ORE 22:19 FABRIZIO BARCA E PIERO IGNAZI (post sg) : IL TRIANGOLO ROTTO CIOE’ PARTITI / SOCIETA’ / STATO IN UN RAPPORTO CHE NON RIESCE PIU’ A RISPETTARE ART. 49 DELLA COSTITUZIONE (VEDI SOTTO) —impo sotto—AMICI LIVORNESI DI FABRIZIO BARCA E UN PO’ DI PIERO IGNAZI, MA MENO—!

 

Art. 49  della nostra Costituzione–


La funzione primaria dei partiti è “concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale “

 

Descrizione

Il rapporto tra partiti, società e Stato si è definitivamente incrinato. Partiti autoreferenziali, disconnessi dalla società, incapaci di interpretare i bisogni dei cittadini. Partiti stato centrici che stentano ad assolvere alla loro funzione primaria: “concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, come afferma l’articolo 49 della Costituzione. Dobbiamo quindi farne a meno? No, al contrario. Ma allora quale forma devono avere e a quale funzione devono assolvere? È il momento per i partiti italiani di guardarsi allo specchio: senza un radicale cambiamento non potranno governare l’Italia. Tantomeno sopravvivere. Interventi di: Nando Pagnoncelli, Walter Tocci, Laura Pennacchi, Carlo Borgomeo, Concita De Gregorio, Luca Telese, Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, Goffredo Bettini, Salvatore Biasco, Marco d’Eramo, Piero Bevilacqua, Andrea Ranieri, Claudia Mancina, Eric Jozsef

 

 

 

Il triangolo rotto. Partiti, società e Stato

 

 

 

http://la-traversata-livorno.webnode.it/news/letture-il-triangolo-rotto-di-fabrizio-barca/

 

 

 

Letture: Il triangolo rotto— Partiti Società e Stato di Fabrizio Barca e Piero Ignazi —-Feltrinelli

30.01.2014 20:48

Se “La traversata” è il libro dove Barca raccoglie il suo documento reso pubblico nell’aprile del 2013, le testimonianze del suo viaggio per l’Italia e i contributi di personalità che guardano con attenzione al suo progetto politico, con il successivo “Il triangolo rotto” ci addentriamo alla radice della questione. Provocatoriamente ritengo più utile questo secondo libro. Partiamo dal contributo di Piero Ignazi che riprende, ampliandolo, il suo scritto apparso nella “Traversata”. Nel catastrofico livello di fiducia che i cittadini hanno dei partiti, Ignazi ne prende le difese. Ma a precise condizioni.

Quello che mi ha colpito è la valorizzazione della carriera come incentivo individuale nel far politica. Niente di più impopolare. Ma una carriera, la selezione della classe dirigente, che matura rispettando quattro condizioni di cui si devono decidere misure quantitative e criteri: inclusività; rappresentanza dei valori e/o della base sociale di riferimento; competitività; lealtà.

Facciamo un passo indietro e torniamo al titolo “Il triangolo rotto” e il suo sottotitolo: “Partiti, Società e Stato”. Il rapporto tra Partiti, Società e Stato si è incrinato forse rotto. Il triangolo, per Ignazi, si è rotto. E non c’è dubbio che il Partito è l’anello più debole, più indifendibile perché diventato autoreferenziale, disconnesso dalla società e incapace di interpretare i reali bisogni dei cittadini. Partiti Statocentrici, appellativo ricorrente nelle analisi di Ignazi e Barca. Ed è per questo che ritengo quell’aspetto legato alla carriera più vitale, ad esempio, del pur importantissimo tema del finanziamento.

E’ nel sistema proposto da Ignazi e Barca di selezione del politico che si ricolloca al centro la partecipazione nella loro scelta, i valori di riferimento condivisi, una competizione seria con pari opportunità tra più persone, una lealtà al mandato ricevuto. E’ in queste idee, e non solo, che Barca vuol far crescere un forte progetto di ricostruzione del partito. Oggi sono le uniche proposte.

Da Ignazi a Barca; l’aspetto che voglio far risaltare dell’analisi di Barca è il ripensamento aperto dell’identità. Scrive: ”Nel mio documento li chiamo convincimenti, le cose in cui crediamo. Se non ci sono, non c’è un linguaggio comune.

Servono convincimenti robusti, perché quei convincimenti sono necessari a muovere sentimenti.

Sono importanti anche  per costruire una visione condivisa dell’Italia che vogliamo.

Questa visione non c’è, nel documento. Perché può uscire fuori solo dal confronto di un partito che abbia ritrovato forti convincimenti condivisi e un accordo sul metodo per governare.

Il fuoco principale del mio tentativo.

Pensiamo adesso ad un fare politica attraverso una carriera maturata con i criteri sopracitati e  sorretta da “convincimenti” comuni necessari per costruire una  visione condivisa dell’Italia che vogliamo.

E’ il Partito che ha in mente Barca e su cui solo un lavoro di lunga  lena può sperare di realizzare.

Il libro si conclude con una lunga serie di autorevoli  interventi  che aiutano a  leggere con ulteriore spirito critico le idee e il progetto di Fabrizio Barca.

Paolo Natale

 

 


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