9 AGOSTO 2020 – ANPI NAZIONALE ++ REPUBBLICA + CORRIERE :: Morta Franca Valeri, aveva appena compiuto 100 anni. LA RICORDANO RODOLFO DI GIAMMARCO E VALERIO CAPPELLI

 

 

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REPUBBLICA.IT — 9 AGOSTO 2020

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Morta Franca Valeri, aveva appena compiuto 100 anni

Morta Franca Valeri, aveva appena compiuto 100 anni

L’attrice si è spenta nella sua casa di Roma. Il suo motto era “La comicità non è un dono di natura, è un lavoro del cervello”. Lunedì 10 agosto, dalle 17, la camera ardente al Teatro Argentina di Roma

 

 

di RODOLFO DI GIAMMARCO

09 agosto 2020

È morta  Franca Valeri, una delle più grandi attrici italiane di teatro e televisione. L’attrice è deceduta nella sua casa romana: aveva 100 anni. Lunedì 10 agosto, dalle 17, la camera ardente al Teatro Argentina di Roma.

“La morte non ci deve impressionare. È una componente della vita, e se ne può sorridere, a costo di accentuarne le conseguenze, le paranoie e i riti. E poi io ho avuto sempre la fortuna d’avere il teatro che mi parlava in tasca, e quando ho perso per strada gli affetti, ho potuto far affidamento su nuovi giovani amici, e sui miei amati animali”. È così che Franca Valeri s’esprimeva, un tempo, riservando ad alcuni il privilegio della confidenza, dell’astrazione, e di un certo quieto e surreale distacco. Associando il compensarsi umano dei cicli della vita a un’armonica staffetta di partner, di personaggi, di colleghi, di adorate creature domestiche. Ora che non c’è più, abbiamo perso un’infinità di cose: la portavoce acuta di prototipi, l’osservatrice di fenomeni di costume, la ritrattista storica di generazioni, l’autrice che ha declinato sorti individuali in contesti politici, l’attrice anticonformista produttrice di risate dedicandosi solo all’opacità dei destini conformisti, la letterata con raffinata padronanza della lingua al servizio di spettacoli e libri di gran diffusione, la professionista il cui motto era “La comicità non è un dono di natura, è un lavoro del cervello”.

‘Parigi o cara’, alla Casa del cinema di Roma la serata-omaggio per Franca Valeri // VIDEO : 3.11
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Abbiamo perso la sua voce, che s’era formata con Sergio Tofano e con Giorgio Strehler, voce che era più indipendentemente nata nella gavetta favolosa e libertaria del Teatro dei Gobbi, la pratica di cabaret intellettuale anche francese condivisa negli anni Cinquanta col futuro marito Vittorio Caprioli e con Alberto Bonucci poi sostituito da Luciano Salce, ai tempi del “Carnet de Notes 1”. Una voce che radiofonicamente, e in seguito alla tv, avrebbe poi partorito le signorine della borghesia e della gente comune, piacendo a Missiroli, Patroni Griffi e a De Lullo che l’abbinò ai toni robusti di Paolo Stoppa in un indimenticabile “Gin Game”. Ora ha preso il commiato da noi l’autrice che all’inizio era nata, diremmo, con gli stili suggeriti dalle tecniche di Irene Brin e Camilla Cederna, ma che presto avrebbe svelato somiglianze di forza parodistica affine (con eleganza tutta sua, ben inteso) ai profili di un Paolo Poli o di una Franca Rame, mentre dagli anni Novanta, a cominciare da Tosca e altre due in tandem con Adriana Asti, subentra un racconto di Franca Valeri più attento all’intimità dei soggetti, come dimostreranno poi i testi più maturi imperniati su una vecchia signora come Non tutto è risolto del 2011 e Il cambio dei cavalli del 2014, sempre concepiti per riservare un bel ruolo filiale a Urbano Barberini.

 

CORRIERE — 9 AGOSTO 2020

https://www.corriere.it/spettacoli/20_agosto_09/30-spettacoli-a10corriere-web-sezioni-29c4226e-ccb4-11ea-83db-f973956fabb4.shtml

 

 

L’AMICO

Franca Valeri, il ricordo di Urbano Barberini: «I suoi uomini? Diceva “Diversi ma simili nei tradimenti”»

Il ricordo dell’attore con cui ha recitato negli ultimi anni: era una maga colorata, una regina dell’esistenza

di Valerio Cappelli

Franca Valeri, il ricordo di Urbano Barberini: «I suoi uomini? Diceva 'Diversi ma simili nei tradimenti'»
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Il principe attore e la regina della scena. Urbano Barberini (di una delle più antiche casate aristocratiche che ha dato due Papi) e l’immensa Franca Valeri, morta il 9 agosto mattina.

La strana coppia.

«Ho recitato con lei in sette commedie negli ultimi 22 anni. E due ruoli di sue opere li ha ritagliati su di me».

 

Quando vi siete conosciuti?

«Nel 1997, Peppino Patroni Griffi che era suo grande amico le disse di venirmi a vedere a teatro, facevo un travestito. In camerino, dandomi del lei, Franca mi disse che voleva lavorare con me e di trovare testo e produttore. Le diedi Mal di madre, il titolo non è venuto a caso, lui cerca una madre e lei un figlio… Se il teatro è una casa, tutto torna. È una commedia tra uno psicoanalista saccente e una paziente pazza. Non era difficile recitare con lei: non dava consigli, non guidava, faceva».

 

Che rapporto c’era tra voi?
«Semplice e complesso, le uniche discussioni erano quando macinavamo centinaia di chilometri nelle tournée e in auto non voleva sentire musica classica, lei la amava troppo per concepirla come sottofondo».

 

Aveva difficoltà a parlare: come comunicavate?

«Nel silenzio. Ma non c’era questo problema. Dopo che si operò all’anca ebbe un miglioramento, poi una sera a teatro a Trieste si bloccò per dolori atroci. La difficoltà della parola, che non era Alzheimer come qualcuno dice, nasceva anche da lì».

 

Le parlava degli attori e degli uomini della sua vita?

«Di Vittorio Caprioli e del direttore Maurizio Rinaldi, diceva: sono diversi ma uguali nei tradimenti. Era abbastanza possessiva e così sicura del suo talento che pensava, un’altra donna non può offrirti la mia genialità. Di Walter Chiari diceva che non la finiva mai coi suoi monologhi, di Sordi che era ligio al testo e non improvvisava, quando parlava di Visconti si trasfigurava, le si illuminava il volto».

 

Franca valeri rinaldi - Dago fotogallery

FRANCA VALERI CON IL COMPAGNO, IL DIRETTORE D’ORCHESTRA MAURIZIO RINALDI, MORTO NEL ’95

 

Le sue battute folgoranti, i suoi lampi comici?

«Eravamo allo spettacolo di un noto attore. Domandai: ti è piaciuto? E lei: cosa? Un’altra volta un’attrice, considerata brava, si dava un gran da fare. Franca mi guardò, sentenziò: robusta. Non sprecava una parola».

 

Era anche capace di poesia, diceva che la grazia si posa dove vuole.

«Oppure che la nostalgia è una sorella che a una vecchia cocciuta come lei faceva da badante».

 

 

Vittorio Caprioli e Franca Valeri in casa - Archivio storico ...

FRANCA VALERI CON IL MARITO VITTORIO CAPRIOLI MORTO NELL’ ’89

 

 

Era nata nel 1920, alla fine della prima Guerra Mondiale.

«Aveva una posizione politica forte contro il fascismo e le sue declinazioni, il padre, dirigente alla Breda, perse il posto per questioni razziali, dovette riparare in Svizzera e per un soffio non presero Franca. Diceva che le era difficile pensare alle signore di origini ebraiche benestanti del Nord sulle spiagge, coi loro cappelli e occhiali, mentre entravano nelle camere a gas».

 

Provi a descrivere Franca a una adolescente che non ne ha mai sentito parlare

«Era una maga colorata, una regina dell’esistenza».

 

Negli ultimi tempi non poteva più leggere…«Una tortura, una crudeltà, vedeva molto poco. Le sue ultime giornate le passava seduta nella sua casa al Fleming, le mani giunte, accanto agli amici più intimi, io, Pino Strabioli, Orsetta De Rossi, la cantante Stefania Bonfadelli che aveva adottato».

 

Sognava di fare una regia alla Scala.

«Sì, verissimo. Non se ne lamentò mai, Franca non conosceva il rancore. Fino all’ultimo mantenne il suo ottimismo, la sua positività, la sua luce».

 

Ma Franca sorrideva delle sue origini nobili?

«No, era un mondo che conosceva bene, e ne stigmatizzava la svagata crudeltà».

 

Vede eredi in giro?

«Di Franca ce n’è stata una. Dopo che smise di recitare, scriveva ancora libri. C’è una sua commedia incompiuta, Le mamme alte, dove lei predice al figlio adottivo, che avrei impersonato io, che avrei avuto un figlio a mia volta. Cosa che è avvenuta. Si chiama Maffeo, ha 2 anni e gli ha scritto una lettera dolcissima: Ricorda che sei stato aspettato, siamo stupiti a vederti così bello, così spiritoso, con le tue risate sempre opportune».

 

Franca Valeri, dal teatro alla radio e al cinema passando per la tv. Le immagini di una carriera incredibile

  • Franca Valeri, dal teatro alla radio e al cinema passando per la tv. Le immagini di una carriera incredibile
  • Franca Valeri, dal teatro alla radio e al cinema passando per la tv. Le immagini di una carriera incredibile
  • Franca Valeri, dal teatro alla radio e al cinema passando per la tv. Le immagini di una carriera incredibile1950

Le mancava la maternità?

«In fondo ha trovato una serie di figure sostitutive, è stata creativa nelle sue “adozioni” teatrali».

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