GENOVA–ansa.it / europee / 23 maggio 2019 ::: Casapound a Genova: cariche sul corteo antifascista, feriti—

 

ANSA.IT / EUROPEE/ 23 MAGGIO 2019

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Casapound a Genova: cariche sul corteo antifascista, feriti

La polizia ha respinto i manifestanti con i lacrimogeni, di fatto isolando la piazza dove l’ultradestra sta tenendo un comizio

 

Europee 2019: Casapound manifesta a Genova

Manifestazione antifascista contro il comizio di Casapound a Genova

Manifestazione antifascista contro il comizio di Casapound a Genova

 

È salito a cinque il numero dei feriti negli scontri tra polizia e antifascisti per un comizio di Casapound a Genova. Oltre ad un giornalista e due manifestanti ci sono anche due carabinieri. I manifestanti hanno lasciato piazza Corvetto e si sono diretti in corteo verso la questura.

La polizia ha respinto i manifestanti antifascisti con i lacrimogeni, di fatto isolando la piazza di Genova dove Casapound sta tenendo un comizio. I manifestanti hanno risposto lanciando bottiglie e pezzi di bastone. Gli scontri sono duranti oltre mezzora.

Il questore di Genova, Vincenzo Ciarambino, ha incontrato all’ospedale Galliera il giornalista di Repubblica, Stefano Origone rimasto ferito in una carica della polizia durante gli scontri con gli antifascisti scoppiati nel centro di Genova per un comizio di Casapound. Origone ha due dita di una mano fratturate e varie ecchimosi a causa dei colpi subiti. Il questore ha chiesto scusa al giornalista. “Conosco Stefano da anni e sono voluto andare in ospedale per sincerarmi delle sue condizioni. Ho chiesto scusa a lui, alla moglie e al responsabile della redazione genovese di Repubblica. Ho voluto portare la vicinanza della Polizia”, dice Ciarambino all’ANSA. Il questore spiega anche l’accaduto: “Origone era vicino a una persona fermata che stavamo portando via, c’è stato un tentativo da parte dei manifestanti di sottrarlo alla polizia ed è partita una carica, Origone non si è accorto in tempo della carica, è caduto e ha preso qualche colpo”.

Circa 300 antifascisti stanno presidiando la questura di Genova ‘difesa’ da un cordone del Reparto mobile per chiedere la liberazione dei due antifascisti sottoposti a fermo di pg durante gli scontri di piazza. Il presidio viene mantenuto a distanza di sicurezza dalla questura.

Oggi “è stata una giornata campale. La polizia come al solito ha consentito l’esercizio dei diritti della democrazia soprattutto in una fase di campagna elettorale. Avete visto tutti quello che è successo”. Lo ha detto il questore di Genova Vincenzo Ciarambino davanti alla questura ‘presidiata’ dagli antifascisti che chiedono il rilascio dei due antagonisti sottoposti a fermo di pg per gli scontri di piazza. “Abbiamo dovuto sigillare l’area da stamattina. Ci è stato tirato di tutto addosso: da fumogeni a biglie, bastoni, pietre e quant’altro. Non abbiamo reagito. Abbiamo atteso con pazienza Poi abbiamo eseguito un’operazione di alleggerimento e con i reparti abbiamo aperto una manovra semicircolare per liberare la piazza”.

 

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3 risposte a GENOVA–ansa.it / europee / 23 maggio 2019 ::: Casapound a Genova: cariche sul corteo antifascista, feriti—

  1. Donatella scrive:

    Chissà come mai la Polizia e i Carabinieri permettano l’esercizio della democrazia a forze, come Casa Pound, che dovrebbero essere fuorilegge in base alla nostra Costituzione. Al contrario, gli arrestati sono sempre dall’altra parte della barricata. Questo atteggiamento ha fatto scalpore solo perché il ferito è un giornalista di ” Repubblica”.

  2. Donatella scrive:

    Da “Il Fatto” di giovedì 23 maggio 2019, pag.5, articolo di Massimo Cacciari:

    M5S e Pd ci dicano subito che faranno per fermare Salvini.

    La trasversalità ha dei limiti- e prima o poi contro di essi deve sbattere la zucca. Ogni “movimentismo” inizia con l’illusione di rappresentare il Popolo, o almeno il suo Destino o il suo Bene, ed è inesorabile che essa si dissolva non appena il “movimento” sia costretto a fare i conti con la dura realtà del governo.
    Allora è il tempo delle decisioni, e le decisioni non possono accontentare tutti, per la contraddizione che non lo consente. Bisogna prendere parte. E parte significa partito. E nessun partito può essere del Popolo o della Nazione. La Volontà Generale- ammesso e non concesso Rousseau c’entri qualcosa con i nostri amici pentastellati- bisogna dimenticarcela.
    La resa dei conti si fa ormai prossima, e non vedo quale utilità abbiano i 5Stelle a rinviarla. Anche la finzione del ” contratto di governo”, come era troppo facile prevedere, ha cessato di funzionare. In fondo, quella strampalatissima idea ha una lunga storia: si tratta della leggenda di poter sostituire l’azione politica, la decisione politica, con bei programmi tecnico-amministrativi. Ecco: sono questi i punti, vedi quanto lontani siamo dal Novecento, dalle ideologie, ecc. ecc., discutiamo soltanto di cose e fatti. Che simpatici ragazzi! Purtroppo ogni azione politica finisce inesorabilmente per collocarsi in una storia, in una cultura, in una strategia, che non sono mai alla lunga riducibili al ” programma”, bello o brutto che sia.
    I nodi vengono al pettine: puoi patteggiare su un decimale in più o in meno di previsione sull’andamento del Pil, puoi armeggiare su un milione in più o in meno da assegnare ai redditi di cittadinanza e pensioni, ma poi arriva l’esule, il profugo, l’immigrato, devi affrontare la questione dei rapporti con altri regimi, discutere i decreti sicurezza, difendere o sabotare diritti civili. E precipita il palco. Non puoi puù stare con chiunque in forza della narrazione che ti sei costruito sulla fine delle ideologie., un’Europa in mano alla peggiore destra non sarebbe ideologia.
    Dal comodo limbo della aurea solitudine i 5Stelle sono usciti- e usciti nel modo peggiore ( non certo solo per colpa loro). Da quel limbo sono stati scacciati per sempre. E ora? Protrarre l’agonica esperienza di governo con una forza che è chiaramente, al fondo, alternativa alla loro esperienza, potrà soltanto condurli alla rovina.
    Il Pd sembra sognarlo- e i sogni sono sempre pessimi consiglieri quando si tratta di dover essere vigili. Il crollo dei 5 Stelle, oggi come oggi, non rafforzerebbe affatto un Pd che ancora è lungi dall’aver formato gruppo dirigente, strategia, ecc., bensì proprio la destra salviniana. E’ troppo ricordare Weimar? Sì, è troppo- ma un pensierino, per favore, fatecelo. L’Europa e l’Italia hanno bisogno dell’intesa concreta- non di giuramenti di Pontida- tra tutte le forze che in modo diverso comprendono la necessità di un’Unione federale basata su principi di solidarietà e sussidiarietà, in grado do svolgere una politica mediterranea e di integrazione.
    Da che parte vogliono stare i 5Stelle? In che prospettiva vogliono cominciare a lavorare? Sono alternativi a chi? E in che direzione intendono cercare diverse intese? Poiché ormai hanno nei fatti riconosciuto di voler governare e di non poterlo fare che alleandosi ad altri. Dopo le elezioni di domenica, volenti-nolenti, dovranno decidere. Ma già alle elezioni di domenica da che parte stanno? Non lo dovrebbero dire a voce alta e chiara? Non è forse vero che in ogni Paese il loro voto sarebbe contro gli amici di Salvini? Non è fiorse vero che tutto faranno nel futuro Parlamento europeo fuorchP sedere in gruppo con costoro? E invece benissimo continuare in Italia, magari fino allo sfascio sul modello ellenico? Ragionate 5Stelle- e ragionate Zingaretti & C.

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