REPUBBLICA, 12 MAGGIO 2018, pag. 6 LA FLAT-TAX DI — M5S E LEGA— CALCOLATI DA MASSIMO BALDINI, ECONOMISTA DELL’UNIVERSITA’ DI MODENA

 

 

ECONOMIA

Il governo Lega-M5S

Il fisco

Flat tax, la riforma che premia i ricchi e beffa il ceto medio

Aliquota al 15% fino a 80 mila euro di reddito familiare Poi diventa del 20%. Nessun vantaggio fino a quota 30 mila

ROBERTO PETRINI,

 

ROMA

Attenzione. La flat tax che sembra uscire dal tavolo allestito da Salvini e Di Maio per dar vita al programma del governo giallo-verde, crea grossi rischi. Comporta una perdita di gettito per l’Erario di 46 miliardi di euro esposta ad un difficilissimo esercizio di copertura. Fino a 30 mila euro di reddito familiare lordo lascia a bocca asciutta e non dà niente, mentre per i ricchi, da 80mila euro di reddito in poi, è una vera cuccagna.

I calcoli fatti all’istante da Massimo Baldini, economista dell’Università di Modena, tra i massimi esperti della materia, e che sono in uscita su lavoce. info, destano preoccupazione. La «quasi» flat tax, un compromesso tra le tre aliquote proposte dai grillini e l’aliquota unica brandita dalla Lega, ha due aliquote Irpef del 15 e del 20 per cento invece delle attuali cinque (dal 23 fino a 15 mila euro al 43 oltre i 75 mila euro) ed ha un carattere «familiare», cioè nel caso ci siano due partner questi pagheranno le tasse sulla somma dei due rispettivi redditi e non separatamente come avviene oggi.

Il piano giallo-verde prevede che si debba pagare con una aliquota del 15 per cento sul reddito familiare fino a 80 mila euro lordi e il 20 per cento sopra gli 80 mila.

Naturalmente anche la «quasi» flat tax grillo-leghista si pone il problema della progressività e lo risolve introducendo una deduzione «discendente» per abbattere l’imponibile: si tratta di 3000 euro che valgono per ogni componente del nucleo se il reddito familiare arriva fino a 35 mila euro; 3000 euro a testa possono essere invece dedotti dall’imponibile, ma solo per i familiari a carico (eventuale partner e figli), nella fascia che va da 35 mila fino a 50 mila euro lordi; ogni deduzione scompare poi oltre i 50 mila euro di imponibile lordo familiare.

Il risultato? Un trasferimento di ricchezza gigantesco dove ci guadagnano solo i redditi alti e i poveri restano a guardare. Tra le cinque famiglie che abitano i cinque piani del “palazzo” che emerge dal rapporto di Massimo Baldini, al primo piano c’è il nucleo che si affaccerà alla finestra con un po’ di irritazione ma anche con qualche brivido: solo grazie ad una pesante clausola di salvaguardia, con un costo complessivo stimato in 8 miliardi, potrà pagare le stesse tasse che pagava prima.

Altrimenti, con il puro calcolo del nuovo sistema questa famiglia media, dove i due partner lavorano e portano a casa 15 mila euro di reddito lordo ciascuno, sarebbe costretta a sborsare 2490 euro in più.

Perché questo rischio, tanto concreto che il progetto prevede un paracadute?

Perché la nuova deduzione sull’imponibile di 3000 euro non compensa la prevista cancellazione delle due detrazioni da lavoro dipendente che spettano oggi ai due coniugi e l’azzeramento delle detrazioni per i due figli: infatti oggi la famiglia del primo piano paga tranquillamente solo 210 euro di Irpef. Necessaria dunque la «salvaguardia»: ma come funzionerà? E chi garantisce che il fisco non si presenti con un conto diverso e che il contribuente sia chiamato a dimostrare quanto pagava l’anno prima di Irpef?

Anche al secondo piano, dove insieme al primo si affolla l’80 per cento delle famiglie italiane, non c’è da stare allegri. Due coniugi che guadagnano 25 mila euro annui lordi ciascuno, dunque con un reddito familiare di 50 mila euro, rientrano nell’aliquota del 15 per cento.

Con le deduzioni abbattono l’imponibile e alla fine risparmiano, rispetto ad oggi, 469 euro, con un guadagno sull’attuale reddito netto familiare di appena l’1 per cento.

Quando si arriva con l’ascensore fiscale al terzo piano della palazzina si comincia a scorgere qualche sorriso. Lì i due partner che guadagnano 40 mila euro ciascuno, e dunque hanno un imponibile familiare di 80 mila euro, pagheranno il 15 per cento ma risparmieranno 8.744 euro d’imposta e il loro reddito familiare aumenterà del 15 per cento. Al quarto piano, dove entrano 110 mila euro si stappano bottiglie di pregio: 15.866 euro di tasse in meno, pari al 21 per cento di aumento del reddito. Al quinto piano non si stappa perché magari è meglio non farsi sentire dai vicini: in casa entrano già 300 mila euro e il taglio delle tasse sarà, con il progetto gialloverde, quasi del 40 per cento. Euro più, euro meno, in casa ne arriveranno quasi 68 mila in più.

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