UN’INTERVISTA A HERVE’ FALCIANI (vedi sotto) SUI PANAMA PAPERS CHE A NOI E’ PARSA INTERESSANTE…certo che è un mondo dove i Quaranta si muovono con affanno // se non sono capaci a dis – ( se vuoi, vedi etimologia al fondo)—MA CIAO!

ECONOMIA

“Panama Papers, regalo agli Usa è lì che si sposteranno i risparmi”
ETTORE LIVINI

L’INTERVISTA/PARLA HERVÉ FALCIANI, L’UOMO CHE RIVELÒ LA LISTA DEI 130 MILA CLIENTI DELLA HSBC DI GINEVRA

 

DA REPUBBLICA DI OGGI, pp.28-29, mi pare

MILANO.

La pubblicazione dei Panama Papers è un «fatto positivo». Non solo perché «sensibilizza la pubblica opinione sulla necessità di combattere i paradisi fiscali», ma soprattutto perchè mette sul piatto un tema delicatissimo: «La concentrazione in poche mani, spesso poco trasparenti, di una massa enorme di informazioni sensibili». Un fenomeno che per Hervé Falciani, l’uomo che ha girato la “Lista Lagarde” con i nomi di 130 mila clienti della Hsbc Private Bank di Ginevra all’ex ministro francese, «andrà a tutto vantaggio degli Stati Uniti, anche nel caso dei file della Mossack Fonseca».

Di chi sono queste mani ?

«Per scoprirlo basta capire a chi giova lo scandalo. Partiamo da un fatto. Nel nostro mondo la disponibilità di informazioni è diventata un capitale per fare business e gestire potere. La società che vale di più in Borsa, non a caso, è Alphabet (la ex Google), il cui unico lavoro è gestire dati. Le banche e gli uffici legali custodiscono nomi, cifre e spesso pure i segreti dei loro clienti e per questo sono asset preziosissimi. Forzare i loro server e sottrarre gli archivi è uno scherzo per chi ha gli strumenti adatti a farlo, come i servizi di intelligence più sofisticati. E chi ha interesse economico a metterci le mani sopra lo fa».

Nel caso Panama chi sarebbe? Edward Snowden e Wikileaks sostengono che dietro ci siano i servizi Usa… «Io esamino solo i risultati della pubblicazione dei file. Dimostrano che Panama, come gli altri paradisi fiscali, non è più un rifugio sicuro per chi vuole nascondere i propri soldi. Un po’ si sapeva. E molti avevano pensato di cambiar aria e lavorare con Russia e Abu Dhabi. Anche questi Paesi però sono stati spiazzati dall’inchiesta. La conclusione allora è semplice: per i capitali in fuga il posto migliore dove nascondersi sono gli Stati Uniti. Dopo questo scandalo molti sposteranno il loro denaro in America. A Miami, nel Delaware. Perché lì è il posto dove sono protetti meglio. E facendo così, si regalerà agli Usa il controllo di questo bene preziosissimo: le informazioni su origine e localizzazione della ricchezza mondiale».

Sfuggendo agli obblighi di trasparenza internazionali?

«Gli Stati Uniti – esattamente come Panama e gli altri paradisi offshore che dicono di combattere – non scambiano informazioni con l’Ocse».

Allora è d’accordo con Snowden: il

mandante dei Panama Papers va cercato negli Usa?

«Se non lavori con gli americani non riesci a gestire storie di questo tipo. Washington affronta questo tema in modo commerciale. L’intelligence ai nostri tempi si fa in tanti modi. Basta aver a disposizione un tesoretto come le transazioni su Paypal, per esempio. O controllare le informazioni sensibili, come ho detto. I servizi di sicurezza di molti paesi sono in grado di farlo senza problemi. La Francia, per dire, gestisce il 60% dei cavi sottomarini mondiali dove transitano questi dati. L’unico freno che hanno gli 007 è la politica del “non spararsi sui piedi”. Perché scavando nei conti offshore rischi di fare dei danni alle aziende di casa tua».

Come ci si può difendere da questo Grande Fratello?

«Combattendo contro le concentrazioni di dati. Riportando su base locale le informazioni sensibili e non regalandole ai grandi marketplace e imprese di Paesi stranieri. Bisogna studiare le contromisure, noi stiamo aiutando alcune startup a proporre soluzioni credibili. Questa è una guerra. Se non impariamo a capire il nemico che abbiamo davanti e come si muove, la perdiamo».

OPACITÀ

Neanche gli Stati Uniti scambiano informazioni sensibili con l’Ocse

”LA LISTA

Hervé Falciani ha diffuso la lista di 130 mila clienti di Hsbc in Svizzera


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2 risposte a UN’INTERVISTA A HERVE’ FALCIANI (vedi sotto) SUI PANAMA PAPERS CHE A NOI E’ PARSA INTERESSANTE…certo che è un mondo dove i Quaranta si muovono con affanno // se non sono capaci a dis – ( se vuoi, vedi etimologia al fondo)—MA CIAO!

  1. Donatella scrive:

    Meno male che non abbiamo tesori e tesoretti da nascondere. Sai che fatica! ( la consolazione dei poveri diavoli).

    • Chiara Salvini scrive:

      oh ti credo in pieno! E di mio ” non apro il libro”, come diceva mia nonna e forse anche la tua…ciao ben tornata e a presto

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