DONATELLA ( la prima ragazza da sinistra ), CON A FIANCO IL NOSTRO NEMO, IN UNA CAVE SITUAZIONISTA NEL ’68 A LA PIGNA — CITTA’ VECCHIA DI SANREMO
“Il nostro Congresso è come un’enorme e sconosciuta reazione chimica.”
Pinot Gallizio, 1956
Alba (CN)
Dal 21 al 22 settembre 2019
A cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Caterina Molteni
“Per un rinnovamento immaginista del mondo”, arriva ad Alba la mostra e il congresso per conoscere tre grandi artisti
la voce di Alba.it
http://www.lavocedialba.it/2019/09/07/leggi-notizia/argomenti/eventi-17/articolo/per-un-rinnovamento-immaginista-del-mondo-arriva-ad-alba-la-mostra-e-il-congresso-per-conoscere-t.html
Pinot Gallizio – Antiluna
La Fondazione CRC e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea::
Sabato 21 settembre alle ore 12 presso la chiesa di San Domenico di Alba si terrà l’inaugurazione della mostra “Per un rinnovamento immaginista del mondo. Pellizza da Volpedo (Taner Ceylan), Pinot Gallizio (con Constant, Giorgio Gallizio, Asger Jorn, Jan Kotik e Piero Simondo), Mario Merz”.
interno della Chiesa di San Domenico di Alba
La mostra riflette sulle relazioni tra la produzione artistica di Giuseppe Pellizza da Volpedo (Volpedo, 1868 – 1907), Pinot Gallizio (Alba, 1902 – 1964) e Mario Merz (Milano, 1925 – 2003), sottolineando la presenza di un’estetica della pluralità che ha origine da una riflessione sull’idea di collettività, di rappresentazione sociale, di produzione laboratoriale e di artista libero. Un’occasione per ammirare da vicino le opere provenienti dalle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, della Fondazione CRC e da collezioni private, insieme a materiali dell’Archivio Gallizio di Torino.
ANCORA SULLA MOSTRA — PUBBLICATO DAL CASTELLO DI RIVOLI-ALBA
Sabato 21 e domenica 22 settembre è in programma “Per un rinnovamento immaginista del mondo. Il Congresso di Alba: 1956-2019”.
Contestualmente alla mostra, la Fondazione CRC e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea organizzano dal 21 al 22 settembre “Per un rinnovamento immaginista del mondo. Il Congresso di Alba: 1956-2019”, una rievocazione poetica del Congresso d’Alba del 1956 che dalla sala consiliare del Comune di Alba, la Sala “Beppe Fenoglio” e la Scuola Enologica di Alba, si svilupperà lungo le strade e nei vicoli della città con un ricco programma di conferenze, attività, performance e proiezioni.
Il programma è pubblicato sul sito www.fondazionecrc.it
La prima edizione del 1967
de donato, 1968
IL FATTO QUOTIDIANO DEL 21 SETTEMBRE 2019 –pagg. 22-23
IN EDICOLA/CULTURA
Così l’Internazionale Situazionista sfidò la “società dello spettacolo”
Gallizio, Simondo, Verrone, Bernstein, Debord, Jorn, Olmo
Cosio d’Arroscia, luglio 1957 (foto Ralph Rumney)
cosio d’arroscia –foto di pino bertelli
“Noi siamo rivoluzionari. Noi riteniamo di aver trasceso la nozione di destra e di sinistra per realizzare la libertà in tutti i campi”. Così l’8 settembre del 1956 Giuseppe “Pinot” Gallizio (1902-1964), uno dei protagonisti dell’avanguardia artistica europea con la sua pittura industriale, concludeva nella sua Alba, nelle Langhe, il primo Congresso Mondiale degli Artisti Liberi.
L’anno successivo, nel ’57, da alcuni dei promotori di quell’incontro nasceva l’Internazionale Situazionista, fondata il 28 luglio a Cosio d’Arroscia, nell’entroterra di Imperia, da Guy Debord, Michèle Bernstein, “Pinot” Gallizio, Asger Jorn, Walter Olmo, Ralph Rumney, Piero Simondo, Elena Verrone.
Nell’arco di una parabola temporale non lunga, tra espulsioni e scissioni, i situazionisti, in particolare Guy Debord (nato nel 1931, morì suicida nel 1994), seppero seminare vento e tempesta con la loro critica radicale e soprattutto profetica della “società dello spettacolo”, delle merci e del consumismo.
Guy Debord, con gli occhiali, alla Terza Internazionale Situazionista,
Torino 1959
Partirono dall’arte, e si convinsero che la si dovesse superare per realizzare nella vita una società libera e giocosa; influenzarono il ’68 e altri movimenti di rivolta. “Nonostante gli errori”, scrive la Nottingham Psychogeographical Unit, “l’Internazionale Situazionista è forse stata il più importante tentativo collettivo di costruire una critica alle nuove forme di dominio” nei Paesi capitalisti.
Tutto o quasi era cominciato dunque ad Alba, che ora, grazie al Castello di Rivoli-Museo d’Arte Contemporanea, oggi e domani rievoca il congresso del 1956 con una serie di iniziative, tra cui una mostra, che ha come titolo Per un rinnovamento immaginista del mondo.
Gil J Wolman, Mohamed Dahou, Guy Debord, Ivan Ctcheglov,
Parigi nel giugno 1954
Era cominciato nelle Langhe per una serie di congiunzioni amicali e di interessi analoghi, che favorirono l’incontro di un gruppo di artisti europei il cui denominatore comune, come osserva Anselm Jappe in un saggio su Debord, tendeva “alla tematica dell’Urbanismo unitario e alla sperimentazione per creare ‘nuovi ambienti’ allo scopo di creare nuovi comportamenti e di aprire la strada verso una civiltà del gioco”.
Piero Simondo a Cosio d’Arroscia, luglio 1957
(foto di Ralph Rumney)
C’erano il giovane pittore Simondo e il “vecchio” albese Gallizio, farmacista e a sua volta pittore, ex partigiano e chimico, che con il danese Jorn, già tra i fondatori del gruppo Cobra, avevano dato vita nel ’55 al Laboratorio sperimentale per una Bauhaus Immaginista. E c’erano gli esponenti di un altro movimento d’avanguardia, l’Internazionale Lettrista, come il francese Debord, che al congresso di Alba fu rappresentato da Gil J Wolman. A loro si unirono, per poco tempo, anche l’architetto e designer Ettore Sottsass jr. e il pittore Enrico Baj col suo movimento d’arte nucleare, che tuttavia, come nel novembre del ’56 affermò Potlatch, il foglio dei lettristi, dovette ritirarsi dal congresso perché “si era consacrata la rottura con i nucleari”. Si aggiungeva, con una battuta, che Baj se n’era andato ma “Il n’a pas emporté la caisse”, non ha portato via la cassa.
La Bauhaus Immaginista: Constant Nieuwenhuys, Pinot Gallizio e Asger Jorn
L’azione politica, che avrebbe segnato il situazionsmo, non era comunque assente dalla riunione di Alba. Potlatch scriveva che il congresso aveva rappresentato una nuova e difficile tappa “nel settore della lotta per una nuova sensibilità e per una nuova cultura, di quel rinnovamento rivoluzionario generale che caratterizza l’anno 1956”, dai fatti d’Ungheria all’Algeria, agli scioperi nella Spagna franchista.
Grazie a Donatella, a Massimo e a Chiara per questo documentato post. Belle e preziose le foto ( una particolarmente “condivisa” …… ).
E’ sempre una festa quando ci venite a trovare !
Non mi ricordavo più il nostro periodo situazionista: eravamo più situazionisti, senza saperlo, di quegli altri.