EDDIE MARTINEZ (USA, 1977)—UNA PRIMA IMPRESSIONE …

Eddie Martinez in his studio.PHOTO BY KATHERINE MCMAHON

eddie martinez nel suo studio

EDDIE MARTINEZ, b. 1977, Groton, Connecticut  –nato nel…
Lives and works in Brooklyn, NY—vive e lavora a Brooklyn , NY

Brooklyn-based artist Eddie Martinez draws inspiration from a wide-range of sources,–spanning from popular urban culture to Abstract Expressionism and Surrealism. E’ un artista che si basa su Brooklyn e che trae ispirazione dai campi più vari a partire dalla cultura popolare urbana (artstreet) fino all’Espressionismo Astratto e al Surrealismo.

In un’intervista indica come suoi immediati ispiratori il danese ASGER JORN E l’olandese KAREL APPEL—http://www.artnews.com/2016/01/25/i-needed-to-figure-out-something-i-could-make-myself-a-talk-with-eddie-martinez/A CHI PUO’ INTERESSARE QUESTA INTERVISTA E’ VERAMENTE INTERESSANTE!

 

 

DA QUI ABBIAMO PRESO LE IMMAGINI; NOI CI FERMIAMO, MA NEL LINK NE TROVATE MOLTE ALTRE

http://www.sorrywereclosed.com/en/artistes/oeuvres/13/eddie-martinez

 

Eddie Martinez, Skullscape, oil, acrylic, silicone, collage on canvas , 50.8 x 60.96 cm

 

 

Eddie Martinez, Bloopy Plant, oil, acrylic, silicone on canvas , 76.2 x 60.96 cm , 2010

 

 

 

Eddie Martinez, American Native #4 , Oil and spray paint on canvas, 7 x 10 ft, 2012

 

Eddie Martinez, The Grass Is Never Greener, Mixed media on canvas , 72 x 118 inches, 2009

 

Eddie Martinez, Time Assasin , Oil, spray paint and collage on canvas, 5 x 7 ft , 2012

 

Eddie Martinez, Future Modern, Oil, spray paint and collage on canvas, 5 x 7 ft , 2012

 

Eddie Martinez, The Entertainer, oil, acrylic, silicone on canvas , 76.2 x 60.96 cm, 2010

 

 

Eddie Martinez, Bouquet For A Lonely Clown, oil, acrylic, silicone on canvas , 71.12 x 55.88 cm, 2010

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1 risposta a EDDIE MARTINEZ (USA, 1977)—UNA PRIMA IMPRESSIONE …

  1. Donatella scrive:

    Non c’entra proprio niente ma non so dove metterlo. Apprendo dal “Fatto” di giovedì 26 ottobre 2017 che è morta l’antropologa Amalia Signorelli, discepola del grande etnologo Ernesto De Martino. Ordinaria a Napoli,Urbino e Roma, aveva insegnato anche a Parigi e a Città del Messico. Si era impegnata moltissimo durante la campagna referendaria per il no alla riforma costituzionale. In un suo intervento ad una serata a Roma organizzata da “Il Fatto” il 2 dicembre 2016 aveva detto tra l’altro:”…vorrei ricordare a tutti lo stile delle narrazioni che ci sono state fatte. Uno stile che ha incluso l’incoerenza, l’improntitudine, l’assoluta mancanza di onestà mentale,il “qui lo dico e qui lo nego” con una faccia tosta inaudita. Ancora, l’aggressività, l’ignobile accordo di far finta ipocritamente tutti insieme che le lucciole siano lanterne. Infine nel rifiuto del confronto critico, persino l’insulto…”.

    da “Il Fatto” del 25 ottobre 2017, pag.23
    Uno stralcio dall’ultimo libro di Tomaso Montanari e Vincenzo Trione “Contro le mostre”, ed.Einaudi
    ” Mario Vargas llosa ha dedicato alcune pagine de “La civiltà dello spettacolo” alla Biennale di Venezia. per molto tempo, ha ricordato, la Biennale è stata una vetrina di prestigio, di modernità, di sperimentazione. Da qualche anno accoglie “molta più frode e imbroglio che serietà, che profondità”. Ci offre uno spettacolo talvolta noioso, addirittura ” farsesco e desolato”, rivelando, sotto la maschera della ricerca dei nuovi mezzi espressivi, “la terribile orfanità di idee, di cultura, di abilità artigianale, di autenticità e di integrità che caratterizza buona parte dell’attività artistica di oggi”. I gruppi di potere che controllano il mercato dell’arte lavorano insieme con tanti curatori conniventi, per sostenere opportunisti e imbroglioni”. Il libro di Montanari e Trione mi sembra interessante anche per la critica che viene fatta alla ” profonda riscrittura dell’assetto di governo del patrimonio culturale pubblico italiano che ruota intorno alla separazione radicale, e direi violenta, tra tutela e valorizzazione: la prima lasciata a soprintendenze in via di smantellamento, la seconda prospettata come unica mission dei musei. Ciò deriva dalla convinzione che la valorizzazione non sia finalizzata all’aumento della cultura ( come invece vuole-recependo il dettato costituzionale e le sentenze della Corte Costituzionale- il Codice dei Beni culturali) ma invece sia da intendere come messa a reddito del patrimonio”.

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