FABIO BOGO, AFFARI E FINANZADI REP. DI IERI::: LA CINA DELOCALIZZA NEGLI USA!

 

LA REPUBBLICA, AFFARI E FINANZA DELL’11 SETTEMBRE 2017

http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2017/09/11/news/selacina_porta_illavoro_negliusa-175245707/

 

PRIMA

Se la Cina porta il lavoro negli Usa

di FABIO BOGO

Le imprese della Cina continuano a delocalizzare. Fanno cioè quello che hanno fatto tante aziende di quei paesi maturi industrialmente, dove il costo del lavoro è ritenuto eccessivo ai fini della competizione globale. La novità di queste settimane è data dalla scelta fatta per delocalizzare: non il Vietnam o la Cambogia, ma gli Stati Uniti. La Tianyuan Garments ha infatti annunciato che aprirà una fabbrica tessile in Arkansas. Potrà produrre 23 milioni di t-shirts all’anno, al prezzo medio di 33 centesimi di dollaro. Al China Daily il presidente della società cinese, che lavora anche per Adidas, Armani e Reebok, ha dichiarato che in nessun paese del mondo il costo del lavoro sarà così basso. E le t-shirts che verranno sfornate dallo stabilimento americano potranno fregiarsi – ovviamente – della dicitura Made in Usa. La prima particolarità dell’operazione è data dal fatto che la fabbrica sarà interamente gestita da robot, con una velocità di produzione calcolata in 26 secondi a pezzo. Un disastro per l’occupazione? Non per quella americana, dal momento che la Tianyuan si è impegnata ad assumere 400 persone a Little Rock, la capitale dell’Arkansas: saranno prevalentemente operatori delle macchine. La seconda particolarità è che la contea dove sorge l’impianto ha fatto ponti d’oro ai cinesi: incentivi diretti per 3,2 milioni di dollari e agevolazioni fiscali nell’ordine del 65% sull’imposta sui redditi. La svolta americana dei cinesi regala due lezioni.

 

1a. La prima è che la tecnologia diventa fondamentale anche nei settori tradizionalmente ad alta intensità di manodopera che finora avevano resistito alla rivoluzione, come il confezionamento tessile. Il lavoro si sposta dove questa ci sarà: Myanmar, Vietnam e Cambogia offrono bassi costi di produzione, ma se il robot costa meno saranno tagliati fuori.

2a. La seconda è che la leva fiscale rimane fondamentale per attrarre investimenti, e di conseguenza creare occupazione duratura. L’Italia ha fatto passi importanti, ma deve fare ancora molta strada. Il recente accordo tra il governo e 13 committenti del settore media e tlc ad esempio ha tamponato l’esodo verso l’estero dei call center e li ha protetti dalle delocalizzazioni. Nell’immediato un buon risultato per l’occupazione di un settore con 80mila addetti. Ma sul futuro rimangono ombre: che accadrà se la tecnologia renderà superflua la presenza umana alla cornetta del telefono? Più efficace pare allora il Patent box con il quale sempre il governo ha deciso agevolazioni fiscali per riportare a casa o attrarre imprese innovative leader nella ricerca, nei marchi e nei brevetti. Qualche grande azienda ha risposto all’appello, altre speriamo ne seguano. Vanno incoraggiate, usando con intelligenza la leva fiscale. Le risorse sono poche e il sentiero è stretto, ricorda ogni volta il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan. Speriamo che la campagna elettorale alle porte non le faccia sprecare in inutili elemosine.

(11 settembre 2017)

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