il consumo rischioso
di tutte le bevande alcoliche tra quanti erano già a rischio.
Sono aumentate le criticità tra le donne. Preoccupa molto l’aumento delle minorenni
consumatrici: tra 16 e 17 anni la frequenza delle consumatrici a rischio (40,5%)
raggiunge quella dei coetanei maschi (43,8%); tra 11 e 15 anni, 10 minori su 100 sono a
rischio.
Cresce anche il binge drinking con 4.100.000 consumatori che si sono ubriacati nel
2020, 930.000 tra gli 11 e i 25 anni di età, con 120.000 minori intossicati di cui solo
3.300 hanno fatto ricorso ad un Pronto Soccorso, rappresentando comunque il 10 %
circa dei 29.362 accessi per intossicazione alcolica.
Dei circa 830.000 consumatori dannosi (consumatori con salute già compromessa da
danni causati dall’alcol, con Disturbi da Uso di Alcol (DUA) e in necessità di
trattamento), solo 64.527 sono stati presi in carico come alcoldipendenti nei servizi per
le dipendenze ai quali non si è tuttavia rivolto il 93 % circa di quanti attesi per una
qualsiasi forma d’intervento terapeutico.
In calo per mancata intercettazione e inaccessibilità delle strutture di ricovero e cura
anche le dimissioni ospedaliere per cause dovute all’alcol che sono state 43.445 con
perdita di continuità assistenziale e capacità di screening precoce della rilevazione di
epatopatie causate dall’alcol e dello spettro dei DUA (18, 19).
L’alcol è la droga più a buon mercato e più reperibile.