MARCO VALSANIA, INVIATO AL G7 IN CANADA PER IL SOLE 24 ORE, 8 GIUGNO 2018, IL VERTICE DEI GRANDI IN CANADA ::::: Russia, Conte con Trump: «Mosca deve rientrare nel G8»

 

IL SOLE 24 ORE/ 8 GIUGNO 2018

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-06-08/trump-snobba-g7-meta-vertice-volera-singapore-kim-073019.shtml?uuid=AEGqDe2E

 

 

IL VERTICE DEI GRANDI IN CANADA

Russia, Conte con Trump: «Mosca deve rientrare nel G8»

CHARLEVOIX – Italia e Stati Uniti insieme per far tornare la Russia nel club dei grandi. Lo ha detto prima Donald Trump, seguito poco dopo dal premier italiano Giuseppe Conte, che via twitter ha dichiarato:  «Sono d’accordo con il Presidente Donald Trump: la Russia dovrebbe rientrare nel G8. È nell’interesse di tutti».

Parole che Mosca, almeno per ora, non sembra voler prendere più di tanto in considerazione: «La Russia si concentra su altri format», ha subito ribadito il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, forse pensando al vertice che Vladimir Putin avrà in Cina in questo weekend.

Inizia dunque con una presa di posizione molto netta il vertice in Canada, che sicuramente farà discutere. L’Italia sul dossier russo sta con gli Usa, indipendentemente dalla posizione degli alleati europei.

 

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GiuseppeConte

@GiuseppeConteIT

Sono d’accordo con il Presidente @realDonaldTrump: la Russia dovrebbe rientrare nel G8. È nell’interesse di tutti.

Un G6 invece di un G7, se gli Stati Uniti non fanno marcia indietro nell’unilateralismo in politica estera e commerciale? Perché invece non di nuovo e da subito un G8: Donald Trump lancia la sua ultima provocazione mentre arriva al vertice in Canada delle sette principali potenze economiche. Chiede che Mosca venga riammessa senza indugi nel summit e nel club esclusivo delle potenze economiche. «La Russia dovrebbe essere nei meeting», ha detto appena prima di decollare alla volta di quello che oggi e domani minaccia di essere il G7 piu’ polemico della storia. Una “rientry”, quella di Mosca, invocata dal presidente americano senza menzionare alcuna condizione o concessione da parte del governo di Vladimir Putin.

Trump non ha fatto riferimento alle ragioni dell’attuale esclusione di Mosca, che era entrata nel gruppo negli anni Novanta: l’annessione forzata della Crimea e l’intervento armato in Ucraina nel 2014. E la nuova presa di posizione potrebbe metterlo ancora una volta in rotta di collisione con numerosi alleati, sia in Europa che in Asia. Anche se non tutti: il nuovo premier italiano Giuseppe Conte, arrivato al G7, ha twittato dando ragione a Trump, la cui mossa rappresenta anche un cambio di passo rispetto al suo predecessore alla Casa Bianca. Sotto Barack Obama gli Stati Uniti erano stati tra i propugnatori dell’espulsione di Mosca dal G8 per aver violato confini stabiliti e riconosciuti a livello internazionale. Trump, inoltre, e’ nel mirino per le sue relazioni troppo amichevoli con paesi nemici o rivali mentre alza il tiro contro gli alleati, che vengono accusati di danneggiare economicamente gli Stati Uniti soprattutto attraverso pratiche commerciali definite scorrette e che a suo avviso genererebbero i deficit americani. La sua campagna elettorale è anche sotto indagine nel cosiddetto Russiagate, il sospetto di interferenze di Mosca a suo favore. Trump ha inoltre ripetutamente espresso ammirazione per Putin.

Nella sua prima conferenza stampa al G7, il premier italiano Conte è tornato sui rapporti con la Russia e a chi gli chiedeva se l’Italia intende porre il veto in sede Ue sul rinnovo delle sanzioni a Mosca ha risposto così: «Valuteremo le posizioni, dobbiamo ancora iniziare il G7. Siamo aperti al dialogo, ma questo non significa stravolgere un percorso definito, legato anche all’attuazione degli accordi di Minsk(NOTA IN FONDO)».

Conte ha poi ha ribadito la posizione del suo governo sul tema dei migranti e del regolamento di Dublino: «C’è una totale insoddisfazione dell’Italia – ha detto Conte – per le proposte attualmente discusse, l’Italia non può essere lasciata sola nella gestione dei flussi migratori». Più cauto invece sul dossier dei dazi, dopo le misure annunciate dagli Stati Uniti contro acciaio e alluminio europei: «Saremo portatori di una posizione moderata, cercheremo di capire le ragioni che portano ad assumere certe posizioni e ci comporteremo di conseguenza».

 

 

I. ACCORDI DI MINSK

Mappa della zona cuscinetto istituito dal memorandum del Protocollo di Minsk

Il Protocollo di Minsk era un accordo per porre fine alla guerra dell’Ucraina orientale, raggiunto il 5 settembre 2014 dai rappresentanti di UcrainaRussiaRepubblica Popolare di Doneck (DNR), e Repubblica Popolare di Lugansk(LNR).[1][2][3] È stato firmato dopo estesi colloqui a Minsk, la capitale della Bielorussia, sotto l’egida della Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

 

II. OSCE :::

L’OSCE si è data come obiettivo il mantenimento della pace e della sicurezza in Europa, intendendo quest’ultima non solo come assenza di conflitti armati, ma anche come presupposto per la difesa dei diritti dell’uomo, per strutture democratiche stabili all’interno di uno “Stato di diritto“, come pure per un concreto sviluppo economico e sociale e uno sfruttamento sostenibile delle risorse.

 

 

IN VERDE:::    Stati membri OSCE    

 

IN ARANCIO :::   Stati partner per la cooperazione— User:Sven 

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