13 APRILE 2014 ORE 00:03 RENZI INFIAMMA …I MOBILI DA MILANO: ” ORA UNA VIOLENTA LOTTA ALLA BUROCRAZIA”

IL GOVERNO ALLA PROVA
LA GIORNATA
“Ora una violenta lotta alla burocrazia”
Renzi infiamma la platea del Salone del Mobile. “Voi siete l’Italia che funziona”
RODOLFO SALA
MILANO.
Quando lo dice, dentro l’auditoriun della Fiera scatta il primo applauso, il più intenso. E sembra venire giù il soffitto: «Vedo un’Italia viva, che ce la può e ce la deve fare — scandisce Matteo Renzi davanti agli operatori del Salone del Mobile — a patto che si prendano impegni precisi: il primo di questi è una violenta lotta contro la burocrazia, per rilanciare le imprese e l’economia; e i politici devono cominciare da loro stessi».
«Violenta», dice proprio così. E subito ci aggiunge quel riferimento ai «politici». Loro sì dovrebbero imparare da questa gente che vive in trincea tutti i giorni, e che lui — altra battuta ad effetto — è venuto qui a «ringraziare perché nel Paese c’è molta stanchezza mentre voi, nelle difficoltà e nel disagio, sembrate addirittura mettervi contro la logica, quando vi ostinate a creare imprese invece di fare soldi in modo più facile con la finanza».
È quello che la platea — imprenditori, espositori, addetti ai lavori della fortunatissima kermesse milanese dedicata al mobile — vuole sentirsi dire. Si spellano le mani, come e più di quanto si era abituati a sentire quando qui, da premier, ci veniva Berlusconi. Il “popolo” è lo stesso, ma oggi sono tutti pazzi per Renzi. Il secondo applauso arriva quando “Matteo” (anche da queste parti lo chiamano così) parla degli stipendi d’oro ai manager pubblici, assegni stratosferici su cui il governo vuole intervenire con un colpo di forbice. Quelle retribuzioni, attacca Renzi, «sono cresciute a livelli sproporzionati», e coloro che le recepiscono «cercheranno di farcela pagare, ma noi su questa vicenda andiamo avanti fino alla fine».
Il messaggio è chiaro: «A Roma la musica è cambiata», perché finalmente qualcuno è in grado di «assumersi delle responsabilità, e se noi non ce la faremo vorrà dire che non saremo stati bravi». Dunque, «di qui a un anno o ci sono dei risultati o noi siamo chiacchieroni».
In questa trasferta milanese del premier (dopo il Salone il vertice su Expo, «un altro pezzo dell’Italia che funziona»), c’è anche il tempo per una pepatissima replica ai Cinquestelle, che hanno presentato un esposto all’Autorità garante delle comunicazioni per «la vergognosa violazione del pluralismo del servizio pubblico in favore del premier e dei suoi ministri». «Tutti i giorni — taglia corto Renzi — Beppe Grillo mi attacca e discute di ciò che faccio. Sta diventando come i vecchi politici di una volta: noi parliamo agli italiani, lui attacca gli avversari».
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