12 APRILE 2014 ORE 00:31 RAGAZZI, MIEI RAGAZZI, COSA NE DITE DI ANDARE A GOTEBORG? SE NON SBAGLIO, E’ UN POSTO BELLISSIMO SU UN FIORDO —MA NON FIDATEVI, CHIARA E’ PRIVA DI MEMORIA SPAZIALE, SE SI CAPISCE COSA DICO–MIO NONNO DICEVA : ” A L’è ANDAITA IN UN CESTIN E L’E’ TURNA’ IN UN CURBIN” : SONO DUE MODI PER DIRE SEMPRE LO STESSO CESTINO DOVE CHIARA VA E POI TORNA SENZA AVER VISTO NIENTE—PURTROPPO E’ COSI’—NON MI STO VANTANDO!…

MONDO
Lavorare meno a parità di salario “Così gli impiegati renderanno di più”
L’esperimento lanciato a Göteborg la città della Volvo e di Ericsson “I servizi pubblici saranno migliori”
ANDREA TARQUINI
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO.
Se il dipendente pubblico lavora meno, lavora meglio e assicura un servizio pubblico migliore. E allora ben venga per le mezze maniche l’orario di lavoro ridotto, ma senza decurtazioni in busta paga. L’idea nasce a Göteborg, la seconda città della prospera, modernissima e competitiva Svezia. E si badi bene, non parliamo di una città assistita: è location originaria di marchi globali come Volvo, Ericsson o Skf. E in controtendenza col governo nazionale del regno delle tre corone — una coalizione liberalconservatrice guidata dal giovane premier Fredrik Reinfeldt — Göteborg è un comune “rosso-verde”, retto cioè da una coalizione tra gli ecologisti e il partito di sinistra (erede degli eurocomunisti).
L’idea è venuta al “compagno” Mats Pilhem, vice sindaco e assessore al pubblico impiego. Ha lanciato un esperimento, che da subito riguarderà una trentina di dipendenti pubblici, ma sarà generalizzato se avrà successo. Funziona così: i lavoratori del comune lavoreranno due ore in meno al giorno, senza alcuna riduzione della paga, né mensile né oraria né giornaliera. Chi lavora meno e quindi si stanca meno, dice Pilhem, è al meglio della sua forma, è meno assenteista e quindi lavora meglio. Per cui con l’orario ridotto senza decurtazione dello stipendio gli impiegati possono sicuramente assicurare un servizio pubblico migliore, sbrigare meglio e più in corsa pratiche, richieste di certificati, ogni tipo di compito. E quindi alla fine se ne avvantaggerà la collettività intera, non solo loro e le loro famiglie. «Alla fine Göteborg risparmierà soldi, a vantaggio del bilancio comunale e dei contribuenti, grazie a un lavoro più efficiente».
Sarà vero? I partiti moderati e conservatori ne dubitano, l’economia anche. E il comune di Göteborg ha appena stanziato, a proposito di costi, l’equivalente in kronen di 550 mila euro per assumere nuove mezze maniche. In modo da assicurare servizi al pubblico come prima, nonostante i tagli all’orario dei già assunti. Il tema è centrale in vista delle elezioni politiche di settembre. Se la Svezia intera introducesse la settimana di 35 ore alla francese come chiede il partito di Pilhem, il tutto costerebbe 12,1 miliardi di euro. Ma si sa, il regno è sì più piccolo della Francia ma anche più globale efficiente e competitivo, nell’export di eccellenza come nella qualità del welfare. Vedremo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FOTO:
Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

1 risposta a 12 APRILE 2014 ORE 00:31 RAGAZZI, MIEI RAGAZZI, COSA NE DITE DI ANDARE A GOTEBORG? SE NON SBAGLIO, E’ UN POSTO BELLISSIMO SU UN FIORDO —MA NON FIDATEVI, CHIARA E’ PRIVA DI MEMORIA SPAZIALE, SE SI CAPISCE COSA DICO–MIO NONNO DICEVA : ” A L’è ANDAITA IN UN CESTIN E L’E’ TURNA’ IN UN CURBIN” : SONO DUE MODI PER DIRE SEMPRE LO STESSO CESTINO DOVE CHIARA VA E POI TORNA SENZA AVER VISTO NIENTE—PURTROPPO E’ COSI’—NON MI STO VANTANDO!…

  1. Donatella D'Imporzano scrive:

    Visto che di lavoro non ce n’è per tutti, date le nuove tecnologie, credo che si dovrà arrivare ad una diminuzione delle ore lavorative, il che forse creerebbe maggior benessere individuale ed una più alta qualità del lavoro. Del resto le otto ore canoniche lavorative attuali sono il frutto di lotte e di cambiamenti epocali e non è detto che debbano rimanere intoccabili, a fronte di cambiamenti sconvolgenti nel mondo della produzione. Perché a Goteborg ragionano su queste cose e noi introduciamo, col governo del “cambiamento”, nuove forme di flessibilità e continuiamo a svuotare il lavoro e quindi la persona di ogni valore? A volte mi sembra di vivere in un incubo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *