ore 21:04 claudio mortini —che ci invita ad accompagnarlo in Armenia –pare–attraverso vari monasteri…mi sembra un tipo ” umano “…

 

 


https://www.youtube.com/watch?v=BCkN059kdKQ&list=PLd4PwQ99jW-h-IiLdvhYM8_T7KHXiehMg

 

 

°° By CLAUDIO MORTINI °° Il viaggio continua. Vagando da un monastero all’altro registro con crescente incredulità i differenti ambienti che convivono in una terra tanto ristretta.
Nelle varie località c’è qualcosa dell’Italia degli anni cinquanta: le galline che razzolano tra le tombe, le mucche sul sagrato, I bambini che sbirciano quello che fai, I vecchi che ti salutano con la mano aperta, insomma lo straniero accolto come una curiosità amica, sono lussi che la provincia armena riesce ancora a permettersi.

Siamo stati ospiti a pranzo di una famiglia che ha aperto un fax simile di agriturismo, con tanto di cottura del lavatsh, quel pane elastico e tondo come una piadina formato 33 giri.

Il monastero di Geghard (“Գեղարդ” in armeno) è un’eccezionale costruzione architettonica che si trova nell’omonimo comune nella provincia di Kotayk’. Esso è parzialmente scolpito nella roccia di una montagna adiacente. Nell’anno 2000 è entrato a far parte della lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Benché la cappella principale sia stata costruita nel 1215, il monastero venne fondato nel IV secolo da San Gregorio Illuminatore nel luogo di una sorgente sacra all’interno di una grotta. Per questa ragione il nome originale del monastero fu quello di Ayrivank, che significa “il monastero della grotta”. Il nome comunemente usato oggi, Geghard, significa “il monastero della lancia”, con riferimento alla lancia che ferì Cristo durante la crocifissione, che secondo la leggenda sarebbe stata portata in Armenia dall’apostolo Taddeo e conservata nel monastero insieme a molte altre reliquie. Oggi è esposta nella città di Echmiadzin.
Le spettacolari guglie rocciose che cingono il monastero fanno parte della gola del fiume Azat, anch’esse incluse nella lista dei Patrimoni dell’umanità insieme al monastero.

Garni (in armeno: Գառնի), fino al 1936 Bash Gyarni è un comune di 7.415 abitanti (2008) della provincia di Kotayk’ in Armenia, situato a circa 32 km a sud-est di Yerevan, noto soprattutto per il suo complesso archeologico fortificato. Il sito riceve un gran numero di visitatori ogni anno, anche perché è situato sulla strada del noto monastero di Geghard (7 km a sud-est di Garni).

Tempio di Garni. Nel III millennio a.C. una prima fortificazione fu costruita nella zona, su un terreno facilmente difendibile, in prossimità di un’ansa formata dal fiume Azat. Conquistata nell’VIII secolo a.C. dal re di Urartu Argishti I, la fortezza divenne base militare e residenza estiva del sovrano. Da allora vennero costruiti molti altri edifici, tra i quali il palazzo reale, i bagni e uno degli edifici più famosi: un tempio ad imitazione del Partenone. Di particolare interesse sono i bagni, situati nella parte settentrionale del sito, che presentano una cella di riscaldamento ancora ben conservata. Il pavimento interno del bagno è decorato con mosaici ispirati a figure della mitologia greca, tra le quali spicca Teti. Una delle iscrizioni in koinè greca recita: “ΜΗΔΕΝ ΛΑΒΟΝΤΕΣ ΗΡΓΑΣΑΜΕΘΑ”; e cioè: “senza aver preso nulla, abbiamo lavorato”.
Il tempio fu edificato nel I secolo d.C. dal re Tiridate I di Armenia e la costruzione fu forse finanziata grazie al denaro che il re armeno ricevette dall’imperatore Nerone durante la sua visita a Roma. Il tempio era probabilmente dedicato al dio Mitra. La copertura dell’edificio è sorretta da 24 colonne di ordine ionico. Diversamente da altri templi greco-romani, quello di Garni presenta un basamento di basalto. L’edificio andò distrutto in seguito ad un terremoto nel 1679. Gran parte dei pezzi originari rimasero sul posto fino al XX secolo cosicché, tra il 1969 e il 1979, fu possibile ricostruire la struttura. Negli ultimi anni, alcuni archeologi hanno avanzato un’altra ipotesi circa l’origine del tempio: esso, infatti, sarebbe stato costruito quale sepolcro del re armeno Sohaemus. Se fosse così, la costruzione del tempio andrebbe postdatata al 175 d.C.

 

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