DONATELLA D’IMPORZANO CI PARLA DEL FILM DI WOODY ALLEN USCITO PROPRIO PER NATALE::: LA RUOTA DELLE MERAVIGLIE (2017)–TRAILER E UNA CLIP // al fondo una frase di elena magnani, vincitrice del concorso ” Scrivere per i films “

 

 

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LA SPIAGGIA DI CONEY ISLAND, NEW YORK

 

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CONEY ISLAND IN PIENA ESTATE, NEW YORK

 

 

DONATELLA D’IMPORZANO, LA NOSTRA CRITICA CINEMATOGRAFICA CHE INVOGLIA AD ANDARE AL CINEMA…

 

Bellissima la voce e la canzone di D.D. Bridegewater che apre un piccolo varco alla speranza.

 

TRAILER ITALIANO

 

NUOVO CLIP

 

Abbiamo visto ieri l’ultimo film di Woody Allen, ” La ruota delle meraviglie”. L’interprete principale è la pittoresca spiaggia di Coney Island in un’estate degli anni ’50. Quattro i personaggi che ci vivono: Ginny, ex-attrice insoddisfatta e d emotivamente instabile, che lavora come cameriera; Humpty, il marito in seconde nozze, rozzo ma fondamentalmente buono, che manovra una giostra; Mickey, un bagnino di bell’aspetto che sogna di diventare scrittore; Carolina, la figlia di prime nozze di Humty sposata giovanissima con un mafioso e divorziata. Come rifugio non ha che la casa del padre per sfuggire alla vendetta dei gangster, avendo ” parlato” con la polizia. Ginny è insoddisfatta del marito, anche se si adopera per farlo smettere di bere, ma non può dimenticare il grande amore delle prime nozze, da lei rovinato per una stupida scappatella. Soprattutto non sopporta quella vita, lei che aspirava ad essere una grande attrice. Incontra sulla spiaggia il bagnino, ed è subito passione, più sua che del giovane, ossessionato dalla gelosia di lei. Il dramma cresce gradualmente e diventa tragedia quando la giovane Carolina incontra, sempre sulla spiaggia, il bagnino- scrittore. Tra i due cresce qualcosa di autentico, ma la gelosia della matrigna condanna a morte la giovane, rapita e sicuramente uccisa per vendetta dalla mafia.
Il film ricorda le tragedie narrate da grandi scrittori nei film americani dell’epoca( “Un tram che si chiama desiderio”,” Lo zoo di vetro”, ecc.). Tutti hanno ragione, tutti in qualche modo fanno del male agli altri, con una vittima predestinata per la sua giovinezza e la sua ingenuità. C’è un altro personaggio nel film, Richie, il figlio ragazzino del primo matrimonio di Ginny, che ha due unici interessi: il cinema e il fuoco. Si estranea dalla realtà con le storie immaginarie dei film e con il fuoco che lo affascina e che non esita ad appiccare dove può. Rimane chiuso in questa sua ossessione, completamente indifferente a ciò che capita intorno a lui. Solo la realtà inesorabile che travolge i personaggi rimane in piedi, come la spiaggia desolata di fine estate dove brucia l’ennesimo falò appiccato dal piccolo maniaco. Fanno da contraltare a questa deriva di umani le canzoni spensierate, talvolta appassionate dell’epoca, che rimandano ad una finzione da music- hall, stridenti con la tragedia classica che si sta svolgendo nella trama. Gli attori sono eccezionali, soprattutto il padre ( Jim Belushi), che siamo abituati a vedere in chiave comica. Bravissimi anche gli altri (Kate Winslet, Justin Timberlake, Juno Temple. Le luci, anch’esse fondamentali e suggestive, sono di Vittorio Storaro, impreziosite dalla fotografia di Russel Metty.

 

 

Uno stile più essenziale conferma come l’idea che la tragedia della vita sia il fallimento sia ormai così solida da trasformarsi in accettazione.
di Elena Magnani, vincitrice del Premio Scrivere di Cinema

 

 

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