Piazzetta Ecce Homo – Albergheria Palermo
un palazzo storico da recuperare
http://www.nicobastone.com/BN04.htm il fotografo
Piazza Magione Palermo. Una volta era così, un deposito di
spazzatura dove i bambini andavano a giocare
Palermo. UPalermo – Ragazzo che spazza
i semini di zucca a Piazza Magione—Nella Palermo di qualche anno fa, i semini di zucca
“la simenza” venivano fatti essiccare per strada…
piazza magione
quartieri storici di Palermo: Palazzo Reale o Albergheria
magio
a così, un deposito di
spazzatura dove i bambini andavano a giocare…
Banchi di frutta a Ballarò– – Opera propria
Ballarò è un noto mercato storico di Palermo, insieme ad altri denominati Vucciria, Il Capo, Lattarini e il Mercato delle Pulci.
Cuore del quartiere dell’Albergheria, il mercato di Ballarò viene così chiamato da Bahlara, villaggio presso Monreale da dove provenivano i mercanti arabi, o da “Vallaraya”, nome di un re indiano della regione del Deccan.
Secondo altri il nome Ballarò è di origine tedesca, Ferdinand Ballaro’ era il capitano del Re Ferdinando di Aragona a Palermo nel 1400; si dice anche che il mercato si chiama Ballaro’ perché la famiglia Ballaro’ riscuoteva per conto del Re di Spagna una percentuale sulle vendite dei prodotti alimentari in vendita al mercato di Ballaro’. O anche che, relativamente all’etimologia del nome di questo mercato tipicamente arabo, Ballarò deriverebbe da Souk el Ballarak, mercato degli specchi in arabo.
ANSA.IT / 23 GENNAIO 2019
I murales contro il degrado di Ballarò
Documentario sulle fasi lavorazione dei dipinti di 5 artisti
PALERMO
PALERMO – Ad un tratto l’artista sull’impalcatura ha un dubbio: “ma santa Rosalia la devo mostrare con i capelli corti come intendo raffigurarla io, oppure lunghi come mi suggerisce una donna che sta osservando da qui sotto la nascita del dipinto?”. Dilemma di artista quello di Igor Scalisi Palminteri che insieme ad Alessandro Bazan, Andrea Buglisi, Angelo Crazyone, Fulvio Di Piazza ha realizzato l’estate scorsa alcuni murales nei quartiere Ballarò e Albergheria a Palermo.
Tutte le fasi di quei lavori sono stati filmati a luglio da Salvo Cuccia e Antonio Bellia, registi del documentario “Prospettiva Ballarò” che verrà proiettato a ingresso gratuito venerdì 25 gennaio alle 20:30, nell’ex cinema Edison in piazza Colajanni 28. Le immagini mostrano i momenti salienti del progetto di riqualificazione urbana nato da un’idea proprio di Palminteri e Buglisi e prodotto da Elenk’art. “Le opere monumentali degli artisti sono state pensate e progettate per dialogare, ciascuno a suo modo, con il tessuto urbano e gli abitanti del quartiere”, afferma Cuccia che ha ripreso anche i commenti dei residenti durante la creazione delle opere d’arte. Dallo stupore e dalla diffidenza di alcune persone si è passati all’entusiasmo generale.
“Quella parete era degradata, tutta scrostata – dice un sessantenne – adesso è diventata un simbolo per il riscatto del nostro quartiere. Siamo rimasti tutti contenti. Le cose belle che hanno fatto questi artisti non le ho viste mai in alcun altro posto”. Le telecamere hanno immortalato il disegno con i tanti volti di Bazan, che dice: “Siamo tanti, siamo diversi e dobbiamo imparare a stare l’uno accanto all’altro”. E ancora i pesci di Di Piazza, l’uccellino che trasporta un pesante masso di Buglisi, il ritratto di Franco Franchi ad opera di Crazyone. “Ballarò è un quartiere che porta ancora i segni della seconda guerra mondiale, nel pieno del centro storico di Palermo – aggiunge Cuccia – Il film racconta la realizzazione delle opere, raccogliendo spunti di riflessione degli autori e narrando l’impatto emotivo, emozionale e sociale che le opere hanno sugli abitanti dei luoghi in cui sono concepite e installate nelle facciate anche di palazzi fatiscenti oltre che di quelli abitati. Insomma partendo dalle opere pittoriche abbiano narrato un pezzo significativo di un pezzo della città”.
Con i chiari e scuri e la voglia di riscatto. Di grande impatto quella carrellata, che partendo dal basso con il drone riprende il murales che raffigura san Benedetto il Moro alle cui spalle c’è uno slargo pieno di rifiuti. “Io ci tengo tanto a questa zona che per me è la migliore della città”, chiosa una donna, anche se aggiunge: “Qui vicino ci sono posti dove i rifiuti non li raccolgono mai”.