LUCA BERNARDINI, CARTEGGI LETTERARI 1966/ 1985. Wisława Szymborska e Kornel Filipowicz, fra mittente e destinatario tanti intrusi: immaginari. ” Meglio di tutti al mondo sta il tuo gatto “. Elliot 2023 + altre fonti ++ foto

 

 

Meglio di tutti al mondo sta il tuo gatto. Lettere 1966-1985 - Wislawa Szymborska,Kornel Filipowicz - copertina

Giulia Olga Fasoli (Traduttore)

Prefazione di Tomasz Fialkowski.

Elliot, 2023

 

a partire da qui il testo è preso da :

Eugenio Giannetta  – Avvenire,  venerdì 29 dicembre 2023
https://www.avvenire.it/agora/pagine/wis-awa-kornel-l-amore-e-un-gatto

 

” Per meglio comprendere il tono delle lettere, per esempio, in Lettera per Striato, Szymborska scrive che «il mondo è senza pietà per i giovani gattini che tendono a fantasticare», e Filipowicz risponde: «La tua lettera a “Striato” è arrivata ieri, gliel’ho letta, ma non gliel’ho data in mano (nella zampa) perché avevo paura che la perdesse da qualche parte o che la nascondesse in modo tale che non la si sarebbe più trovata».

Nel volume i collages, le cartoline e i disegni che spesso accompagnavano queste lettere, mostrando – ancora una volta – un lato meno conosciuto dell’universo della poetessa, che pochi mesi fa è stata anche protagonista di una mostra monografica a Genova proprio sui collage e le opere grafiche: è bene ricordare che Szymborska ha frequentato le avanguardie, era amica di Tadeusz Kantor, pittore, scenografo e regista teatrale polacco, uno dei grandi artefici dell’arte polacca contemporanea, e fin da giovane si è cimentata nel mondo dell’illustrazione, passando dai collages – ovvero quella che per lei era la dimensione più conviviale della creatività – realizzati con diverse combinazioni di parole e immagini.

Questo libro però è soprattutto un dialogo epistolare d’amore, un discorso ininterrotto fra due persone in là con gli anni (all’inizio della corrispondenza Szymborska aveva più di quarant’anni e Filipowicz più di cinquanta) colte nel mezzo della loro vita da un sentimento inaspettato, durato fino alla morte.

Per meglio contestualizzare il mondo in cui si muovevano queste lettere è necessario inoltre «ricordare che si tratta di una realtà precedente ai cellulari e a internet. Persino una telefonata da Zakopane a Cracovia costituiva un’impresa. Le uniche forme per comunicare – è scritto nella prefazione – rimanevano le lettere o i telegrammi e le uniche fonti di informazioni non censurate erano le trasmissioni radio occidentali e la stampa occidentale che non arrivava con regolarità, oppure una conversazione privata con qualcuno».

L’edizione italiana del carteggio, altresì, segue la struttura dell’edizione polacca, in cui alle lettere si alternano i commenti in corsivo, fondamentali per ricostruire il contesto dei riferimenti culturali, che comunque talvolta restano indecifrabili, poiché appartenenti al segreto del sentimento custodito dai due protagonisti delle missive.

«Ti bacio, amore, e ricorda le nostre conversazioni, Kornel». E così Wisława: «Desidero tanto che tu sia in buona salute e di buon umore. Il miagolio del tuo gatto attraversa la quiete della notte e arriva fino alla mia strada. Chi sta meglio di tutti al mondo è il tuo gatto, perché sta con te». “

 

 

 

 

IL MANIFESTO 5 MAGGIO 2024
https://ilmanifesto.it/wislawa-szymborska-e-kornel-filipowicz-fra-mittente-e-destinatario-tanti-intrusi-immaginari

 

Wisława Szymborska e Kornel Filipowicz, fra mittente e destinatario tanti intrusi: immaginari.

 

CARTEGGI LETTERARI. La coppia Szymborska-Filipowicz, che non coabitò mai, si scambiò – fra il 1966 e il 1985 – varie lettere i cui veri protagonisti non erano loro: «Meglio di tutto al mondo sta il tuo gatto», da Elliot

Wisława Szymborska e Kornel Filipowicz, fra mittente e destinatario tanti intrusi: immaginari

Wislawa Szymborska con Kornel Filipowicz, foto di Eva Lipska

 

Kornel Filipowicz, autore di racconti e sceneggiature, e la poetessa Wisława Szymborska costituirono una coppia atipica, che non avrebbe mai coabitato: da qui il ricorso a una fitta corrispondenza adesso pubblicata dall’editore Elliot di Roma come Meglio di tutti al mondo sta il tuo gatto Lettere 1966-1985, (2023, € 25,00) nella traduzione di Gulia Olga Fasoli. Sono lettere d’amore? Szymborska stessa escludeva una simile eventualità, visto che le ultime le aveva scritte – all’età di 8 anni e su richiesta di una cameriera, al fuochista di una locomotiva: «da allora ho perso la vena» – ammetteva.

Verrebbe da chiedersi se sia corretto indagare nell’intimità di una persona che aveva fatto della riservatezza una filosofia di vita. È lo stesso Filipowicz a darci un motivo per farlo: «Le tue lettere sono perfette, come belle opere letterarie: vere, lievi, spiritose, irripetibili. È possibile che dietro vi si celino sentimenti altrettanto veri e irripetibili? Permettimi di credere di sì». Lo scrittore forniva la dimostrazione di quanto le lettere di Szymborska fossero «letteratura», allorché riconosceva di aver preso delle decisioni (mediche) sotto l’effetto delle «commoventi parole» della poetessa: «tale è la potenza della letteratura», ammetteva, quasi gli risultasse nuovo che l’arte potesse incidere sulla vita «reale». Nel suo caso però il genere epistolare non nutriva ambizioni artistiche: le lamentele per gli acciacchi e le doviziose descrizioni degli esemplari ittici catturati durante interminabili partite di pesca lo confermano. Entrambi i corrispondenti accusano problemi di salute, che costringono l’uno a degenze ospedaliere, l’altra a lunghi soggiorni in un sanatorio a Zakopane, celebre località montana. Mentre le annotazioni sanitarie di K.F. sono sempre un po’ tecniche e lugubri, aridi elenchi di trattamenti, farmaci e dosaggi, la poetessa nemmeno in quel caso rinunciava a una sana dose di umorismo: dopo un’iniezione di antibiotici, afflitta dal dolore intramuscolare che aveva interessato la natica, e da un forte mal di testa, affermava che per la prima volta in vita sua le si era «palesato il misterioso legame tra queste due parti del corpo». La forzosa separazione dalla persona amata scatena nella poetessa una gelosia che si esprime in forma di ironiche allusioni.

Dal canto suo, Filipowicz vede la permanenza della compagna nel sanatorio come un’esperienza carceraria, ma anche e soprattutto come un soggiorno sulla Montagna Incantata, dove i flirt sono all’ordine del giorno. A conferma, W.S. gli comunicherà che i medici – convinti che i pazienti guardassero il festival della canzone di Sopot nella sala della televisione – ne avevano scovati due in camera a svolgere «attività commendevoli se si prende in considerazione l’esigenza di avere un esercito numeroso».

Non mancano ovviamente dichiarazioni d’amore, spessomediate dall’immaginazione poetica: «Meglio di tutti la vita va al tuo gatto, perché sta con te», scriveva Szymborska al compagno nell’ottobre del 1968, quasi nella premonizione che sarebbe stato proprio quel gatto a incarnare liricamente il dolore per la scomparsa di lui nella poesia «Gatto in un appartamento vuoto». I veri protagonisti del carteggio sono i personaggi inventati dall’inesauribile immaginazione della poetessa, come la contessa Heloiza Lanckorońska e il tuo plenipotenziario Eustachy Pobóg-Tulczyński, alter ego dei due corrispondenti 60 anni prima, le cui missive sono stilizzate nella prosa elegante e formale dei primi del secolo. La contessa a causa della salute cagionevole è costretta a soggiornare nelle maggiori località di cura degli inizi del Novecento: Ostenda, Abbazia, Sorrento. La lontananza dal suo plenipotenziario la mette in balia di ammiratori goffi ma altisonanti, o di compromettenti frequentazioni sociali, quali novelle spose dalle gambe storte, maritatesi solo grazie a una ricchissima dote, e nella necessità di ricorrere all’assistenza spirituale del cardinal Pinocchio, «sottile conoscitore dell’animo femminile».

Tra i protagonisti delle mistificazioni epistolari compaiono anche anonime lettrici di Filipowicz, casualmente in possesso di preziose cartoline illustrate (di cui i due autori erano avidi collezionisti), o rivali in amore della poetessa, come la bella Genia, donna non troppo acuta, ma fedele nel suo affetto per lo scrittore. Tra le rivali di W.S. c’è la sua cameriera immaginaria, Rózia, autrice di lettere che contraddicono tutte le regole ortografiche polacche, pronta a cedere allo scrittore metà delle cartoline della poetessa, «che ne ha di così tante che mica se ne accorge». La relazione tra i due scrittori è poi costantemente minacciata da invii di lettere anonime che – con i dovutisvarioni – mettono Filipowicz al corrente del fatto che la persona da lui frequentata non distingue il capo dalla coda di un pesce, compromettendone così la fama di pescatore, nonché della circostanza che «quella donna intrigante» ha promesso al suo gatto un topolino vivo, ma il gatto è rimasto sordo a ogni lusinga.

L’epistolario è piuttosto povero di riferimenti all’attualità politica, con qualche accenno alle purghe antisemite intervenute in seno al POUP nella primavera del 1968, nonché alla partecipazione polacca all’invasione della Cecoslovacchia nell’agosto dello stesso anno.

Sporadiche le annotazioni relative alla pratica del lavoro letterario: talune, ex post, assumono una sfumatura di involontaria malignità: nel 1970 Szymborska non augurava al compagno di vincere il premio Nobel, dal momento che «sei previsto soltanto per il 1974». Gli spunti di critica letteraria sono sempre squisitamente personali: dopo aver deposto sulla tomba di Anton Chechov due foglie di ippocastano, in mancanza di fiori, l’altissimo Filipowicz comunica alla compagna che non tutti gli individui geniali sono di bassa statura, giacché l’autore di Zio Vania era 1.86: «te lo comunico con una certa soddisfazione». Corredato da materiale iconografico che riproduce le cartoline d’epoca (modificate con aggiunte umoristiche) inviate da Szymborska a Filipowicz, il carteggio costituisce un’interessante integrazione al corpus delle opere della poetessa premio Nobel, permettendo al lettore di conoscerla anche sul versante privato.

 

 

 

Il gatto nell'erba bagnata - Kornel Filipowicz - copertina

Il gatto nell’erba bagnata

 

Per la prima volta tradotti in italiano, i racconti di Filipowicz arrivano ad assumere una valenza universale pur attraversati di motivi e contesti autobiografici – la guerra, la natura, la provincia – che diventano la leva per riflettere sull’essere umano, indagato dallo scrittore polacco con rara acutezza. Colpisce la capacità di questo pittore dell’anima di creare atmosfera e costruire tensione drammatica. Temi come il dovere, la dignità, la fedeltà agli impegni, l’eroismo sono trattati con una leggerezza profonda, pensosa ma priva di pathos, che fa venire in mente Wisława Szymborska, sua compagna per quasi un quarto di secolo.

 

 

 

le foto che seguono della coppia  sono prese dal Facebook di:
– le date si riferiscono a quando sonoi state postate su Facebook a nome di:

 

Рік Корнеля Філіповича

 

 

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14 luglio 2022

 

 

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Facebook : 25 gennaio 2022

 

 

 

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30 maggio 2023

 

 

 

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3 maggio 2023

 

 

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fine anni 60

 

 

le foto sono del Facebook di :   Рік Корнеля Філіповича,

che ringraziamo molto

 

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