ORE 21:41 SARA’ VERO CHE NON PREPARIAMO I NOSTRI PICCOLI ALL’ETA’ ADULTA // LA PAGHETTA NON PUO’ ESSERE L’UNICA VARIABILE , ANCHE SE APPROVO “UNA DIMINUZIONE” PER TUTTI // ANDANDO IN GIRO, OSSERVANDO OSSERVANDO E RIFLETTENDO: QUELLO CHE HO VISTO E’ CHE I NOSTRI FIGLI PER DIVENTARE DEGLI UMANI ADULTI DEVONO POTER AVERE DEI MODELLI DI PERSONE ADULTE PRINCIPALMENTE NEI GENITORI– E’ QUI CHE, MI E’ PARSO, STA IL DIFFICILE—“CRESCIAMO INSIEME”, SI DICE, MA FARLO E TROVARE UN ACCORDO DI FONDO NELLA COPPIA…DEVO DIRE CHE QUESTO L’HO AVVENIRE SOLO QUANDO UNO DEI DUE COMANDA E L’ALTRO PARTECIPA ALL’UNISSONO E METTE IN PRATICA. SE VOGLIONO COM-PARTECIPARE ALL’EDUCAZIONE DEI FIGLI—HO VISTO CHE SUCCEDONO LACERAZIONI ANCHE GRAVI CHE “SPACCANO IN DUE ” IL FIGLIO—INSOMMA,. SONO SLO CONTENTA CHE PER QUANTO DICA “HO OSSERVATO HO OSSSERVATO”. HO VISTO DI UN MEZZO FRANCOBOLLO CHE SI E’ PIAZZATO LI’ DAVANTI ALLA MIA TANA—NIENT’ALTRO. LO GIURO! E QUESTO E’ QUELLO CHE MI RENDE FELICE–LO CAPITE?

CRONACA
I bambini italiani piccoli Paperoni è loro la paghetta più alta d’Europa
CRISTIANA SALVAGNI
ROMA .

I bambini italiani sono i Paperoni d’Europa: incassano ogni anno 832 euro, al netto delle mance di nonni e parenti. La paghetta che ricevono è quasi quattro volte quella dei coetanei francesi: una cifra troppo alta, secondo gli esperti, per comprendere a pieno il valore del denaro che si mettono in tasca. Ma se è vero che non esiste la formula magica della somma da sganciare (quale sia è uno dei temi più discussi sui forum online dei genitori) ci sono alcune variabili che aiutano a determinarla.
«Dare ai figli troppi soldi senza educarli al risparmio e al lavoro fa male perché più gli dai e più spendono per tornare a chiedere» spiega Luigi Aprile, professore di psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università di Firenze. «Nel nostro Paese vediamo ancora l’infanzia come un periodo di spensieratezza, mentre all’estero già a sei anni preparano i bambini all’età adulta: per questo a 18-20 anni puntano all’indipendenza e a uscire di casa». Così mentre in Francia i ragazzini prendono 240 euro all’anno, circa 20 al mese, in Gran Bretagna 380 euro e in Germania 600, in Italia lo “stipendio” medio si aggira sui 16 euro a settimana, più di 60 al mese. Si prendono esattamente, dicono gli ultimi dati Istat disponibili, 8 euro tra i 6 e i 10 anni, 11 euro a 11-13 anni e 20 euro a 14-17 anni.
Neanche la crisi ha scalfito il compenso ma ha acuito la forbice tra chi ha tanto e chi niente: nel 2008 la paghetta media era più bassa, 14 euro a settimana, ma la percepiva un bambino su tre. Oggi la riscuote uno su quattro. E la disparità di genere nella retribuzione si insinua già in tenera età, visto che per i maschi i genitori sborsano soldi più regolarmente che per le femmine (dispone di una somma fissa il 53 per cento dei ragazzini contro il 42 delle ragazzine).
Qual è l’importo ideale? «Io ho 14 anni e ricevo dei miseri dieci euro, non riesco a permettermi neanche una pizza e spesso con gli amici rimango digiuna anche se ai miei i soldi non mancano. Se stai bene economicamente e tuo figlio ha tra i 12 e i 15 anni 20 euro sono perfetti» suggerisce su Internet a un genitore che chiede quanto sia meglio “sganciare” un’ adolescente insoddisfatta. «Ho 12 anni — fa eco un’altra — i miei mi danno due euro per ogni faccenda che sbrigo a casa e, alla fine del mese, mi regalano quanto mi merito. Se vuoi dare una paghetta troppo bassa, come pochi euro, tanto vale lasciar stare ma anche 80 euro è troppo perché i giovani sprecano i soldi in spese futili».
L’entità della paghetta, dicono gli studiosi, deve essere strettamente legata al budget familiare e alla capacità di spesa. «Grosso modo non vanno date né cifre troppo alte né troppo basse — continua Aprile — ma fino ai sei anni vanno bene tra i 2 e i 5 euro a settimana, che salgono a 10 verso gli 8-10 anni. Dopo i 15, quando si hanno maggiori esigenze, si può aumentare a 20 ma può essere un buon criterio alzare la cifra in cambio di lavoretti domestici così da riconoscere la fatica che sta dietro ai soldi. Soprattutto perché l’educazione al risparmio, insegnata a scuola negli Stati Uniti o in Olanda, da noi non c’è». In realtà infilare nel salvadanaio una quota dello “stipendio” è un’abitudine che piace ai nostri ragazzi: oltre il 60 per cento mette da parte i soldi. E in questo sono più formiche le bambine: accumula piccole fortune il 62 per cento, contro il 59 dei maschi-cicala.
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