GIANNI BARBACETTO, IL FATTO 20-11-’17:::: ‘Ndrangheta, Gratteri: “I candidati cercano le ‘ndrine per i voti. Impresentabili? Ormai scelgono facce pulite. E l’Antimafia è inefficace”

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 20-11-2017

https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/i-candidati-cercano-le-ndrine-per-i-voti-antimafia-inefficace/

EDITOREFiumi d'oro. Come la 'ndrangheta investe i soldi della cocaina nell'economia legale MONDADORI (AL FONDO RIASSUNTO DEL LIBRO)

 

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lunedì 20/11/2017

‘Ndrangheta, Gratteri: “I candidati cercano le ‘ndrine per i voti. Impresentabili? Ormai scelgono facce pulite. E l’Antimafia è inefficace”

Nicola Gratteri – Il magistrato nel suo libro racconta affari e relazioni della ‘ndrangheta
Il magistrato Nicola Gratteri
Rosy Bindi, presidente dell’Antimafia
 

Fiumi d’oro, quelli della profitti della ‘ndrangheta che arrivano a inquinare l’acqua degli affaripuliti. Fiumi d’oro è anche il titolo del nuovo libro diNicola Gratteri e AntonioNicaso che Mondadori ha appena mandato in libreria. Un grande racconto dell’organizzazione mafiosa più internazionale, più potente e più ricca oggi al mondo, scritto dopo aver consultato oltre 25 mila documenti. “Il punto di svolta”, dice Gratteri, procuratore della Repubblica a Catanzaro, “è a metà degli anni Settanta, quando è iniziato un clamoroso processo d’arricchimento grazie ai venti sequestri di persona all’anno, in gran parte realizzati dalla ‘ndrangheta. Rendevano in media oltre un miliardo di lire l’uno”.

Poi la stagione dei sequestri è terminata.

Sì, ma con i soldi dei sequestri gli ‘ndranghetisti sono entrati nel business dell’edilizia e degli appalti pubblici. Infine è arrivato il narcotraffico che è diventato il grande business della ‘ndrangheta, la quale ha mandato i suoi uomini in Sudamerica a comprare cocaina al prezzo più basso. Da almeno 20 anni, la ‘ndrangheta vende cocaina all’ingrosso a Cosa nostra e alla Camorra, oltre a distribuirla in proprio in centro e nord Italia, in Lazio, in Lombardia, in Piemonte…

Con la coca si fanno molti soldi.

Moltissimi. I broker della ‘ndrangheta la comprano a 1.000 euro al chilo. Ogni chilo, tagliato, diventa 4 chili di droga da strada, venduta a 50 euro al grammo. È davvero un fiume d’oro: dalla cocaina, la ‘ndrangheta riesce a guadagnare 29 miliardi di euro all’anno.

Questo fiume di soldi entra nel mercato legale.

Sì, quasi tutto. Viene usato per comprare soprattutto alberghi, ristoranti, pizzerie, aziende agricole. Così i soldi della droga sono riciclati e ripuliti, ma servono anche, per esempio, a frodare l’Unione europea, ottenendo, con rischio minimo, milioni di contributi comunitari per le aziende agricole.

Nel libro voi delineate una ‘ndrangheta segreta, quella degli “invisibili”.

Raccontiamo la grande rivoluzione della ‘ndrangheta del 1969-70 : i giovani contestano i patriarchi che vivevano di vecchie attività, estorsioni, guardiania, movimento terra e trasporto di inerti. Dobbiamo mettere le mani sui grandi appalti pubblici, dicono. È così che viene creata la “Santa”, che ha come personaggi di riferimento uomini del Risorgimento, Mazzini, Garibaldi, Cavour. Tutti massoni. Con la “Santa”, si è data la possibilità ai 33 “locali” più importanti della Calabria di avere un uomo con la doppia affiliazione, ‘ndranghetista e massonica. Così da poter avere contatti anche con medici, ingegneri, avvocati, professionisti, dirigenti della pubblica amministrazione, uomini delle istituzioni, per discutere da pari di opere pubbliche e appalti. Magistrati e giornalisti continuarono a credere la ‘ndrangheta una mafia rozza e stracciona. Invece era entrata in contatto diretto con la classe dirigente ed era diventata un’organizzazione centralizzata e unitaria.

La ‘ndrangheta non fa anche operazioni finanziarie?

Il riciclaggio sofisticato non viene fatto direttamente dagli ‘ndranghetisti, ma dai loro consulenti, broker, professionisti che realizzano operazioni finanziarie a Londra, a Panama, o in piccole banche, dove è più facile sfuggire ai controlli e alle segnalazioni.

Ma la ‘ndrangheta diventa forte grazie al rapporto con la politica.

Oggi ormai sono i politici che cercano gli ‘ndranghetisti e non viceversa. Per ottenere voti in cambio di appalti. Ci sono candidati alle elezioni comunali, regionali ma anche al Parlamento, che vanno a casa del boss o si fanno vedere con lui in campagna elettorale per incrementare il loro pacchetto di voti.

La Commissione parlamentare antimafia potrà avere un ruolo, alle prossime elezioni, per impedire candidature di politici legati alla ‘ndrangheta?

La commissione Antimafia non riesce purtroppo a essere efficace. Non basta considerare i procedimenti penali pendenti. Ci sono sempre più candidati prestanome della ‘ndrangheta, sempre più lontani parenti dello ‘ndranghetista. Incensurati. Anche fatte le verifiche formali, sfuggiranno i candidati “puliti” che sono stati scelti come rappresentanti della ‘ndrangheta, di Cosa nostra, della Camorra nelle varie liste.

 

 

Fiumi d'oro. Come la 'ndrangheta investe i soldi della cocaina nell'economia legale

Fiumi d’oro. Come la ‘ndrangheta investe i soldi della cocaina nell’economia legale

 

di Nicola Gratteri, Antonio Nicaso


Descrizione del libro

10 luglio 1973: viene rapito a Roma John Paul Getty III, sedici anni, nipote del petroliere Jean Paul Getty, uno degli uomini più ricchi al mondo. Il nonno pensa a uno scherzo per spillargli dei soldi. Dopo tre mesi di inutili trattative, i sequestratori inviano al «Messaggero» una busta con un pezzo dell’orecchio del ragazzo. Il 15 dicembre John Paul viene liberato: sono stati pagati circa 2 miliardi di lire. La notizia rimbalza sui giornali di tutto il mondo ed è così che l’organizzazione mafiosa dal nome impronunciabile, ‘ndrangheta, che sta facendo dei rapimenti un affare miliardario, comincia a essere conosciuta anche all’estero. Con i soldi sporchi dei sequestri vengono costruiti in Meridione interi quartieri, ma si comprano anche camion, autocarri, pale meccaniche, si creano imprese edili che partecipano alle gare per gli appalti pubblici. E soprattutto, una grossa parte di quel denaro viene investita prima nel contrabbando delle sigarette, poi nell’acquisto della droga, il vero, grande business delle mafie. L’enorme quantità di contante disponibile grazie agli «affari» richiede di essere lavata e riciclata. Come? In molti modi, e per favorirne la riconversione, gli uomini della ‘ndrangheta cominciano a spostarsi al Centro e al Nord d’Italia, ma anche all’estero, in Nord Europa, in Sudamerica, in Australia, in Canada. Forti anche delle «carenze» normative di molti paesi, come appunto il Canada, che solo agli inizi degli anni Duemila fissa un limite nell’introduzione di denaro liquido. Si stima che la ‘ndrangheta fatturi ogni anno circa 43 miliardi di euro, di cui almeno il 75 per cento viene reinvestito nell’economia legale. Quelli che scorrono sono veri e propri fiumi d’oro: la mafia calabrese li investe nell’edilizia, nel settore immobiliare, nel terziario, nell’eolico, nei rifiuti, ma anche nel turismo, nel lusso, e persino nei centri di accoglienza. E lo fa grazie a una miriade di alleanze strategiche con funzionari pubblici, bancari, avvocati, commercialisti, broker senza scrupoli. Perché la corruzione continua a essere l’ossatura del potere mafioso. Nell’era della tecnologia più avanzata, poi, le nuove leve della ‘ndrangheta si scambiano informazioni grazie ai social e WhatsApp, e dal Canada spediscono in Italia BlackBerry con sofisticati software che impediscono le intercettazioni. Combattere contro il riciclaggio su scala planetaria diventa ogni giorno più faticoso: la differenza dei sistemi giuridici, la mancanza di reati associativi e la difficoltà di globalizzare l’azione di contrasto favoriscono tutte le mafie che, invece, riescono sempre più a collaborare a livello internazionale. Questo libro, però, ci insegna che non è impossibile farlo.

 

https://www.libreriauniversitaria.it/fiumi-oro-ndrangheta-investe-soldi/libro/9788804683599

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