GIULIA RONCHI, ARTRIBUNE 3 APRILE 2020 :: Crisi e coronavirus: Berlino assegna 5mila euro a ogni artista e freelancer (anche non tedeschi) ++ ALTERAZIONI VIDEO + MARCO DONNARUMMA ++ BERGHAIN, DANILO TAINO PER IL CORRIERE 2009

 

 

 

 

3 APRILE 2020

 

Crisi e coronavirus: Berlino assegna 5mila euro a ogni artista e freelancer (anche non tedeschi)

GIULIA RONCHI

 

 

BERLINO HA RISPOSTO ALL’EMERGENZA ECONOMICA TRAMITE UN FONDO DI 500 MILIONI DI EURO DESTINATI A ARTISTI E LIBERI PROFESSIONISTI. CON PROCEDURE SNELLE, OPERAZIONI VELOCI E TRASPARENTI. ASPETTI SU CUI DA NOI SI DOVREBBE PRESTARE MAGGIORE ATTENZIONE.

 

BERLINO via wikipedia

VIA WIKIPEDIA

 

 

Lo stato di emergenza sanitaria scattata in tutte le nazioni, e il conseguente lockdown di tutte le attività lavorative, hanno dato adito a un altro tipo di crisi: quella economica. Una situazione che si abbatte sulle categorie di lavoratori che già prima versavano in condizioni precarie o instabili: i liberi professionisti, freelancer, quelli che hanno partita IVA e tutti coloro che traggono profitto da singole commissioni, le cui entrate possono variare a seconda dell’andamento generale del mercato. Inutile dirlo, il settore culturale, già fortemente minato dalla totale sparizione dell’afflusso turistico, è il primo a trovarsi nell’occhio del ciclone. Il suo sistema è infatti costellato da artisti, creativi, grafici, designer, mediatori culturali, consulenti, curatori, giornalisti e tantissime altre figure professionali colpite dal blocco dei musei, dalla chiusura delle mostre, dal rallentamento delle vendite. Certo, al grido di #laculturanonsiferma restano tantissime le attività online a cui attingere. Fermo restando che il web, almeno in questo momento storico, è uno strumento gratuito che non può mantenere un’entrata pari a quella dello stato di pre-pandemia. Mentre i governi si stanno organizzando nel trovare soluzioni che possano tamponare il problema, ottime notizie giungono da Berlino.

 

 

Berlin skyline via Pixabay

Berlin skyline via Pixabay

 

 

5 MILA EURO A OGNI ARTISTA DI BERLINO

 

La capitale tedesca, da decenni Eden di creatività, arte emergente e sperimentazione, non ha perso tempo e si è organizzata con un fondo complessivo di 500 milioni di euro destinato ad artisti e liberi professionisti di tutta la città, senza discrimine di reddito, età o provenienza. L’importante è avere la residenza berlinese. A raccontarcelo è Alberto Caffarelli del collettivo di videoartisti Alterazioni Video, che da oltre 10 anni abita a Berlino assieme alla sua famiglia.

 

L’IBB, che è la Banca di Berlino, ha dato disposizione di questa cifra a tutti i lavoratori autonomi che necessitavano di aiuto in questo momento. È un aiuto che equivale a un forfait di tre mesi. Si parte da 5mila euro, arrivando fino a 14mila per chi ha dei dipendenti a carico o altri tipi di necessità, dice, raggiunto da Artribune. “Il procedimento di richiesta è stato molto semplice: basta iscriversi e fare questa ‘fila virtuale’. Nonostante decine di migliaia di persone siano già in coda davanti a te, si attende l’arrivo di una mail che ti segnala quando è il tuo turno. Fornisci i dati richiesti, ovvero codice fiscale e conto corrente. Questo è un primo aiuto fornito in automatico a chiunque. Da qui in avanti si possono chiedere anche altri aiuti per i prossimi 3-5 mesi, ad esempio quello del Job Center, che ti aiuta a pagare l’affitto. È normale che il 99% dei lavoratori autonomi abbia approfittato di questo supporto. Anche noi di Alterazioni Video dovevamo andare a San Pietroburgo per una mostra, avevamo degli appuntamenti in Portogallo… tutto è saltato”.

 

 

Alterazioni Video

Alterazioni Video (da sinistra a destra ): Alberto Caffarelli, Paololuca Babieri Marchi, Giacomo Porfiri, Andrea Masu, Matteo Erenbourg.

 

NOTA DEL BLOG : DA WIKIPEDIA

 

+++  Alterazioni Video è un collettivo artistico fondato a Milano nel 2004.

Dal 2004, Alterazioni Video ha partecipato a varie mostre internazionali: Disobedience (Künstlerhaus Bethanien, Berlino 2005), 52 Biennale di Venezia 2007, Remote Control (MoCA, Shanghai 2007, Manifesta 7 (Rovereto 2008), 12 Biennale di architettura di Venezia 2010, Freak Out (Greene Naftali Gallery, New York 2013). Tra le mostre personali: Chelsea Art Museum (New York, 2006), MAR museo d’Arte di Ravenna (Ravenna, 2010) e Careof (Milan, 2012).

In occasione della 52 Biennale di Venezia, curata da Rober Storr, Il collettivo ha esibito “Painting”[1](16:9 video colour HD, 16′ 33”, 2007), un lavoro che documenta lo stratificarsi continuo di scritte e cancellazioni lungo le mura esterne del carcere di San Vittore a Milano

Sono inoltre conosciuti per aver coniato il termine Incompiuto Siciliano. Incompiuto Siciliano ha come obbiettivo la rilettura del paesaggio italiano e dell’architettura incompiuta. Si tratta di un progetto in progress, iniziato nel 2006, un vero e proprio censimento dell’Italia lasciata a metà, un’indagine sulle rovine della contemporaneità, che oggi trova compimento nella creazione di un Parco Archeologico dell’Incompiuto a Giarre, (Sicilia, 2010). L’intento del progetto è ribaltare la percezione negativa che l’opinione pubblica ha delle opere pubbliche incompiute fino a dichiararne la dignità di opere d’arte e a trasformarle così in una risorsa economica. Incompiuto Siciliano è diventato oggetto di studio nei politecnici e nelle università ed è stato argomento di molte pubblicazioni sui giornali e televisioni Italiane ed estere.

 

sito ufficiale: 

sihttp://www.alterazionivideo.com/

 

 

 

LA REAZIONE DI BERLINO ALL’EMERGENZA CORONAVIRUS

Ma come si sta comportando Berlino di fronte all’alto rischio di contagio Covid-19? “Qua è rimasta totale libertà di movimento”, prosegue Alberto Caffarelli, raccontando di una città in cui la reclusione non viene imposta drasticamente, ma che reagisce con una generale auto-responsabilizzazione. “Ti viene chiesto di stare in casa, rispettare il social distancing; nel complesso Berlino ha reagito molto bene, responsabilizzandosi in anticipo anche rispetto ai decreti del senato (il Berghain, per esempio, ha chiuso quattro giorni prima che partissero ufficialmente le restrizioni). Lo stesso hanno fatto tutti gli altri club, i ristoranti si sono attrezzati per il solo delivery ( consegna ). Hanno provato a chiudere anche i parchi, ora però vi permetteranno l’accesso a non più di due persone alla volta. Di base, la città è vuota”.

 

 

Dario FranceschiniDario Franceschini

 

 

IL DECRETO CURA ITALIA E IL CALVARIO INPS

La situazione berlinese e quella italiana non possono essere certo paragonate, tuttavia qualche riflessione sorge spontanea: mentre la capitale tedesca ha accolto nel tempo miriadi di artisti provenienti da ogni paese estero (tantissimi gli italiani), dando puntualmente spazio alla creatività e alle forme più audaci di sperimentazione artistica, in Italia i vecchi modelli di organizzazione sociale ed economica fanno fatica a sradicarsi. Esercitare la professione in maniera autonoma, tramite partite iva o altre forme di flessibilità lavorativa, è comunemente considerata una forma di precarietà a sé stante (a ragione, tenendo conto di costi e tassazioni che non facilitano tale scelta). Lo snellimento della burocrazia e la digitalizzazione dei servizi, in Italia, restano frontiere non ancora del tutto sdoganate: a dimostrarlo è stato il caso della piattaforma INPS, recentemente andata in crush – pure vittima di attacchi hacker, secondo alcune fonti – per l’anomalo accesso delle richieste di sovvenzioni. Queste ultime, garantite dal decreto Cura Italia emanato per il settore culturale, turistico dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo, ammontano a soli 600 euro per ogni richiedente. È evidente, per mille motivi, che la Germania ha a cuore la tenuta del tessuto dei piccolissimi professionisti, dei creativi e degli artisti di vario tipo (visivi, designer, musicisti, grafici…). Anche perché questi soggetti contribuiscono fattivamente alla ricchezza della città. È un problema di accountability( responsabilità ) di un intero settore: bisogna insomma farsi valere, bisogna rendere evidente quanto si conta e quanto si pesa. Solo a quel punto si verrà sostenuti a dovere in caso di necessità o emergenza: viceversa, 600 euro…

 

 

Marco Donnarumma, Eingeweide

Marco Donnarumma, Eingeweide

 

 

A BERLINO NON È TUTTO ORO CIÒ CHE LUCCICA

Abbiamo ascoltato anche la campana di Marco Donnarumma, artista italiano a Berlino, che ci ha raccontato un’esperienza un po’ meno rosea. Partendo dal presupposto che il governo abbia fatto un ottimo lavoro, riuscendo a gestire la creazione di un nuovo sistema informatico a cui accedono centinaia di migliaia di utenti alla volta, ci spiega,

il 27 Marzo, appena aperte le applicazioni, il loro sito ha crashato. E’ rimasto inaccessibile per un paio d’ore, per poi riprendere a funzionare e crashare di nuovo molte volte, per poi dover ‘andare in pausa’ verso il pomeriggio tardi, per ulteriori miglioramenti. Hanno detto di aver subito attacchi hacker, c’erano problemi con le conferme che non venivano inviate o che venivano inviate a persone diverse. Sono riuscito ad avere il posto n. 30.000 in coda, e in serata c’erano 160.000 persone in ‘coda’. Non sono riuscito a fare l’applicazione il primo giorno, e come tanti, ero frustrato sia da questo che dal fatto che non fossero state fatte circolare pubblicamente informazioni specifiche su cosa chiedesse il form, quali fossero le condizioni, etc..“. Fino a qui uno scenario molto simile a quello italiano. “L’IBB era attivo su Twitter dove rispondeva abbastanza regolarmente alle centinaia di richieste, lamentele, critiche, dubbi, etc.. Il 28 in mattinata, di nuovo problemi, sito inaccessibile. Al che nel pomeriggio la piattaforma online ha cominciato a funzionare in maniera fluida, processando circa 6.000 richieste all’ora. Sono riuscito a fare la mia applicazione e tre giorni dopo ho ricevuto il bonifico di 5.000 euro. A questo punto la frustrazione generale si e’ dissipata pian piano, per poi lasciare spazio a ringraziamenti di molti utenti all’IBB e ai vari politici che hanno permesso l’inclusione degli artisti freelancer in questo meccanismo“.

 

La critica di Donnarumma si scaglia più apertamente contro la percezione fuorviante passata in Italia, che a Berlino lauti finanziamenti venissero elargiti a tutti senza intoppi. Purtroppo non è così e non lo sarà per nessuno Stato, considerando in particolare le categorie di artisti e liberi professionisti, la cui stabilità e regolarità di entrate era già  totalmente imprevedibile prima di questa crisi.

 

Prosegue Marco Donnarumma:

domanda: sarà questo aiuto economico abbastanza per supportare la comunità artistica a Berlino? Chissà. Pare che il fondo si possa richiedere dopo sei mesi dalla prima applicazione. Ne hanno aperto un altro che si deve capire nel dettaglio chi aiuterà in particolare. Ma a parte questo bonus di emergenza, la risposta a questa domanda si troverà solo fra qualche mese, quando ci vorrà ancora ben più di un bonus ai singoli individui per ricostituire i network artistici che sono stati distrutti da questa crisi. Un esempio banale molto pratico: io sono artista performativo, guadagno portando performance in giro per il mondo in teatri che racchiudono centinaia di persone sedute una vicino all’altra. Non credo che questo sarà possibile nei prossimi sei mesi. E simili problemi esisteranno per tanti artisti in diverse discipline (senza considerare ora le problematiche lavorative di tutta la società, ….)“.

 

 

nota del blog ::

 

QUALCOSA SUL BERGHAIN  –per chi non lo conosce…

 

 

Berghain - Panorama Bar 2017.jpgEDIFICIO CHE OSPITA IL BERGHAIN

Darkroomduck – Opera propria

 

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Il Berghain (pronuncia tedesca: /bɛɐ̯k.haɪn/) è un famoso club techno di Berlino, così chiamato per la sua posizione al confine tra i quartieri Kreuzberg e Friedrichshain.

È considerato uno dei club underground più importanti al mondo. L’influente

rivista techno inglese Dj Magazine ha eletto il Berghain come miglior club del mondo

nel 2009.

Situato nei pressi della stazione Ostbahnhof, è ospitato all’interno dei locali di una ex centrale elettrica di Berlino Est. Conosciuto in precedenza con i nomi Ostgut e Snax, il Berghain ha aperto ufficialmente nel 2004.

La sala principale, il Berghain, è alta 18 metri e può ospitare fino a 1.500 persone. La programmazione ruota esclusivamente intorno alla techno e ai suoni industriali più scuri. La sala al piano superiore è denominata “Panorama Bar”, e i dj che vi suonano propongono un’elettronica più sperimentale ed eclettica, dalla house al garage fino alle contaminazioni contemporanee.

 

GRAFFITI DA BERLINO.CORRIERE .IT — 10 APRILE 2009

http://graffitidaberlino.corriere.it/2009/04/_avviso_ai_berlinesi_ma.html

 

SAN FRANCISCO SULLA SPREA

 

DANILO TAINO

 

 

Avviso ai berlinesi ma anche ai turisti. Il miglior disco-club del mondo è in città. E’ il favoleggiato Berghain, nel quartiere emergente di Fredrichshain. Lo sostiene il mensile britannico Dj Mag, una delle guide più seguite dai dj e da chi ama la musica electro-disco. In una classifica dei cento locali più cool nel mondo, il nightclub berlinese di frontiera arriva primo: al secondo posto il Fabric di Londra e al terzo lo Space di Ibiza. E’ un’altra pietra nella costruzione di Berlino come capitale europea dei giovani, della musica, dell’avanguardia.

 

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E, naturalmente, della tolleranza.

Il Berghain-Panorama Bar è in una ex centrale elettrica, dietro la Ostbhanhof, la stazione di Berlino Est: il nome deriva dalle lettere finali dei quartieri con i quali confina, Kreuzberg e Friedrichshain. Enorme, grandi finestroni, fotografie e filmati sui muri, gente di ogni tipo, è uno dei posti più famosi della trasgressione berlinese. Oltre a bere e ballare, si può fare tutto – nei limiti della legge – e spesso questo tutto viene fatto.

Gli strip-tease sono normali, il torso nudo è la regola, i rapporti sessuali in pubblico sono frequenti (ma c’è anche una dark room). Ai piani superiori, il Panorama Bar ha musica meno aggressiva ma sempre techno. L’abbigliamento non ha regole, dal fetish al lussuoso, ma la politica di ingresso è piuttosto severa, anche se capirne le logiche sembra essere un problema. Risultato: locale numero uno al mondo, nato e alimentato dalle culture giovanili e dalle comunità che abitano la capitale tedesca, dagli artisti agli omosessuali, dai dj agli studenti.

 

interno.jpg

Nella classifica, Berlino non prende però solo il primo posto. Ottavo è il Watergate, il Club der Visionaer è in posizione numero 63, il Bar 25 è settantesimo e il Weekend Club di Alexanderplatz è 99°. Scelte che in città hanno creato qualche polemica tra i diversi locali: altre riviste, per esempio, hanno preferito il Weekend Club o il Watergate al Berghain. Il fatto certo è che Berlino è la capitale con il maggior numero di locali cool del mondo e, probabilmente, la più tollerante e trasgressiva. Quel che un tempo era San Francisco.

 

 

 

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