ore 21:35 impo –post sg —documentari suoi straordinari ! VI PRESENTO UN TIPO A NOI CURIOSO : STEFANO VIAGGIO–è un regista programmista (cosa sarà?) nato in Valle d’Aosta —-http://fotografiaprimaguerramondiale.blogspot.it—RAGAZZI, QUESTO E’ VENUTO DA SOLO! ed è identico a quello che avevamo già messo ! l’occhio elettronico è utile ma ha delle mancanze!

 

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Cent’anni fa, il 28 giugno 1914, a Sarajevo l’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria-Este e sua moglie Sophie trovavano la morte in un attentato per mano di Gavrilo Princip. Un mese dopo l’Austria dichiarava guerra alla Serbia. L’Europa verrà travolta dal perverso gioco delle alleanze e per quattro anni, fino all’11 novembre 1918 sarà la Grande Guerra. A questa tragedia dell’umanità (ma non in occasione della ricorrenza) ha dedicato il blog fotografico “Fotografia e Prima Guerra mondiale”, il regista programmista aostano Stefano Viaggio.

Laureato in Lettere nell’anno accademico 1976/77 all’Università La Sapienza di Roma con una tesi in Storia dei Partiti Politici, dedicata all’azione clandestina del Partito Comunista d’Italia negli anni 1933 e 1934.  Viaggio dal 1978 ha svolto la professione di programmista-regista alla Sede Regionale Rai della Valle d’Aosta, è in pensione dal luglio 2013.

In cosa consiste il blog?

“Il blog “Fotografia e Prima Guerra mondiale” analizza diversi aspetti dell’immagine che si è tramandata sino ai nostri giorni di un conflitto che è stato definito come il primo industriale e totale nella storia dell’umanità. La fotografia, nata alla fine della prima metà del XIX° secolo, è uno degli aspetti industriali della Grande Guerra, e non di minor conto. Il blog mostra le immagini fotografiche, ma anche le illustrazioni di derivazione pittorica, che vennero diffuse dalle riviste pubblicate in tutta l’Europa tra il 1914 e il 1918, analizzando il tipo di messaggio che giunse all’opinione pubblica europea e internazionale. Le fotografie mettevano in risalto le vittorie degli eserciti nazionali, tacevano sulle sconfitte, mostravano i caduti solo dalla parte avversaria e la ferocia del nemico. In questo modo si contribuiva, dal punto di vista visivo, a quella rottura dell’unità culturale europea che aveva contraddistinto gli anni della cosiddetta belle époque”.

“Le riviste da cui provengono le immagini presentate e commentate – prosegue Viaggio – fanno parte della mia collezione che comprende ormai pubblicazioni di quasi tutti i paesi europei e principalmente quelli impegnati nel conflitto: dalla francese Le Miroir, alle italiane Il Mondo e La Domenica del Corriere, dalla tedesca Der grosse Krieg in bildren (album della guerra) all’inglese The great war, ecc. Nel blog ci sono anche post dedicati a fondi fotografici anonimi realizzati da soldati e ufficiali che nei momenti di sosta dei combattimenti, nelle retrovie del fronte oppure in ospedali militari fotografarono la guerra che stavano vivendo. Queste fotografie sono molto importanti perché offrono la possibilità di analizzare lo sguardo individuale sulla guerra attraverso la propria esperienza”.

“L’occhio del fotografo soldato è libero dalle finalità propagandistiche che invece si proponevano le riviste. Bisogna tener presente che molte fotografie e filmati realizzati nel corso del conflitto non sono autentici, ma appositamente costruiti nelle retrovie del fronte o durante esercitazioni militari con vere e proprie messe in scena. La fotografia soprattutto, ritenuta a quell’epoca la prova più autentica di un avvenimento, rendeva vero ciò che in realtà era falso. La sequenza cinematografica dell’uscita dei soldati britannici da una trincea nel corso della Battaglia della Somme, 1916, che molte volte viene mostrata nei documentari sulla Grande Guerra, è una ricostruzione per un film che ebbe una grande risonanza e successo di pubblico pochi mesi dopo gli avvenimenti”.

Quando è iniziata la pubblicazione e per quale motivo hai deciso di realizzarla?

“Il primo post del blog è del 20 aprile 2010, oggi il blog ha 49.113 visualizzazioni per un totale di 116 post. La decisione di aprire questo blog è scaturita dal mio interesse per la storia della fotografia e in particolare per quella della Prima Guerra Mondiale. Tutto è cominciato quando ho scoperto che esisteva una rivista francese, Le Miroir, che aveva istituito un concorso a premi per i soldati che inviavano le loro fotografie dalle trincee. C’erano premi settimanali e mensili, con inoltre due premi straordinari: il primo di 15.000 franchi (assegnato nel 1915), il secondo di 30.000 (forse mai assegnato, non c’è traccia nei numeri del 1919). La cosa mi sembrò sorprendente, per l’epoca e le modalità del concorso. Decisi approfondire, acquistati tutti i numeri di Le Miroir pubblicati nel corso della guerra e scoprii che l’immagine della fotografica della Prima Guerra Mondiale è un fatto molto complesso: è all’origine della contemporanea società di massa e della civiltà dell’immagine”.

“Nel blog le fotografie non accompagnano semplicemente testi sulla guerra o sulle battaglie più importanti – prosegue Viaggio – ma sono esse stesse il testo su cui si costruisce un discorso in cui vengono forniti anche i dati necessari per comprendere il contesto in cui una fotografia fu eseguita, ma soprattutto pubblicata. Ci sono anche dei casi di una vera e propria assenza della fotografia. L’Italia per molto tempo ricordò la Grande Guerra attraverso le illustrazioni di Achille Beltrame che fornivano un’immagine non veritiera della guerra italiana sulle Alpi. Era un’operazione finalizzata ad esaltare un acceso nazionalismo e fu una buona base di partenza per la futura propaganda fascista”.

Il blog è riservato alle immagini o vi sono anche altre sezioni?

“Il blog non si occupa solo di immagini fotografiche. C’é una sezione dedicata all’artigianato di trincea curata da mia moglie, Alida Caligaris. L’artigianato di trincea comprende una serie di oggetti fabbricati dai soldati con materiali che provenivano direttamente dalla guerra, ad esempio le schegge delle granate o i bossoli dei proiettili di artiglieria. Con questi materiali venivano fabbricati oggetti come accendini, tagliacarte, vasi per i fiori, aerei e carri armati in miniatura, calamai, ecc. Di questi manufatti possediamo una discreta collezione di origine prevalentemente francese e tedesca”.

“Nel blog sono stati pubblicati alcuni documenti non fotografici: un diario di guerra e le lettere inviate da mia nonna, Margherita Del Nero, a suo marito, Giuseppe Mizzoni, tra il 1915 e il 1916. Il diario di guerra venne tenuto dal soldato Edoardo Ostinelli, nonno del signor Ferruccio Ostinelli di Aosta. Si tratta di un documento molto commovente sulla guerra vissuta in trincea e sulle montagne del Pasubio, Edoardo Ostinelli morì di tifo nel luglio del 1917. Questo diario è accompagnato da alcune fotografie eseguite dalla stesso Ostinelli nel corso della sua esperienza di guerra. Un altro documento non fotografico sono le lettere di mia nonna Margherita che fortunatamente si sono salvate dalla distruzione e giungono sino all’ottobre 1918. Mia nonna morì di influenza spagnola e a mio nonno non venne data nemmeno una licenza per andare al funerale della moglie. Le lettere descrivono la vita quotidiana del paese di Veroli, provincia di Frosinone, e possono considerarsi una testimonianza dell’atteggiamento non sempre positivo del popolo nei confronti della guerra e dei suoi costi umani e materiali”.

Registri molti contatti?

“Ci sono sei lettori fissi e poi tutte queste visualizzazioni che variano secondo i mesi o le stagioni, ad esempio aumentano verso la fine dei quadrimestri scolastici. Molte visualizzazioni provengono da paesi lontani, ad esempio dall’Asia, molte anche dagli Stati Uniti d’America. Non so quale significato dare a questo alto numero di visualizzazioni, se solo la metà delle persone che hanno sfogliato il blog hanno letto i post sarebbe un buon risultato”.

Come prevedi lo sviluppo del lavoro?

“Quest’anno iniziano le celebrazioni dell’inizio della Prima Guerra Mondiale e si protrarranno sino al 2018. Direi che parlare di questo avvenimento significa ricordare molti avvenimenti importanti e quindi ci saranno celebrazioni all’interno di una più generale celebrazione. Ogni anno presenta aspetti particolari, ad esempio nel 1915 vennero utilizzati per la prima volta i gas asfissianti, la battaglia di Verdun nel 1916 diede inizio alla guerra di materiali (così definita per il massiccio impiego dell’artiglieria pesante), nel 1917 avvennero la rivoluzione russa e l’ingresso degli Stati Uniti d’America nella guerra. Cercherò di approfondire questi avvenimenti con altre e nuove immagini, ad esempio alcune guide turistiche pubblicate immediatamente dopo la fine delle ostilità e destinate al turismo sui luoghi delle battaglie e nei cimiteri militari. Sono molto interessanti perché a volte mostrano luoghi, villaggi e città fotografati prima e dopo gli sconvolgimenti della guerra. Per il momento sono ancora impegnato nella pubblicazione delle lettere di mia nonna che sono state trascritte sino al dicembre del 1916. Finito questo lavoro mi piacerebbe pubblicare una cronologia di immagini della guerra, dall’agosto del 1914 al novembre del 1918”.

agostino borio

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