Il gheppio è caratterizzato da un volo particolare. Anche i neofiti sono in grado di riconoscere il tipico volo del gheppio. A differenza di altri rapaci, sbatte le ali frequentemente, ma la caratteristica più evidente è il cosiddetto volo a “Spirito Santo”, durante il quale si mantiene totalmente fermo in aria, con piccoli battiti delle ali e tenendo la coda aperto a ventaglio, sfruttando il vento per mantenersi stabile e osservare il suolo in cerca di prede
ATRI – PINETO E SILVI MARINA
ATRI –
Atri è un comune italiano di 9 951 abitanti ( dati giugno 2023 ) della provincia di Teramo in Abruzzo, situato nel comprensorio delle Terre del Cerrano.
Già capitale dell’omonimo ducato, è un importante centro storico e artistico dell’Abruzzo. Per un breve periodo alla fine degli anni venti del secolo scorso, furono uniti ad Atri i comuni confinanti di Pineto e Silvi Marina.
La città sorge su tre colli (Maralto, Muralto e Colle di Mezzo) che si affacciano sul mare Adriatico, verso il quale digradano, e su diverse formazioni di calanchi, dal 1995 tutelate dalla riserva naturale dei Calanchi di Atri.
Il centro storico di Atri è sito a breve distanza dalle spiagge di Cerrano, dove sorge la cinquecentesca torre di Cerrano nell’area dell‘antico porto di Atri, nel ventunesimo secolo nel territorio di Pineto.
Vico Prepositi, uno dei caratteristici vicoli di Atri.
Ra Boe / Wikipedia
ATRI — Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva], vol. 3, 1703.
Concattedrale di di Santa Maria Assunta ad Atri, piazza Duomo
– Opera propria
La facciata- dettaglio
Quando Atri fu fondata intorno al XII-XI secolo a.C. nella zona della concattedrale sorgevano le mura ciclopiche che cingevano la città.
Resti di terme romane: mosaico di un delfino
– Opera propria
I Romani conquistarono Atri nel 290 a.C., fecero la fortuna della città e la ingrandirono, quindi abbatterono le mura ciclopiche e nell’area occupata oggi dalla concattedrale costruirono un tempio dedicato a Ercole. Successivamente in quello stesso luogo fu edificata una domus e poi, tra il I e il II secolo d.C., le terme, sotto le quali si trovavano le cisterne ancora oggi visitabili (attualmente sotto la concattedrale, note come “cripta”).
Incontro dei tre vivi e dei tre morti
– Opera propria
Madonna del Latte e Santi
– Opera propria
Santa Caterina – – Opera propria Affresco nella quarta colonna di sinistra nella navata centrale del Duomo; l’affresco rimanda all’arte di Andrea De Litio.
L’altare con le volte affrescate da Andrea De Litio
– Opera propria
Trinità con Tre Volti, di Antonio di Atri
Annuncio della morte a Maria.
– http://www.inabruzzo.it/ada/provincia%20Teramo/A-B/Atri%20-%20Duomo%20-%20abside/index.html
I campanili del duomo di Atri (sinistra) e della chiesa di Sant’Agostino (destra, il minore)
Il campanile del Duomo di Atri
– Opera propria
Il declino dell’Impero romano d’Occidente portò a una crisi generale e le terme di Atri, abbandonate, divennero rudere. Su queste rovine, di cui si reimpiegarono i materiali, sorse un luogo di culto: nacque così l’Ecclesia de Hatria.
Il rinvenimento di frammenti di scultura risalenti all’VIII-IX secolo, attualmente conservati nel chiostro retrostante il duomo, costituiscono la testimonianza della presenza di un edificio di culto in questa area della città già nell’alto Medioevo .
Questa chiesa, eretta probabilmente nel IX secolo, era di dimensioni modeste e se ne ha menzione per la prima volta in un documento di Ottone I (958), che però non ne precisa l’ubicazione: è tuttavia assai probabile che essa occupasse l’area dell’attuale duomo.
Veduta del chiostro
La comunità cristiana crebbe e nell’XI secolo fu realizzata una chiesa di dimensioni maggiori, corrispondenti a quelle dell’attuale duomo, ma meno sviluppata in altezza e articolata in cinque navate (i resti della suddetta chiesa si ammirano ancor oggi all’interno della concattedrale) che si arricchì di opere d’arte, andate però perdute (tranne un frammento di ambone oggi al Museo Capitolare di Atri e l’altare).
Il chiostro del Duomo
La nuova chiesa si trova denominata nelle fonti prima come Sancta Maria de Atria (Santa Maria di Atri) e poi come “Santa Maria Assunta”, citata nella bolla di papa Innocenzo II e affidata ai monaci cistercensi che presso di essa vi costruirono un convento.
Un’interessante notizia sull’edificio di culto dell’XI secolo è tramandata da Anton Ludovico Antinori nei suoi Annali: nel 1102 sarebbe stata fusa l’antica e unica campana di quella chiesa, poi andata distrutta nel XVIII secolo
Interno del Duomo, le tre navate
– Opera propria
Concattedrale di Atri, interno (particolare del coro affrescato da Andrea De Litio)
– Opera propria
wiki – basilica
nota :
Andrea De Litio (o anche Delitio;
Lecce nei Marsi, 1420 circa – Atri, 1495 circa) è stato un pittore italiano del Rinascimento. Tra i massimi esponenti della pittura centro-meridionale dell’epoca, fu artista di rilievo del Quattrocento italiano, assieme a Saturnino Gatti e agli scultori Nicola da Guardiagrele e Silvestro dell’Aquila; il suo stile rimase comunque legato anche al tardo gotico, anche se conosceva bene l’arte dei suoi più noti contemporanei.
La Vergine nota come Madonna di Cese (Museo d’arte sacra della Marsica, Celano)
– Opera propria
Andrea De Litio, Abruzzesenato, 2009-12-07
La Madonna delle Grazie (1460 ca.) nella chiesa atriana di Sant’Agostino.
La Madonna d’Alto Mare nel Duomo di Atri.
Opera propria, Abruzzesenato, 2008-12-21
Incoronazione di Maria, dalle Storie di Maria nel Duomo di Atri.
Natività, particolare delle Storie di Maria nel coro del Duomo di Atri. (1460-70) – Opera propria
Splendida tavola della Vergine con Bambino di Andrea De Litio (1465 ca.), nella chiesa di S.Maria del Lago a Moscufo.
– Opera propria
Il San Cristoforo sul porticato sud della Chiesa collegiata di Santa Maria, Guardiagrele
Madonna adorante il Bambino (1465), Duomo di Atri.
Affresco realizzato da Andrea De Litio in collaborazione con l’allievo Giovanni da Novara. Si trova nella terza colonna destra della navata centrale.
segue :
https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_De_Litio#
Che immagini splendide!
chiara : mi sono forse troppo dilungata su questo pittore del ” Rinascimento meridionale ” ( e ce ne sono altri di cui bisognerebbe almeno marcare i nomi ) perché, nella mia ignoranza, non ho mai sentito parlare di Rinascimento, e neanche di Quattrocento meridionale… e voi ? Mi è sembrato molto originale, diverso dei ” nostri ” pittori cui siamo ” abituati ” sia come tipo di pittura sia come soggetti. ho finito