UNA PERLA DI NEMO che ringraziamo… FRANCESCO MERLO, LA CAREZZA: LA COMMISSIONE SEGRE E GLI ANTISEMITI NASCOSTI — REPUBBLICA DEL 5 NOVEMBRE 2019, pag. 34

 

 

 

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LE PERLE DI NEMO

 

 

REPUBBLICA  DEL 5 NOVEMBRE 2019 pag. 34

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La carezza

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LILIANA SEGRE ( Milano, 1930 )

 

di Francesco Merlo

La commissione Segre e gli antisemiti nascosti

C ’è l’antisemitismo di destra e c’è l’antisemitismo di sinistra.

E la commissione contro razzismo e antisemitismo si identifica con Liliana Segre che l’ha voluta e la presiederà. Ed è una commissione potente perché non ha poteri. Ha infatti la forza del nome che dell’orrore antisemita racchiude la memoria. Dunque non conta nulla il solito testo vago e pasticciato che l’accompagna perché la commissione “è” Liliana Segre, come Falcone e Borsellino furono il pool antimafia, come la presidenza della Repubblica è oggi Mattarella.

La forza del nome frantuma subito l’idea che la commissione Segre possa nascondere e proteggere l’antisemitismo coltivato a sinistra o quello di matrice islamista e aggredire solo l’antisemitismo coltivato a destra. Eppure è questo l’alibi di chi non ha applaudito e non ha votato la commissione.

Addirittura Giorgia Meloni ha telefonato a una stupitissima Segre per scusarsi in privato dell’offesa che le aveva arrecato in pubblico.

L’antico e raffinato uso della dissimulazione con la nostra allegra reginetta di Coattonia si fa parodia.

Chiunque capisce infatti che la xenofobia della destra, anche nella grottesca versione “gentile” della Meloni, è sinonimo di quel razzismo e di quell’antisemitismo che in tutta Europa diventano ogni giorno più feroci, in Germania, in Francia, in Austria … La destra estrema si nutre di slogan antisemiti anche in Italia e basterebbe, nella classifica degli inauditi, ripartire dalla domanda: «Come è diventato possibile che, non solo nel mondo degli ultrà schizofascisti della Lazio, Anna Frank sia considerata un modo per offendere»? Detto questo, è vero che anche a sinistra, soprattutto in Inghilterra ma persino negli Stati Uniti e certamente in Italia, c’è un odio antisemita per gli ebrei d’Israele, ed è un veleno “non compatibile” con gli applausi alla Segre. Per non parlare dell’antisemitismo dei 5 Stelle, che è addirittura “fondativo” (e basterebbe ripartire dalle offese personali e irripetibili di Beppe Grillo a Rita Levi Montalcini). Sto dicendo che anche nell’applauso alla Segre c’è stata una quota — minore ma più furba — di dissimulazione. E però il nome Segre è più forte di ogni dissimulazione, a garanzia di una commissione senza poteri nel Parlamento che fa invece indigestione di commissioni potentissime che, equiparate all’autorità giudiziaria, indagano su rifiuti, banche, terremoti, sette segrete, bambini in affido…: verbali, documenti, burocrazia che a Roma trasforma anche il tragico in grottesco (indimenticabile è il centralino della commissione stragi che rispondeva così: «Stragi, dicaaa»). E invece, come nel romanzo di Ray Bradbury Fahrenheit 451, dove la memoria è custodita da uomini miti ma ribelli che imparano appunto a memoria i libri che il Potere ha bruciato, la commissione Segre custodirà la memoria dei campi di concentramento, del fascismo e del nazismo, della Shoah, dell’orrore «perché, la memoria rende liberi».

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