20 SETTEMBRE 1870 — ROMA — CI SIAMO E CI RESTEREMO ( una lapide ) –DOPO OLTRE MILLE ANNI VENIVA MENO IL POTERE TEMPORALE DEL PAPATO + video del circolo UAAR di Roma

 

 

 

 

Roma, 20 settembre 1870, ricordate? | Circolo Vegetariano VV.TT. Treia

 

 

 

 

 

 

 

Tratto da “Impressioni di Roma” di Edmondo de Amicis, cronista al seguito dell’esercito italiano a Porta Pia:

“L’artiglieria stava ancora bersagliando le porte e le mura per aprire le brecce. Non ricordo precisamente che ora fosse quando ci fu annunziato che una larga breccia era stata aperta vicino a porta Pia, e che i cannoni dei pontifici appostati a quella porta erano stati smontati. Si parlava di qualcuno dei nostri artiglieri ferito. Interrogammo parecchi che tornavano dai siti avanzati, e tutti ci dissero che i pontifici davano saggio d’una meravigliosa imperizia nel tiro, che i varchi già erano aperti, che l’attacco della fanteria era imminente. Salimmo sul terrazzo d’una villa e vedemmo distintamente le mura sfracellate e la porta Pia malconcia. Tutti i poderi vicini alle porte brulicavano di soldati. In mezzo agli alberi dei giardini si vedevano lunghe colonne di artiglieria. Ufficiali di stato maggiore e staffette correvano di carriera le strade in tutte le direzioni. È impossibile ch’io vi dia notizie particolari di quello che fecero le altre divisioni. Vi dirò della divisione Mazè de la Roche, che è quella ch’io seguii. La strada che conduce a porta Pia è fiancheggiata ai due lati dal muro di cinta dei poderi. Ci avanzammo verso la porta. La strada è dritta e la porta si vedeva benissimo a una grande lontananza; si vedevano i materassi legati al muro dai pontifici, e già per metà arsi dai nostri fuochi; si vedevano le colonne della porta, le statue, i sacchi di terra ammonticchiati sulla barricata costrutta dinanzi; tutto si vedeva distintamente. Il fuoco dei cannoni pontifici, da quella parte, era già cessato, ma i soldati si preparavano a difendersi dai muri. A 300 o 400 metri dalla barricata due grossi pezzi della nostra artiglieria battevano la porta e il muro. Il contegno di quegli artiglieri era ammirabile. Non si può immaginare con che tranquillità, con che disinvolta e inalterabile indifferenza facevano le loro manovre, a cosi breve distanza dal nemico. Gli ufficiali erano tutti presenti. II generale Mazè, col suo stato maggiore, stava dietro a due cannoni. Ad ogni colpo si vedeva un pezzo del muro o della porta staccarsi e rovinare.  Alcune granate, lanciate, parve, da un’altra porta, passarono non molto al disopra dello stato maggiore. Gli zuavi facevano un fuoco fittissimo dalle mura del Castro Pretorio e uno dei nostri reggimenti ne aveva patito qualche danno. Quando la porta Pia fu affatto libera e la breccia vicina aperta sino a terra, due colonne di fanteria furono lanciate all’assalto. Non vi posso dar particolari. Ho visto passare il 40° a passo di carica. L’ho visto, presso alla porta, gettarsi a terra per aspettare il momento opportuno ad entrare. Ho sentito un fuoco di moschetteria assai vivo; poi un lungo grido Savoia; poi uno strepito confuso; poi una voce lontana che gridava: Sono entrati. Allora, giunsero a passi concitati i sei battaglioni bersaglieri della riserva; giunsero altre batterie di artiglieri e s’avanzarono altri reggimenti; vennero oltre, in mezzo alle colonne, le lettighe pei feriti.”

DA :

FACEBOOK : ” ROMA SPARITA “

 

 

 

 

20 settembre 1870, attacco a Roma: le operazioni militari nel dettaglio – Libero Quotidiano

 

 

 

 

Speciale 20 settembre 1870 - Rai Cultura

 

 

 

 

 

Video commemorativo sul XX SETTEMBRE e sulla Breccia di Porta Pia realizzato dal Circolo UAAR di Roma.

7.26 minuti

 

 

 

 

 

 

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

1 risposta a 20 SETTEMBRE 1870 — ROMA — CI SIAMO E CI RESTEREMO ( una lapide ) –DOPO OLTRE MILLE ANNI VENIVA MENO IL POTERE TEMPORALE DEL PAPATO + video del circolo UAAR di Roma

  1. Donatella scrive:

    Come doveva essere bella quella Roma fatta di antiche costruzioni, di ville e di giardini e orti. Se Roma capitale fu senz’altro una cosa buona ( finalmente il potere del Papa non tagliava più a metà la Penisola), tuttavia l’insediamento del governo nazionale e di tutto l’apparato burocratico rovinò per sempre molti aspetti di Roma, coma già aveva rovinato Firenze nel breve periodo in cui fu capitale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *