LETTERA–MATTEO RENZI RISPONDE A EUGENIO SCALFARI—pp. 1-3 di rep. di oggi giovedi’ 11 febbraio +++ link di Scalfari domenica

chi volesse rileggere tutto insieme, nel link Scalfari di domenica

https://www.neldeliriononeromaisola.it/2016/02/191099/

 

Prima

LA LETTERA

Il problema non è chi guida ma la strada che si prende

MATTEO RENZI

 

CARO direttore, in questi ventiquattro mesi di Governo sono stato oggetto più volte delle attenzioni di Eugenio Scalfari. Lo considero un onore, per la stima che nutro nei confronti del fondatore di

Repubblica, voce tra le più autorevoli del giornalismo italiano. Il tema che egli pone in queste ultime ore mi impone di provare a rispondere, nel merito. E vado subito al sodo: ho grande rispetto per il dibattito che si è creato e sul quale anche l’Italia ha da dire e dice la sua, ma la questione del superministro europeo del Tesoro non è il punto centrale.

OGGI il problema dell’economia dell’Unione non è il superministro, ma la direzione. Perché — questa è la tesi del nostro Governo — negli ultimi anni l’Europa ha sbagliato strada. E se vogliamo bene alle istituzioni europee, dobbiamo far sentire la nostra voce: lo facciamo per l’Europa, non per l’Italia.

Molto sinteticamente: negli otto anni di presidenza democratica, gli Stati Uniti hanno puntato su crescita, investimenti e innovazione. L’Europa su austerity, moneta, rigore. A livello economico gli Stati Uniti stanno meglio di otto anni fa, l’Europa sta peggio di otto anni fa. Sintesi da titolo di giornale o se preferisce da tweet: Obama ha fatto bene, Barroso no.

L’austerity non basta. E del resto i Paesi che sono cresciuti in Europa lo hanno fatto soltanto perché hanno violato in modo macroscopico le regole del deficit: penso al Regno Unito di Cameron che ha finanziato il taglio delle tasse portando il deficit al 5% o alla Spagna di Rajoy che ha accompagnato la crescita con un deficit medio di quasi il 6%.

Se una cura non funziona, dopo otto anni si può parlare di accanimento terapeutico.

Non pongo un problema di regole, sia chiaro. L’Italia rispetta le regole, con un deficit che quest’anno sarà il più basso degli ultimi dieci anni (2,5%). La Germania invece non rispetta le regole con un surplus commerciale che continua a essere sopra le richieste della Commissione. E ciò nonostante l’Italia è ripartita grazie alla spinta dei consumi, al sentimento di fiducia dei cittadini, al Jobs Act, alle riforme che costano fatica, ma sono necessarie.

Il problema non sono le regole, dunque; il problema è la politica economica di questa nostra Europa.

Prima di parlare di superministri, dobbiamo forse chiarirci fra noi sulla linea di politica economica. Perché di sola austerity si muore.

E qui vengo all’Italia. La battaglia che abbiamo intrapreso in questi mesi non è funzionale al piano interno, come sostiene qualcuno. Altri dicono che faccia aumentare i consensi. Non so, non mi fido dei sondaggi, sbagliano quasi sempre.

Se avessi ascoltato i sondaggi, non avrei mai accettato la sfida di dare un futuro a questa legislatura, imponendo un percorso di riforme al quale non credeva più nessuno.

Se avessi ascoltato i sondaggi, non avrei mai caricato su di me la sfida delle Europee 2014. Eppure abbiamo vinto, anzi stravinto.

Se avessimo ascoltato i sondaggi, non avremmo mai qualificato la nostra politica sui temi delle migrazioni, a cominciare dalle missioni in Africa, dalla Tunisia al Ghana, dalla Nigeria al Senegal, dal Congo all’Angola. Eppure è giusto farlo.

Penso che il compito di un politico non sia inseguire i sondaggi. Uno diventa leader se ha la forza di cambiare ciò che dicono i sondaggi. Se convince i cittadini.

L’Italia non fa polemiche in Europa perché ha un problema di consenso interno. Voteremo in Italia dopo il referendum inglese, dopo il nuovo governo spagnolo, dopo le elezioni in Francia, Germania, Olanda, Austria. Siamo — può sembrare un paradosso — il Paese con maggiore stabilità in Europa. Dunque, non abbiamo problemi in questo senso.

Noi abbiamo a cuore l’Europa.

Però dobbiamo cambiare anche noi italiani. Da un lato ci sono i demagoghi. Quelli che vorrebbero uscire dall’Euro, leghisti e pentastellati. Dall’altro quelli che pensano che ciò che dice Bruxelles è sempre e comunque la verità, a prescindere. E che il nostro compito sia solo obbedire alle decisioni prese altrove. Sbagliano, gli uni e gli altri.

Noi italiani dobbiamo avere consapevolezza che l’Europa è la nostra radice, il nostro futuro. E che se l’Italia non fa sentire la propria voce, questo è un male per tutti. Dunque se qualcuno di noi a Bruxelles chiede più attenzione al sociale, alla crescita, al servizio civile europeo, all’innovazione digitale, alla semplificazione burocratica, non è uno sfasciacarrozze isolato.

L’Italia ha avanzato e continuerà ad avanzare dettagliate proposte sui singoli dossier, su alcuni dei quali stanno, tra l’altro, lavorando in queste ore vari uffici coordinati da Pier Carlo Padoan. Ma il punto chiave è se, davanti alla crisi di rappresentanza che in numerosi paesi sta mettendo in crisi i partiti tradizionali, l’Europa sarà o meno in grado di ritrovare la strada della politica.

Significa una strategia globale sull’immigrazione, fatta di cooperazione internazionale più che di filo spinato.

Significa una visione unitaria del sistema finanziario, specie in questo periodo di grande turbolenza anche di qualche banca tedesca.

Significa impostare regole comuni sulla selezione dei candidati alla guida dell’Europa, a cominciare dalle primarie per la presidenza della Commissione.

Qualche giorno fa ho visitato un luogo simbolo; l’isola di Ventotene. E ho visto con dolore come anni di degrado abbiano ridotto il carcere di Santo Stefano a un rudere. Ma in quel rudere hanno sofferto i padri della patria, i paladini della Resistenza. Ho visto la cella di Sandro Pertini, i luoghi delle discussioni tra Spinelli, Rossi e Colorni (posso ricordare anche Ursula Hirschman?). Insieme al ministro Franceschini e al presidente Zingaretti abbiamo scelto di rilanciare una grande iniziativa per l’Europa, per formare i suoi giovani, per educarne le future classi dirigenti. Da Ventotene partì il sogno europeo. Oggi che sembra destinato a infrangersi sugli scogli dell’egoismo e sulle barriere della paura torniamo all’ideale, torniamo all’orizzonte, alla visione. Il Governo italiano ospiterà programmi di formazione per questa nuova generazione di leader europei. Perché l’unico modo per far vivere la memoria è tramandarla.

Dalla crescita alle primarie, dalla formazione per i nuovi europei alla direzione della politica economica, dall’Europa sociale alla lotta contro gli egoismi e le paure nazionali, l’Italia c’è. Ed è in prima fila, a fare la sua parte, giorno per giorno. In prima fila senza timidezza, con la forza delle idee; in prima fila per la potenza — me lo permetterà, in questo caso — della nostra identità culturale ed economica.

In prima fila non per prendere tre voti in più alle elezioni, ma per dare un futuro ai nostri figli. E questo, in fin dei conti, è ciò che vale davvero.

L’autore è Presidente del Consiglio italiano

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4 risposte a LETTERA–MATTEO RENZI RISPONDE A EUGENIO SCALFARI—pp. 1-3 di rep. di oggi giovedi’ 11 febbraio +++ link di Scalfari domenica

  1. Donatella scrive:

    Quando la menzogna diventa arte di retorica e tocca vertici assoluti: l’uomo solo al comando, difensore dell’italianità ma anche dell’Europa dei Padri, l’isola di Ventotene, il vento provvidenziale delle riforme ( quali ?) che gli Italiani attendevano da trent’anni e più, l’austerity che non è efficace ( ce ne siamo accorti solo ora, non quando la Grecia stava affondando). La storia che racconta di se’ nei decenni futuri sarà considerata come la storia che tutti i prepotenti raccontano delle proprie imprese: un tragico fumetto creato a tavolino, che alla fine pagherà l’intera nazione.

  2. Donatella scrive:

    Segnalo un italiano, purtroppo sconosciuto ai più, anche se è stato ucciso solo pochi anni fa: si tratta di Angelo Vassallo, il Sindaco pescatore di mestiere, che ha messo in atto tutto quello che si vorrebbe per il proprio comune: lotta alle mafie, all’abusivismo politico, alla rovina di luoghi bellissimi ( Acciaroli e Pollica nel Cilento salernitano) per l’interesse di pochi, al cancro politico e reale dei rifiuti . Ho visto lunedì 8 febbraio su Rai Uno una bella fiction su di lui, sobria e molto informata, tratta dal libro che il fratello del sindaco, Dario Vassallo, ha scritto su questa vicenda che non ha mai visto una seria indagine per trovare i colpevoli dell’ammazzamento. La fiction si intitola “Il sindaco pescatore” ed è interpretata da Castellitto, che qui è bravissimo. Da far vedere nelle scuole.

  3. nemo scrive:

    Nemo pensa che le lettere dei Governanti, scritte nel giro di un giorno, siano il frutto di ‘segretari ombra’ dei leader, che poi le sottoscrivono facendole proprie, anche perché rappresentano rigorosamente il ‘pensiero’ di chi le firma. Qui il Renzi ‘allunga il brodo’ quando sarebbe stato sufficiente che dicesse se ritiene o no di sostenere un ministro del tesoro europeo e perché. Insomma, tutte queste chiacchiere e vanterie non gli fanno ‘bene’. Anzi, confermano i limiti della persona e del governo Renzi.

    • Chiara Salvini scrive:

      PURTROPPO L’HO PUBBLICATO, MA NON HO BEN CAPITO PERCHE’ MAL LETTO: PREMETTO CHE NON HO DATI, MA PENSARE OGGI –CON L’ESTREMA DIVISIONE-COMPETIZIONE ECC. –BASTA PENSARE ALLA GRECIA, ALLA GERMANIA CHE METTE … “OSTACOLI COMMERCIALI” ALLA RUSSIA — COME EUROPA E PER L’UCRAINA– MA POI, SINGOLARMENTE, COME GERMANIA, FA UN GROSSO AFFARE PROPRIO CON LA STESSA…// INSOMMA AVERE UN COMMISSARIO EUROPEO…ALTRO ESEMPIO: NELL’ULTIMA RIUNIONE DELLA BCE, DRAGHI NON HA POTUTO ABBASSARE ULTERIORMENTE I TASSI PERCHE’ LA BUNDESBANK ERA CONTRARIA…//PURTROPPO LE ORE CHE HO SONO POCHISSIME, POCHE DI RESPIRO, LEGGO PURTROPPO MOLTO MENO. e NE RISENTO. OPPURE LEGGEREI COSE DI PURO SVAGO DALLA POLITICA, IERI SERA MI SONO ADDORMENTATA, DIDI’ ED IO, CI SIAMO ADDORMENTATI CON DELLE IMMAGINE STRAORDINARIE DI UN VEDUTISTA VENETO A ME SCONOSCIUTO. AVREI BISOGNO ANCH’IO DI UN NUOVO SOGNO, UN’ALTRA ILLUSIONE, OK, CHE MI DESSE UNA SPINTA…PIU’ OLIATA IN AVANTI. PAZIENZA, SICURA DI RIMPIANGERE ” QUESTI BRUTTI PERIODI DI DOLORI” —GRAZIE ALLA TUA AMICIZIA, ALLA VOSTRA DEI TRIO—MA SAREBBE UN QUATTRO SEI CAVALLI, CHE PORTANO DI CORSA ANCHE UNA DILIGENZA! FIGURARSI LA SOTTOSCRITTA…

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