REPUBBLICA DEL 7 OTTOBRE 2019–Siria, le forze in campo nello scacchiere di Damasco Stati Uniti, Russia, Iran e Turchia. Le alleanze militari e politiche del conflitto in corso da otto anni

 

 

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REPUBBLICA DEL  7  OTTOBRE  2019

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Siria, le forze in campo nello scacchiere di Damasco

Stati Uniti, Russia, Iran e Turchia. Le alleanze militari e politiche del conflitto in corso da otto anni

Siria, le forze in campo nello scacchiere di Damasco

Iniziata nel 2011, la guerra in Siria ha già provocato mezzo milione di morti e più di 5 milioni di rifugiati.
Ecco il quadro delle alleanze militari e politiche. Tra gli attori principali: Stati Uniti, Russia, Iran e Turchia.
 
ASSAD. Dall’inizio della guerra, l’esercito di Assad ha combattuto per lo più contro i ribelli, cioè coloro che come primo obiettivo avevano la sconfitta del regime. Grazie all’intervento della Russia, nel 2015, è riuscito a riprendersi una consistente fetta di territorio che aveva perso. Assad è tornato a controllare oltre il 90 per cento del territorio. Prima delle rivolte, l’esercito di Assad poteva contare su circa 300 mila uomini. In questi otto anni di guerra, la sua forza si è praticamente dimezzata: tra caduti in battaglia e disertori che hanno deciso di unirsi ai ribelli.

IRAN E HEZBOLLAH. Teheran è il primo alleato del regime siriano. L’Iran ha mandato in Siria uomini, armi e consiglieri militari. In aiuto di Assad è arrivato anche Hezbollah, potentissimo gruppo sciita libanese, che ha portato nel Paese tra i 5 mila e gli 8 mila combattenti.

RUSSIA. Con la campagna di bombardamenti iniziata nel settembre 2015, Putin ha di fatto salvato Assad garantendosi in cambio la concessione per un’altra cinquantina d’anni dell’uso della base navale di Tartus e di quella aerea Hmeimim, a Latakia.

 

STATI UNITI. Dal 2014 l’intervento americano ha sostenuto i ribelli anti-Assad. L’espansione dello Stato islamico li ha avvicinati ai curdi, nel nord e nell’est. Fino alla decisione di oggi.

 

RIBELLI. Centinaia di gruppi diversi che, nel corso degli anni, hanno cambiato più volte orientamento e affiliazione. Tra i principali: Hayat Tahrir al Sham e e Tanzim Hurras al Deen, vicini ad al Qaeda, e l’esercito libero siriano. Quest’ultimo, da coalizione appoggiata dagli Usa per destituire Assad, è passato sotto l’influenza turca.

TURCHIA. Dall’inizio della guerra la Turchia ha combattuto sia contro il regime siriano di Bashar al Assad sia contro i curdi siriani, con l’obiettivo di tenerli lontani dal proprio confine meridionale. Nel 2014, però, il governo di Ankara iniziò a concentrarsi sempre di più sui curdi siriani delle Unità di difesa del popolo (Ypg), visti come una minaccia alla propria sicurezza nazionale.

CURDI. Controllano l’area settentrionale della Siria. Che comprende Raqqa e Kobane. Godevano – fino a oggi – dell’appoggio degli Stati Uniti dai tempi della guerra allo Stato islamico. Un appoggio che creava non pochi attriti con la Turchia, membro alleato della Nato.

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