REPUBBLICA DEL 26 AGOSTO 2020
Fabrizio Barca
Barca: “Il Pd è stordito e manca il rinnovamento. A Roma serve un civico”
26 AGOSTO 2020
L’economista e ex ministro: “Raggi si ricandida? C’è di meglio. Inutile l’alleanza tra dem e 5S se serve solo alla sopravvivenza del ceto politico. Ora un patto per i giovani”
DI GIOVANNA CASADIO
ROMA – “Il Pd stordito ritrovi una strategia”. Fabrizio Barca, economista, ex ministro della Coesione sociale, invita al “sommovimento” politico: alleanze per trovare “un Sansa romano”, lotta alle diseguaglianze, ma No al referendum che taglia i parlamentari. E avverte: “Il tema dei temi è costruire giustizia sociale”.
Alleanze politiche, referendum, piano per il recovery fund, lotta alle diseguaglianze: il Pd è in affanno?
“Il Pd appare stordito. Di fronte alla missione di combattere l’ingiustizia sociale ha due cose da fare: rinnovare la classe dirigente e avere una strategia. Non vedo nessuna delle due”.
Non vede neppure cambiamenti a livello romano, da quel suo rapporto sui “27 circoli dem dannosi” a oggi?
“Se il Pd romano è cambiato non ce ne siamo accorti. In quel rapporto non era ciò che non funzionava la notizia, ma quei pezzi di classe dirigente che, nonostante tutto, lavoravano per il bene comune. Una parte costruttiva che non è stata utilizzata. Ma segnalo che sono nati raggruppamenti civici di sinistra dalla “Rete dei numeri pari” a Pop, che rappresentano il cambiamento“.
Cosa pensa del secondo mandato di Virginia Raggi per il Campidoglio?
“Come per De Luca in Campania, c’è di meglio. I Dem a Roma sono chiusi in una logica correntizia asfittica, non approfittando della crescita dei movimenti civili”.
Lei si candiderebbe?
“No. Faccio altro, lavoro con altri 100 del Forum disuguaglianze a costruire proposte concrete di cambiamento radicale”.
Quindi a competere con Raggi chi vede?
“La vicenda ligure insegna che si possono trovare soluzioni della società civile e stringere alleanze. Può emergere “un Sansa” romano, un leader civico, magari una donna. Non faccio nomi per evitare di bruciarli”.
Tornando alla mancanza di strategia del Pd, lei quali priorità suggerisce in questa difficile scommessa di ricostruzione del Paese?
“Mai come ora è necessario un sommovimento. Occorre liberare i saperi e trasferire i poteri. Liberare i saperi dei grandi centri di competenza: le imprese pubbliche – da Snam a Rai, da Poste a Enel e Fs– e l’università. E i saperi diffusi, dei territori. Per farlo serve che i fondi straordinari a disposizione non vadano in sussidi e neppure per una lista infinita di “progetti cantierabili” proposti dai soliti rentier, ma in strategie territoriali. Come Forum abbiamo fatto una precisa proposta al governo“.
Pensa a un patto per i giovani, sulla scia della ricetta di Mario Draghi?
“Il patto serve fra lavoro organizzato e imprese, per attuare la partecipazione annunciata da Confindustria e sindacati nel 2018. Che deve estendersi ai cittadini che rappresentano gli interessi ambientali.
Per quanto riguarda i giovani non ci vuole un patto ma appunto un trasferimento secco di poteri. Quindi, battaglia durissima contro la povertà educativa. Inoltre non è accettabile che, se papà e mamma hanno i soldi, le opportunità dei figli siano maggiori. Perciò la maggioranza giallo-rossa consideri la proposta dell’eredità universale: 15 mila euro a ogni diciottenne. E poi ci sono le 500 mila assunzioni in corso di giovani nella Pa. Ebbene non lo si faccia alla chetichella, ma la si renda una missione visibile, emozionante. Anche questo è un sommovimento”.
Politicamente qual è il “sommovimento” necessario? Un progetto di alleanza politica tra Pd e 5Stelle, che però è fallito dappertutto per le Regionali, eccetto che in Liguria?
“Se un’alleanza diventa questione di sopravvivenza del ceto politico, allora è inutile. Si parli prima del ‘cosa’ e poi del ‘chi’, aprendo a leader civici”.
Però ci vorrebbe una implosione e ricomposizione dei 5Stelle, che sono divisi tra chi è nostalgico di Salvini e chi è più vicino ai progressisti, non crede?
“Un asse tra le parti migliori dei due partiti, luogo per luogo, darebbe speranza. Ci sono figure di spessore tra i 5Stelle, penso a Anna Laura Orrico, sottosegretaria ai Beni culturali. Milioni di italiani stanno ricostruendo i loro piani di vita. È un sommovimento economico e sociale che richiede una classe dirigente all’altezza”.
Come voterà al referendum sul taglio dei parlamentari?
“Voterò No. Non è del taglio dei parlamentari che l’Italia ha bisogno. Anzi ha bisogno di una diffusa rappresentanza in un paese pieno di diversità e di diseguaglianze”.
Condividi
Penso che nella società ci siano molte forze positive di rinnovamento. Purtroppo mi pare che i partiti di sinistra o comunque progressisti non riescano ad agganciarle.