ORA 21:48 +++++ da non perdere..sempre che interessi l’area—- ALBERTO NEGRI DA IL SOLE DI IERI —QATAR CONTRO EGITTO PER I RAID IN LIBIA. Le ambiguità del Golfo nella lotta al califfato

 

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Alberto Negri: Le ambiguità del Golfo nella lotta al califfato
20 febbraio 2015

QATAR CONTRO EGITTO PER I RAID IN LIBIA.  

Le ambiguità del Golfo nella lotta al califfato

di Alberto Negri

 

La battaglia è dentro l’ Islam, in un mondo arabo sempre più diviso e frammentato, ed è una lotta per la supremazia regionale, per affermare sfere di influenza religiosa, politica ed economica. Ecco perché tra Doha e il Cairo sono scintille, bagliori di un conflitto che cova da tempo ed è esploso con i bombardamenti egiziani in Libia contro le basi jihadiste, accompagnati da pesanti dichiarazioni del delegato del Cairo alla Lega Araba che ha accusato il Qatar di sostenere il terrorismo. Reazione immediata di Doha che ha ritirato l’ ambasciatore nella capitale egiziana.

È il primo passo di un’ escalation che forse non sarà soltanto diplomatica. Non è azzardato affermare che i conflitti mediorientali e nordafricani, dalla Mesopotamia alle coste libiche, dalla Siria al Sinai, sono anche feroci guerre per procura: sul terreno si scontrano fazioni islamiche radicali che hanno i loro sponsor nel Golfo e nel mondo arabo guidati da interessi opposti e divergenti. Sotto la bandiera nera del Califfato, di Jabat al Nusra, di Al Qaeda, della Jihad islamica – alcune dellle sigle più note – si nascondono le mire geopolitiche di nuove e vecchie potenze regionali: questi gruppi sono autonomi ma vengono anche finanziati dall’ esterno, ricevono appoggi logistici, materiali e morali. Le potenze regionali intendono manovrarli, o si illudono di poterlo fare, per combattere i rivali su una scacchiera sempre più sanguinosa, dove gli stati crollano e si disintegrano lasciando vuoti strategici che tutti vogliono riempire. In questo gioco al massacro tra arabi, che sta stritolando intere popolazioni, gli stati occidentali non sono certo neutrali. Tra Egitto e Qatar, la Libia è soltanto uno dei terreni di scontro. L’ uomo forte dell’ Egitto, il generale Abdel Fattah Al Sisi, è salito al potere facendo fuori i Fratelli Musulmani dell’ ex presidente Mohammed Morsi, sponsorizzati proprio dal Qatar che da anni ospita Yusuf al Qaradawi, il capo spirituale e il teologo principe della confraternita. Da qui è scaturita, per contrapposizione, l’ alleanza tra il generale-presidente e i sauditi che vedono nei Fratelli Musulmani dei pericolosi contestatori della corona wahabita. Riad ha rifornito di dollari sonanti le forze armate egiziane che adesso hanno nuovi amici nella Russia di Putin. Anche i francesi hanno mangiato la foglia. Il Qatar era uno dei grandi clienti di Parigi ma i sauditi si sono proposti come un mercato ancora più ricco per le commesse nel settore della difesa e del nucleare mentre gli egiziani hanno appena acquistato 24 caccia Rafale che Parigi non era mai riuscita a vendere a nessuno. In Libia le due maggiori fazioni che insieme all’ Isis stanno sbranando il Paese sono appoggiate da un lato dalla Turchia e Qatar, dall’ altro da Egitto ed Emirati Arabi Uniti. I primi sostengono il parlamento di Tripoli, dove comandano gli islamisti di “Alba libica”; i secondi sponsorizzano il governo riconosciuto internazionalmente di Tobruk, tenuto in piedi dalle milizie del generale Khalifa Heftar alleato dell’ Egitto. Ma dietro le fibrillazioni egiziane ci sono le mire territoriali del Cairo sulla Cirenaica, l’ area più orientale della Libia dove si trova l’ 80% delle riserve di petrolio. È qui che la francese Total ha i suoi maggiori investimenti e dove punta anche Londra. E tra i tanti interessi contrastanti c’ è anche uno scontro ideologico: l’ Egitto tenta di riconquistare la leadership del mondo arabo come ai tempi di Nasser, fautore del panarabismo laico e nazionalista, contro il panislamismo dei Fratelli musulmani e dei gruppi jihadisti. Un braccio di ferro tra visioni opposte dove tutto è permesso, terrorismo compreso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Marina Sereni

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