11:19 — MGP — UN RACCONTO “SPECIALE”, UN FLASH CHE VA NELLE PROFONDITA’ :: DELLA NOSTRA “LETTERATA” —GIA’ IL TITOLO SCELTO DICE MOLTISSIMO, COME LA SUA BREVITA’, APPUNTO DA FLASH__

 

 

PICASSO 1923

 

 

 

UNA MOGLIE

 

 

Parole, parole, quante parole!

Le sembrava di vederle mentre correvano lungo il cavo telefonico e si affollavano al ricevitore. Robuste di corporatura, ponderose e gravi, ma allo stesso tempo innocenti di aspetto. Le immaginava in punta di piedi ordinate e goffe, mentre attraversavano il corridoio degli occhi, da un orecchio all’altro. Le sentiva arrivare e non poteva che vederle, ottuse e ostinate, sempre più accalcate e fitte, si spingevano fuori fino al volo finale. . .  via!  Aria che passa. . . senza lasciare alcun segno se non il suono conosciuto della sua voce.

<< A CHE ORA?. . . QUANDO?. . . HAI PREPARATO TUTTO?…SEI ANDATA?…L’HAI SENTITA…DA QUANTO TEMPO?…>>

In una mattina afosa, di sfuggita, sì, l’ho sentita la tua voce, è stata quella a sollevarmi la gonna con un colpo d’accento troppo aperto sulla seconda sillaba, la voce che scende come un boccone caldo e saporito e riempie il vuoto del ventricolo destro con un’eco fonda e sonora, ancora – ora, ora – ora.

Una voce generosa d’instancabile lettura nelle sere d’inverno, che accompagnava, a tua insaputa, il mio primo sonno; e poi a notte tarda, irritata per un improvviso disaccordo, pareva alzare la cresta e tirar su la coda per sostenere le ragioni assurde del giusto e del vero.

<< NON C’E’ DUBBIO …NON PUO’ ESSERE CHE COSl’ …CI METTEREI LA MANO SUL FUOCO …MA CERTO …NE SONO SICURO …>>

Sì è vero, non c’è da dubitare, nulla è più incantevole della tua voce, non c’è musica o trillo o gorgheggio capace di suscitare in me questa malinconia .
Ma  io  aspetto  un  soffio,  uno  sbuffo,  un sospiro, perché non bisbigli mai dietro l’orecchio?!
Sussurrami un rimbrotto, un rantolo, un singhiozzo, un gemito, un mugolio sommesso, un se, un ma, un forse, un pianto sottovento, un segreto seminudo da saziare con un suono senza senso, un sol o un sì di un semitono più basso. Canta ti prego al mio orecchio! Non pronunciare parola, ma ferma a fior di labbra una frase
sfatta. Io riconosco, nel balbettio confuso, il frullo festoso delle ali di un fanciullo.

<< OVVIAMENTE …SALTA   AGLI   OCCHI …NON    C l  VUOL  MOLTO  A CAPIRE …E’ EVIDENTE …COME NO…>>

Come uno scoppio, un’esplosione, uno spaccarsi di schianto o uno scrosciare a dirotto, come un urlo, un ululato, un guaito che possa fermare il tuo dire ostinato. Come il  grido possente di un Titano, forte  da sollevare un’onda alta oltre il muro dove il suono si rompe. O forse un po’ più avanti dove la cresta si allunga e il frangente tace, ecco che fluttua, vacilla, si smorza un fiume calmo di comprensione, un SSSSSSiiiiiii lungo e silenzioso che scende lento da un adagio a un piano a un pianissimo  .

<< NON SI SENTE BENE…C’E’ UN’INTERFERENZA . ..SEI  ANCORA LA’? >>

Sulla scala naturale di ascolto, sì io sono sempre qui che aspetto.

 

 

 

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2 risposte a 11:19 — MGP — UN RACCONTO “SPECIALE”, UN FLASH CHE VA NELLE PROFONDITA’ :: DELLA NOSTRA “LETTERATA” —GIA’ IL TITOLO SCELTO DICE MOLTISSIMO, COME LA SUA BREVITA’, APPUNTO DA FLASH__

  1. eskoit scrive:

    E’ sempre difficile capirsi… un racconto che esprime con leggerezza la difficolta del dialogo quando rinchiuso in schemi prestabiliti. Una nota di accordo, proprio bello !

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