DONATELLA, grazie a ! — TOMASO MONTANARI, IL FATTO QUOTIDIANO 16 MAGGIO 2019– RECENSISCE IL LIBRO DI CLAUDIO GATTI, I DEMONI DI SALVINI. I POST-NAZISTI E LA LEGA, CHIARELETTERE–ESCE OGGI IN LIBRERIA + ne abbiamo già parlato in due articoli…

 

 

 

NE ABBIAMO GIA’ PARLATO IN DUE ARTICOLI :::

 

1.

LETTERA 43.IT–10 DICEMBRE 2014 ::: PERSONAGGIO ::: GIANLUCA SAVOINI, L’UOMO DELLA LEGA CHE VENERA PUTIN—abbiamo trovato questo articolo che ci aiuta a capire qualcosa di quello pubblicato sull’Espresso ( a seguito di questo)

 

2.

+++ GIOVANNI TIZIAN E STEFANO VERGINE, L’ESPRESSO 21 FEBBRAIO 2019 ::: ” ESCLUSIVO::: Quei 3 milioni russi per Matteo Salvini: ecco l’inchiesta che fa tremare la Lega “.

 

I demoni di Salvini. I postnazisti e la lega

Claudio Gatti

Anno edizione: 2019
In commercio dal: 16 maggio 2019
Pagine: 288 p., Brossura
16,90 EURO, PREZZO PIENO
DESCRIZIONE::

Grazie allo straordinario racconto di una gola profonda e ad altre testimonianze esclusive, l’autore rivela l’identità e la storia dei principali protagonisti di una macchinazione senza precedenti. A condurla è stato un manipolo di persone che, dopo aver metabolizzato fascismo e nazismo, con una strategia classificabile come postnazista ha saputo trarre vantaggio da debolezze e difetti della democrazia liberale per egemonizzare il dibattito culturale e prendere il controllo di quello politico. Quella qui raccontata è la più sorprendente operazione di infiltrazione politica della storia della Repubblica italiana. Un progetto di restaurazione del vecchio pensiero reazionario a vocazione autoritaria e plebiscitaria, dissimulato però come una formula nuova che supera i vecchi schemi politici attraverso un veicolo diverso da tutti gli altri: la Lega Nord. Matteo Salvini oggi, come Umberto Bossi ieri, non ha sposato il pensiero postnazista. Ha fatto di peggio: l’ha cinicamente usato per emergere e rimanere al centro dell’attenzione nazionale.

 

 

L’AUTORE

Claudio Gatti Cover

Risiede negli Stati Uniti. Lì ha imparato il mestiere di giornalista. Oggi è inviato speciale de «Il Sole 24 Ore» e collabora con il «New York Times» e l’«International Herald Tribune». Ha scritto per testate italiane e straniere, dal «Corriere della Sera» al «Financial Times», ed è stato corrispondente del settimanale «L’Europeo», vicedirettore del settimanale economico «Il Mondo» e direttore di «Italy Daily», il supplemento sull’Italia del quotidiano «International Herald Tribune» pubblicato in joint venture con il «Corriere della Sera».Con Roger Cohen del «New York Times» ha scritto In the Eye of the Storm: the Life of the Storm: the Life of General H. Norman Schwarzkopf(1991), uscito negli Usa, in Gran Bretagna, in Canada, in Cina e in Giappone, e scelto dal «New York Times» tra i «libri dell’anno» del 1991.
In Italia ha pubblicato Rimanga tra noi. L’America, l’Italia, la «questione comunista»: i segreti di cinquant’anni di storia (Leonardo, 1991), in cui ha ricostruito i rapporti politici e diplomatici – segreti e non – tra Stati Uniti e Italia dal dopoguerra alla fine della guerra fredda. Nel 1994 ha pubblicato Il quinto scenario (Rizzoli), un’inchiesta sulla strage di Ustica. Nel 1996 ha pubblicato il romanzo Il presagio (Rizzoli).
Nel 2003 ha vinto il Premio Saint-Vincent di giornalismo per le sue inchieste sul terrorismo islamico.
Nel 2005, dalle colonne de «Il Sole 24 Ore» e del «Financial Times», è stato il primo giornalista al mondo a denunciare lo scandalo Oil for Food. Sempre in quell’anno ha vinto Il Premiolino «per le sue inchieste sui nuovi finanzieri e sugli immobiliaristi italiani», in particolare Stefano Ricucci e Danilo Coppola.
Nell’aprile del 2007 su «Il Sole 24 Ore» ha lanciato l’allarme sui rischi e costi occulti dei derivati che grandi banche internazionali da anni stavano vendendo agli enti territoriali di tutta Italia.
Nel maggio 2007, su «Il Sole 24 Ore» e il «New York Times», ha rivelato che due delle maggiori multinazionali petrolifere avevano indirettamente pagato tangenti al regime di Saddam Hussein.
Nel settembre 2007, sulle pagine de «Il Sole 24 Ore», subito riprese dal «Wall Street Journal», ha dimostrato che Raffaello Follieri, il faccendiere pugliese fidanzato della star di Hollywood Anne Hathaway, era un truffatore. Meno di un anno dopo, Follieri è stato condannato a cinque anni di carcere dal Tribunale di New York.
Nell’aprile del 2008 ha scoperto che la camorra e la mafia stavano entrando nel business delle scommesse legali, facendo nomi e cognomi degli imprenditori coinvolti.
Un anno dopo, la Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha chiuso una società al centro dell’inchiesta di Gatti arrestando i suoi proprietari.
Nel gennaio 2009 ha rivelato su «Il Sole 24 Ore» e il «New York Times» che la
grande banca americana JP Morgan Chase era coinvolta nella truffa da 50 miliardi di dollari perpetrata da Bernard Madoff, detto Bernie.

 

 

 

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 16 MAGGIO 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/05/16/la-galassia-nera-dei-demoni-di-salvini/5182938/

 

 

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giovedì 16/05/2019

La galassia nera dei “demoni” di Salvini

In America, un libro come questo avrebbe la forza del Watergate. E in un qualunque Paese europeo, un libro che dimostrasse come il vicepremier e ministro dell’Interno è circondato da postnazisti che ne conducono la politica estera (e forse i flussi di finanziamento) e ne modellano l’ideologia e la retorica porterebbe a una crisi di governo. Temo che questo non succederà con I demoni di Salvini. I postnazisti e la Lega, di Claudio Gatti (oggi in libreria per Chiarelettere): ma mi domando cosa penseranno, dopo averlo letto, Sergio Mattarella (che fermò, a costo di lacerare la Costituzione, Paolo Savona ma non mosse ciglio contro la nomina di Salvini) o Luigi Di Maio e Matteo Renzi, che condividono la responsabilità (seppur in misura diversa) di aver inquinato, dandola in mano a un uomo di queste frequentazioni, la nostra sicurezza nazionale.

Non si tratta di un libro politico: è, nello stile asciutto e fattuale del suo autore, una classica inchiesta giornalistica. Aiutato dal fatto di vivere a New York, fuori dall’involuzione del giornalismo italico, Gatti allinea fatti, date, testi e lunghe interviste che confermano il canovaccio offertogli da una gola profonda: l’ingegner Alberto Sciandra, nazista pentito che è stato il primo infiltrato nella Lega (organizzatore, tra l’altro, della sceneggiata celtica con Bossi alle fonti del Po, nel 1996).

Ne scaturisce la ricostruzione agghiacciante della (riuscitissima) infiltrazione politica che spiega come sia possibile che un partito autonomista abbia abbracciato i più sanguinari centralisti, da Milosevic a Putin, attuale idolo di questa galassia nera.

Il libro dimostra come un nutrito gruppo di post-nazisti, formatisi nell’entourage eversivo di Franco Freda e del suo discepolo Maurizio Murelli (undici anni di galera alle spalle), sia entrato a livelli apicali nella Lega, fin dalla fondazione. Matteo Salvini nasce e cresce, politicamente, in questo ambiente. Si smonta la leggenda (abilmente costruita) del “comunista padano” e l’attuale uomo forte del governo è restituito alla sua identità reale: quella di un uomo di estrema destra nutrito di retorica, idee e soprattutto frequentazioni esplicitamente postnaziste. Non mancano i nessi col nazismo storico, quello di Hitler: nel lontano 1976 al futuro senatore Borghezio viene trovata in casa una divisa da ufficiale nazista (ah, la mania delle divise!), e Gianluca Savoini (per un lungo periodo portavoce di Salvini, e l’anno scorso tra gli organizzatori del suo viaggio in Russia da ministro dell’Interno) aveva nel suo ufficio della redazione della Padania una cornucopia di simboli hitleriani.

Ma non si tratta affatto di un manipolo di nostalgici, siamo lontani dai patetici sfigati di Forza Nuova o dai picchiatori di CasaPound: si tratta di politici lucidi, scrittori, editori che hanno abbandonato “la via del guerriero” e scelto quella “del sacerdote”. Una categoria pericolosa perché dissimulata, questa dei postnazisti. “Ma la più pericolosa di tutti – scrive Gatti – è quella dei cinici calcolatori che pensano di poter usare i postnazisti intelligenti. È la categoria di Matteo Salvini”, che “ha reso presentabile il pensiero postnazista”. Il cardine di questo pensiero è la teoria della “sostituzione del popolo”: per cui l’etnia europea bianca e cristiana sarebbe minacciata da un complotto giudaico-massonico che la vuole sostituire con neri musulmani. Una teoria espressa in termini quasi identici nel Mein Kampf di Hitler, nelle rivendicazioni di Brenton Tarrant (lo stragista delle moschee neozelandesi) e nei discorsi di Salvini: e questa affermazione non è un’illazione, o una calunnia, ma il semplice frutto di un banale confronto testuale, dalla forza dirompente.

Ciò che Gatti dimostra è che Salvini non è semplicemente saltato, all’ultimo momento, su una retorica “di destra”: la sua integrale sottoscrizione dell’essenza ideologica del postnazismo mondiale è invece il frutto di un lungo e accurato lavoro di un gruppo politico che ora viene per la prima volta messo a nudo.

Non si tratta di discutere come e quanto Salvini sia fascista: il punto non è quanto filologico sia il suo recupero del passato, ma quanto devastante sia il suo progetto per il futuro. Il consenso alle sue tesi è vasto, ed è stato alimentato da un’ingiustizia sociale devastante e da un disinvestimento in scuola e cultura che portano le firme di governi di centrosinistra almeno quanto quelle dei governi di centrodestra.

Dunque, il punto non è costituire un fronte antifascista con chi ci ha condotto a questo punto, ma invertire la rotta finché siamo in tempo: capire quali demoni siano stati liberati da trent’anni di liberismo selvaggio è vitale, e questo libro sconvolgente è un passo nella direzione giusta. Visto che uno dei protagonisti è Marcello Foa, è verosimile che la Rai non gli dedicherà molto spazio: invece leggerlo e discuterlo è davvero fondamentale. Per il futuro della democrazia italiana.

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